Politica
Draghi a tutto campo: il discorso integrale alla Camera in vista del Consiglio europeo
Di Redazione
In vista del Consiglio europeo di domani, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto un discorso alla Camera, in cui ha parlato anche della quarta ondata di Covid19, della variante Omicron, del caro energia, delle crisi in Ucraina e Bielorussia e dell’esplosione di Ravanusa in Sicilia, oltre che dei temi che toccherà l’Euro Summit: ripresa economica, unione bancaria e unione dei mercati dei capitali. The Watcher Post vi propone di seguito il discorso di Draghi integrale. Buona lettura!
“L’arrivo dell’inverno e la diffusione della variante Omicron – dalle prime indagini, molto più contagiosa di quelle finora prevalenti – ci impongono la massima attenzione nella gestione della pandemia.
I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana, all’interno dell’Unione Europea, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100mila abitanti.
In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita.
Il Governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione.
Invito i cittadini a mantenere la massima cautela e a continuare a rispettare le regole che ci siamo dati.
I dati di oggi descrivono però un quadro molto diverso rispetto all’anno scorso. Il numero totale di persone attualmente positive al virus in Italia è 297 mila. Dodici mesi fa erano 675 mila, nonostante un livello di restrizioni molto maggiore. Le persone ricoverate sono 8.026.
Il 14 dicembre 2020 erano 30.860.
Negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 95 decessi al giorno. Nello stesso periodo di un anno fa erano stati 629.
Dobbiamo essere prudenti, ma ci avviciniamo al Natale più preparati e più sicuri.
Questo miglioramento è dovuto soprattutto alla campagna di vaccinazione.
Nell’arco di un anno in Italia abbiamo vaccinato con due dosi quasi 46 milioni di persone – e oltre 300 milioni in tutta l’Unione Europea.
È una mobilitazione imponente, per cui voglio ringraziare il Servizio Sanitario Nazionale, la Struttura del Commissario per l’Emergenza Covid-19, la Protezione Civile, tutti i cittadini.
Oggi in Italia più dell’85% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto due dosi, e circa il 20% ha fatto anche la terza.
Voglio incoraggiare ancora una volta chi non si è vaccinato a farlo al più presto – e chi ha fatto le prime due dosi a fare la terza appena possibile.
Come dimostra un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità, i non vaccinati hanno un rischio di morire 11 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose, e quasi 17 volte maggiore rispetto a chi ha fatto la terza dose.
Vaccinarsi è essenziale per proteggere noi stessi, i nostri cari, la nostra comunità.
Ed è essenziale per continuare a tenere aperta l’economia, le scuole, i luoghi della socialità, come siamo riusciti a fare fino ad ora.
L’insorgenza della variante Omicron dimostra, ancora una volta, l’importanza di frenare il contagio nel mondo per limitare il rischio di pericolose mutazioni.
Non saremo davvero protetti finché i vaccini non avranno raggiunto tutti.
I governi dei Paesi più ricchi e le case farmaceutiche hanno preso impegni significativi per la distribuzione di vaccini gratis o a basso costo agli Stati più poveri.
Dobbiamo dare seguito a queste promesse con maggiore determinazione.
L’Unione Europea ha dichiarato di voler donare 357 milioni di dosi e ne ha già consegnate 134 milioni, principalmente tramite il meccanismo COVAX.
L’Italia ha allocato 48 milioni 250 mila dosi e ne ha già consegnate 15 milioni tramite COVAX.
Dobbiamo accelerare le consegne e dobbiamo aiutare i Paesi beneficiari a superare i problemi logistici e migliorare la capacità di somministrazione.
L’aumento del costo dell’energia è legato soprattutto a cause congiunturali, come la ripresa economica globale e le strozzature negli approvvigionamenti.
Questi fattori transitori dovrebbero essere almeno in parte superati nel corso del 2022, con la normalizzazione dei consumi e il superamento dei colli di bottiglia.
Tuttavia, i rincari riflettono anche un problema strutturale della transizione energetica.
L’espansione delle rinnovabili è ancora incompleta, anche a causa delle esitazioni dei Governi di molti Paesi.
Al tempo stesso, per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni, a livello globale utilizziamo meno fonti fossili come il carbone.
