Cultura

Diabolik, esce il film dei Manetti Bros. Un noir d’altri tempi

15
Dicembre 2021
Di Valentina Ricci

Non aspettatevi scontri volanti, inseguimenti mozzafiato o effetti acrobatici. Il film Diabolik, in uscita domani, non è niente di tutto questo. Al contrario, è un autentico omaggio a uno dei fumetti più identitari italiani. E proprio per questo i Manetti Bros hanno deciso di riprodurre fedelmente quelle atmosfere noir pulite da ogni sovrastruttura. Il risultato? Un film asciutto, dove una fotografia magistrale, una colonna sonora che punta allo “strettamente necessario”, i dialoghi essenziali e perentori, sembrano riconsegnare al pubblico l’esatta esperienza del fumetto originale, in particolare il capitolo tre, quello in cui Diabolik incontra Eva Kant e mette a segno il suo primo colpo “di coppia”. Per i cultori del fumetto delle sorelle Giussani, quindi, sarà un film sopraffino. Per gli amanti dell’azione, desiderosi di vedere sfrecciare la leggendaria Jaguar E-Type, potrebbe risultare un po’ lento e avaro di emozioni. La verità è che il film vuole consegnare una prospettiva thriller molto identitaria e raffinata, esattamente come il fumetto. Il grande lavoro dei registi, va detto, è stato fatto sui personaggi. Una cura quasi maniacale sul dettaglio, dall’abito allo sguardo, dai movimenti alle abitudini, tutto consegnato nelle mani di un cast di vero spessore, con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastrandrea e Serena Rossi, bravi a incarnare una sceneggiatura molto delicata.

Ci sono voluti 53 anni per rivedere Diabolik al cinema. Dopo il primo film di Mario Bava uscito nel 1968, infatti, Mario Gomboli, oggi depositario del gioiellino delle sorelle Giussani, non se l’era sentita di cedere i diritti alle tante proposte che gli sono pervenute nel tempo. Sempre troppo artefatte, diceva. Diceva che avrebbe detto sì solo al vero Diabolik. A quello che avrebbe davvero reso giustizia al graphic novel. E il vero Diabolik è arrivato con questo soggetto dei Manetti Bros, che ieri sera è stato presentato per la prima volta a Roma in un’anteprima privata organizzata da Adr, in collaborazione con Rai Cinema, nel suggestivo Terminal 5 dell’aeroporto Leonardo da Vinci. Era pronto da due anni, ma hanno voluto aspettare la ripartenza del cinema per lanciarlo, perché doveva debuttare “in sala”, per quanto, come ha spiegato il produttore Paolo Del Brocco «non è stato facile resistere alla tentazione delle piattaforme, ma ci piaceva l’idea di associare questo importante progetto alla ripartenza del cinema».

La trama del film scorre incalzante come le pagine del fumetto, scena dopo scena, pagina dopo pagina. Diabolik si conferma freddo e spietato nei suoi colpi che agitano la comunità di Clerville e Genf. Geniale nelle sue trovate tecnologiche, lucido e tagliente nell’affrontare gli ostacoli, ma non immune dai sentimenti, che lo avvicinano all’ammaliante Eva Kant e all’irreprensibile Ginko, di cui rispetta i valori. E quel latente mood erotico che sovrastava la lettura dei piccoli volumi tascabili riesce a trapelare anche nell’estetica del film.
Insomma, un film che onora una tradizione fumettistica tutta italiana in maniera elegante e leale. E che per questo si candida ad entrare nei cuori del pubblico.

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