Economia
Turismo, luna di miele Italia-Cina nell’Anno del Serpente
Di Giampiero Cinelli
Il turismo sta conquistando una fetta sempre più cospicua del Pil italiano, per un valore attuale di circa 223 miliardi, destinato a crescere nel 2028. La spesa turistica internazionale conta già per il 13% del Pil ed è chiaro a tutti quanto a questi risultati contribuiscano, extra-Ue, Stati Uniti e Cina. Una garanzia gli americani, una grande potenzialità il Dragone, da cui si attende un balzo, dopo il periodo della pandemia che in Cina è stato molto oppressivo, e prima che gli effetti delle nuove politiche commerciali di Trump e Xi Jinping concretizzino il loro impatto. Inoltre, oggi siamo entrati nel periodo del Capodanno cinese (29 gennaio-12 febbraio), è l’Anno del Serpente e molti vorranno festeggiarlo nelle località italiane.
Pechino ha dalla sua i numeri. Sia lato umano che da quello del potere di spesa. Da un’analisi di Global Blue, la spesa Tax Free dei cinesi è tornata quella del 2019 a livello globale. L’Italia registra un tasso di recupero della spesa rispetto al 2019 pari al 58%. Cosa però alimenta l’ottimismo? Il fatto che l’Italia è il primo paese in Europa per contribuzione totale della spesa cinese (23%), il secondo per spesa media per shopper più alta (3.520 euro) e uno dei paesi con il più alto tasso di recupero della capacità aerea (138% vs 85% a livello europeo).
Non è tutto. Un elemento di estremo interesse è il profilo psicosociale dello shopper cinese più giovanei. I Millennials e i Gen Z del Dragone sono alto-spendenti, amano il lusso e l’eleganza. La Cina registra ora una ripresa dei consumi, così come in Usa. Secondo Barclays i consumi d’alta gamma di Pechino avranno segnali positivi.
Puntare su qualità e lusso
«I dati 2024 indicano una crescita dei turisti stranieri oltre il 7%. Le prenotazioni sono spinte da Usa e Cina e l’Italia resta ai primi posti tra i desideri. L’intera economia della bellezza vale 600 miliardi, il 30% del Pil, in base a uno studio Banca Ifis. Il governo lo scorso anno ha abbassato la soglia del tax free (a 70 euro) e ciò è buono, abbiamo ottime previsioni anche per il 2025; il Ministero del Turismo ha un piano strategico che sta dando i suoi frutti, si deve puntare sul turismo di lusso e di qualità garantendo servizi di alto livello. Ecco perché il Ministero del Turismo ha emanato due bandi per assicurarsi un certo tipo di risultati, i pilastri restano appunto due: formazione adeguata del personale e servizi. Il tema della qualità non può essere guidato da singole imprese ma va coordinato a livello nazionale». Lo ha detto Antonio Barreca, Direttore Generale di Federturismo Confindustria a Largo Chigi, un format di The Watcher Post su Urania Tv.
Le soluzioni all’Overtourism
Barreca sull’Overtourism ha aggiunto: «Dobbiamo vedere la destinazione turistica come verso un cinema. Ci sono numeri determinati. Iniziamo a calcolare il carico massimo per lavorare su una gestione flussi più intelligente. Nel 2025 Pisa e Napoli avranno il doppio di preferenze dai cinesi, che da Roma o Milano useranno il treno per spostarsi. Così si potranno redistribuire i flussi. L’accoglienza sta a monte come punto forte. La nostra ospitalità è la chiave. Non puntare solo sui numeri ma sulla segmentazione del mercato e sulla qualità. Dare un’esperienza autentica al turista, ricchezza e occupazione ai lavoratori».
Sulla Cina per il turismo italiano ha approfondito il discorso Stefano Rizzi, Managing director Italy di Global Blue, società che sul tema ha organizzato recentemente a Milano il Forum China. Rizzi a Largo Chigi ha spiegato: «Il Forum China è stato un momento in cui siamo riusciti a confrontarci con i players del settore, sono emersi dati importanti. L’Italia ha accolto l’opportunità dello shopping cinese più dell’Europa, un plauso va fatto alle connessioni, in primis ai nostri aeroporti. Per il 2025 ci sono indicazioni positive, la voglia di viaggiare del turista cinese è in crescendo e ci sono eventi, come Giubileo e Olimpiadi invernali, che rappresentano un grande traino. Già dall’estate scorsa i numeri ci dicono che l’abbassamento della soglia per il tax free shopping ha portato quello che avevamo preventivato: la crescita dell’Italia c’è stata, siamo diventati competitivi rispetto agli altri Paesi europei; della nuova soglia hanno beneficiato, oltre ai brand di lusso, anche nuove realtà, come ad esempio l’artigianato locale».
La puntata integrale di Largo Chigi