Il risultato è una dipendenza da combustibili di transizione come il gas, con rischi di aumento dei prezzi.
Il Governo si è impegnato a definire una chiara traiettoria di decarbonizzazione, con tempi rapidi ma realistici, e con obiettivi misurabili.
Siamo impegnati a definire un percorso di riduzione delle emissioni a livello europeo che tenga conto della capacità di riconversione del nostro tessuto produttivo.
Per aumentare rapidamente la produzione da fonti rinnovabili, abbiamo stanziato fondi ingenti e semplificato le procedure amministrative.
Nell’immediato, la nostra priorità è limitare la volatilità dei prezzi dell’energia, che rischia di avere un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e delle imprese.
In particolare, vogliamo proteggere le fasce più deboli della popolazione, che risentono maggiormente di questi aumenti.
Da giugno ad oggi, il Governo ha stanziato più di 4 miliardi di euro per contenere l’incremento delle tariffe: 1,2 miliardi a giugno e più di 3 miliardi a settembre.
Per l’anno prossimo, abbiamo previsto di spendere altri 3,8 miliardi, e siamo pronti a aggiungere altre risorse se l’andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi.
Per il primo trimestre del prossimo anno, annulliamo gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche, per le piccole attività commerciali, per le microimprese;
Riduciamo al 5 per cento l’aliquota IVA e abbattiamo gli oneri generali di sistema per il gas;
E, sempre nel primo trimestre, per i cittadini più poveri e per quelli in gravi condizioni di salute, stanziamo quasi un miliardo per rafforzare le agevolazioni sulle bollette elettriche.
L’Italia è impegnata a trovare una soluzione strutturale al problema dei prezzi dell’energia a livello europeo. Penso, per esempio, alla proposta di creare stoccaggi integrati di scorte strategiche di gas.
Un’iniziativa in tal senso migliorerebbe la capacità di tutti i Paesi europei di far fronte a rialzo di prezzi improvvisi, come quello attuale.
Al momento manca un accordo su come procedere, ma è opportuno che il Consiglio continui ad occuparsene anche nelle prossime riunioni.
Auspichiamo che il Terzo Pacchetto Gas, presentato martedì 14 dicembre dalla Commissione Europea, venga attuato rapidamente.
Il pacchetto comprende l’acquisto congiunto volontario di stoccaggi strategici da parte degli operatori di trasmissione energetica, una misura che sarebbe utile per far fronte a eventuali rincari futuri.
Questa settimana, si terrà anche l’Euro Summit, in cui ci confronteremo sullo stato della ripresa economica.
La Commissione europea prevede che l’Italia crescerà del 6,2% quest’anno, un tasso superiore a quello dell’Unione europea, pari al 5%.
Permangono però elementi di incertezza, come la diffusione della variante Omicron e le pressioni inflazionistiche, legate anche all’aumento dei prezzi dell’energia.
A fronte di questi rischi, è giusto confermare una politica di bilancio espansiva per il 2022, che consolidi il sentiero di crescita e punti soprattutto sugli investimenti.
All’Euro Summit, discuteremo anche del completamento dell’Unione bancaria, necessario per rafforzare la stabilità finanziaria dell’unione monetaria.
L’Italia lavora per affiancare ai due pilastri esistenti – il Meccanismo di Vigilanza Unico e il Meccanismo di Risoluzione Unico – un Sistema Europeo di Assicurazione dei Depositi.
Il presidente dell’Eurogruppo fornirà dettagli sullo stato del negoziato in corso, a cui l’Italia partecipa con spirito costruttivo.
Nell’Euro Summit discuteremo infine della costruzione dell’unione dei mercati dei capitali, un progetto rilanciato grazie al nuovo piano di azione della Commissione europea, presentato nel settembre 2020.
L’azione della Commissione si sta concretizzando attraverso iniziative come la revisione della direttiva Solvency II sul comparto assicurativo e il regolamento sui fondi di investimento europei a lungo termine. L’obiettivo è integrare i mercati nazionali dei capitali in un vero mercato unico, per aumentare le opportunità di investimento per i cittadini e di finanziamento per le imprese.
Al Consiglio Affari Generali dei Ministri degli Affari europei del 23 novembre sono state adottate le Conclusioni per “mettere a sistema” le lezioni apprese durante la pandemia.
