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Dagli USA a Davos

25
Gennaio 2025
Di Alessandro Caruso

Il 20 gennaio Donald Trump ha assunto ufficialmente la carica di 47esimo presidente degli Stati Uniti, segnando l’inizio di una nuova era politica per gli Stati Uniti, e non solo. L’insediamento è stato caratterizzato dal tradizionale discorso, con cui Trump ha fatto capire chiaramente che la sua amministrazione sarà all’insegna della discontinuità con il passato. “America first” è il claim: la  priorità è proteggere gli interessi nazionali e ridurre l’influenza delle istituzioni globali sugli Stati Uniti.

La conferma si è vista pochi giorni dopo al Forum Economico Mondiale di Davos, dove è intervenuto con un videomessaggio. Nel suo intervento, Trump ha ribadito la sua visione di un mondo in cui le nazioni devono essere libere di perseguire i propri interessi economici senza il peso di regolamenti internazionali che, secondo lui, danneggiano i paesi più forti. Ha enfatizzato la politica di sgravi fiscali per le imprese, i tagli alle imposte e le riforme fiscali interne come punti centrali della sua agenda economica, cercando di attrarre investimenti esteri e dare nuovo slancio all’economia americana, privilegiando chi ha la possibilità di investire. Nonostante le sue posizioni dure su commercio e immigrazione, il suo discorso a Davos ha puntato a presentare un’immagine di un capitalismo che può prosperare quando ogni paese è libero di perseguire le proprie politiche interne.

Davos, da sempre un’occasione per dibattere le grandi sfide globali, ha visto anche quest’anno il confronto tra diverse visioni economiche. Se da un lato Trump ha messo in evidenza la sua politica economica “America First”, molti degli altri partecipanti hanno contrastato questa visione con un appello per un maggior impegno verso la cooperazione internazionale. Il Forum si è concentrato anche su temi urgenti come il cambiamento climatico, la disuguaglianza economica e la crescente disinformazione digitale.

Il forum ha visto la partecipazione di molte voci critiche verso la crescente polarizzazione economica e l’accentuata disuguaglianza tra ricchi e poveri. Mentre i leader aziendali hanno discusso di innovazioni tecnologiche, sostenibilità e digitalizzazione, è emersa una preoccupazione crescente riguardo le politiche protezioniste e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’atteggiamento di Trump ha, di fatto, alimentato una riflessione globale sulla necessità di un equilibrio tra il protezionismo e la cooperazione multilaterale, soprattutto per evitare un ritorno alla stagnazione economica o a conflitti geopolitici. Mentre il mondo cercava risposte alle sfide globali, Trump ha ribadito la sua visione di un capitalismo che mette al centro l’interesse nazionale, pur mantenendo una certa apertura agli investimenti esteri. Le discussioni a Davos hanno messo in luce le tensioni tra visioni opposte di globalizzazione e sovranità economica, con molti che hanno sottolineato la necessità di una maggiore inclusività e solidarietà nel modello economico globale.