Politica
Gli effetti della presidenza Trump sul capitalismo, l’Europa e l’Italia: parla Mario Monti
Di Ilaria Donatio
Il suo ultimo libro si intitola “Demagonia. Dove porta la politica delle illusioni” e l’autore ragiona su come, in Italia, in parte dell’Europa e negli Stati Uniti, la democrazia di stampo liberal-democratico pare sia entrata in una fase di crisi profonda, assimilabile a un’agonia: insomma, si dovrebbe ormai parlare di “demagonia”. Chi scrive è Mario Monti, senatore a vita, già presidente del Consiglio durante lo stretto arco di tempo intercorso tra Silvio Berlusconi ed Enrico Letta primi ministri.
Ed è a Silvio Berlusconi che Monti rivolge le prime parole, oggi pomeriggio, aprendo la conferenza stampa presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, nel corso dell’incontro dal titolo “Che effetti avrà la presidenza Trump sul capitalismo, sull’Europa e sull’Italia?”.
“È la prima volta che entro a Palazzo Grazioli: non posso non rivolgere un pensiero alla memoria del signor Berlusconi. Le nostre due vite si sono intrecciate in momenti complessi e imprevedibili, ma sempre, credo di poter dire, con grande rispetto reciproco e simpatia perlomeno mia nei suoi confronti ma ho l’impressione ricambiata”.
Il senatore Monti – che oggi è presidente onorario dell’Institute for European Policymaking alla Bocconi University – si è concentrato sulle implicazioni della nuova amministrazione statunitense per l’economia globale, per il processo di integrazione europea.
Il potere delle Big Tech e i nuovi equilibri con Trump 2
Gran parte dell’impatto della nuova amministrazione Trump sull’Europa, sostiene Monti, dipenderà da “come si svilupperà l’equilibrio di potere all’interno degli Stati Uniti tra il Presidente e i principali leader aziendali, in particolare delle Big Tech”.
E aggiunge: “I grandi capi delle piattaforme digitali americane stanno chiedendo a Trump di chiedere all’Europa di zittire le regolamentazioni sulle piattaforme digitali: guai se l’Europa accettasse questo. L’Europa potrebbe proporre agli Stati Uniti, come è avvenuto altre volte, di cercare di studiare insieme il futuro di queste regolazioni, altrimenti le piattaforme digitali diventano così grandi da rendere irrilevanti i singoli Stati del mondo, forse un giorno anche gli Stati Uniti, creando un potere ‘piattaformale’ che va al di là del potere degli Stati: ecco vedo degli spazi di collaborazione tra i poteri pubblici delle due sponde dell’Atlantico”, chiosa.
Visto dall’Ue, l’impatto della nuova amministrazione Trump potrebbe avvenire attraverso, per esempio, una “nuova forma di capitalismo e il suo rapporto con la politica: “Data la vicinanza storica tra lo sviluppo del capitalismo contemporaneo negli Stati Uniti e nell’Ue e la presenza della maggior parte delle grandi aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico, ciò che accadrà negli Stati Uniti nei prossimi anni probabilmente influenzerà in larga misura la cultura e il comportamento della comunità imprenditoriale europea. Ciò potrebbe includere opinioni e strategie sulla questione stessa dell’integrazione nell’Ue”.
Serve accelerazione su potere comune in Ue
“Sarebbe particolarmente riprovevole, pericoloso e da criticare se la Commissione europea avesse un atteggiamento soft in aree dove gli Stati Uniti mirano a dividerci con trattamenti differenziati”: il senatore Monti risponde così a una domanda sulle possibili intenzioni del neo presidente Usa, Donald Trump, di puntare a dividere l’Europa. Nell’Unione europea, dice, “ci sono aree indefinite dove ancora non c’è un potere comune ma, l’avvento del presidente Trump, secondo me suggerisce di accelerare la realizzazione di un potere comune” perché “non abbiamo dato poteri unitari alla Commissione europea“, spiegato.
Aumentare gli sforzi sulla difesa: Trump ha ragione
“Trump ha ragione a chiedere di aumentare la spesa per la difesa” al 5%, secondo Monti: “Dobbiamo farlo”, ha aggiunto sottolineando che andrebbe fatto anche se “in futuro un presidente degli Stati Uniti ci dicesse ‘ci abbiamo ripensato'”. “Gli Stati Uniti continuando ad essere un grandissimo Paese, hanno però dato prova – a mio parere – di una volubilità e di una alternanza soprattutto nel campo della loro visione di politica estera, e io, come europeo, non vorrei delegare esclusivamente a loro la difesa della nostra vita, dei nostri valori, anche se dobbiamo ricordare, almeno una volta al giorno, quanti di loro sono morti in due fasi storiche per noi”, ha detto.
L’Ue, dunque, dovrebbe aumentare considerevolmente, in termini di importi e coordinamento, i suoi sforzi in materia di difesa e sicurezza. Il motivo è duplice secondo Mario Monti: il primo è che tutte le “recenti amministrazioni americane hanno insistito sulla necessità che l’Europa si faccia carico di una quota più equa dell’onere per la sua difesa, sebbene nel contesto più ampio della Nato”; il secondo è che in termini di politica estera, gli Usa sono caratterizzati da una crescente variabilità, per cui diventerà più rischioso dover fare troppo affidamento sugli orientamenti politici volatili degli Usa”.