Il Consiglio europeo di dicembre inviterà il Consiglio Affari Generali a proseguire con questo lavoro.
Per essere più preparati a eventuali crisi future, vogliamo migliorare le nostre capacità di risposta e tutelare al meglio il funzionamento del mercato unico.
Nella prima fase dell’emergenza molti Stati Membri hanno cercato soluzioni individuali a un problema comune.
Penso, per esempio, alla corsa all’approvvigionamento di dispositivi di protezione, agli episodi di protezionismo sanitario.
Nei mesi successivi, però, abbiamo dimostrato di saper collaborare, ad esempio attraverso la centralizzazione degli acquisti di vaccini.
Anche nella risposta alla crisi economica il coordinamento europeo è stato fondamentale, per esempio con la creazione del programma Next Generation EU.
La settimana prossima ci sarà una cabina di regia per approvare la relazione annuale sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nel documento sarà illustrato lo stato di realizzazione del Piano: le riforme intraprese; gli investimenti avviati; gli organi preposti al controllo e alla valutazione delle misure.
Il Governo farà il punto anche sui 51 obiettivi da realizzare entro la fine dell’anno, che sono in larga parte già acquisiti e che siamo certi di raggiungere tutti nei tempi previsti.
Nel Consiglio europeo daremo inoltre un parere iniziale sulla bozza della “Bussola Strategica”, presentata a novembre dall’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, Borrell.
La Bussola può avvicinarci a un’autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune.
Vogliamo migliorare le capacità di gestione di crisi legate a minacce ibride, cibernetiche e alla disinformazione.
Proteggere al meglio gli spazi geo-strategici oggetto di contestazioni – dai mari allo spazio.
E migliorare le capacità di risposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici, dei disastri naturali e delle emergenze.
Inoltre, servirà a pianificare meglio gli investimenti per sviluppare le nostre capacità di difesa, incluse le tecnologie emergenti.
E farlo in modo coordinato, tramite la cooperazione e il supporto tra partner.
Il negoziato continuerà anche dopo il Consiglio europeo: intendiamo adottare la “Bussola strategica” a marzo 2022.
Questa dovrà servire da stimolo per rafforzare la politica estera europea.
Servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell’unanimità, che troppo spesso rallenta l’azione europea.
Lo stesso vale per i meccanismi decisionali di impiego militare.
La capacità europea di pronto schieramento di circa 5mila unità, proposta nella bozza della “Bussola”, richiede una struttura chiara e compiti ben definiti.
È un primo passo importante, a cui dovrà seguire in futuro una mobilitazione maggiore, accompagnata da risorse finanziarie adeguate.
Anche i processi di analisi delle minacce e di intelligence da parte delle Agenzie degli Stati membri devono seguire processi più strutturati e rigorosi.
Dobbiamo tenere conto anche delle sfide nell’ambito della sicurezza che provengono dal Mediterraneo allargato.
Bisogna inoltre garantire l’interoperabilità degli strumenti militari europei con la NATO.
Un’Unione Europea più forte, meglio coordinata e più autonoma dal punto di vista della politica estera è un vantaggio per l’Alleanza atlantica e per il mondo intero.
Il Consiglio Ue manderà un segnale di impegno per rafforzare il partenariato strategico con la NATO. È fondamentale per la nostra sicurezza, anche di fronte a nuove minacce come quelle cibernetiche.
La terza Dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra l’UE e la NATO, che chiediamo sia negoziata e sottoscritta in tempi rapidi, deve tenere conto di queste sfide.
Nel Consiglio europeo di domani si parlerà anche di migrazioni.
L’Italia pone di nuovo questo tema con assoluta determinazione, anche a seguito del numero elevato di arrivi che ci sono stati in questi mesi.
Da luglio gli sbarchi mensili non sono mai scesi sotto la quota di 6.900, e hanno raggiunto un picco di oltre 10 mila ad agosto.
Al 14 dicembre, le persone sbarcate in Italia quest’anno erano 63.062. Nel 2019 sono state 11.097, e nel 2020 sono state 32.919.
Al tempo stesso, con l’introduzione delle restrizioni pandemiche, le già sporadiche re-distribuzioni tra Paesi europei dei migranti sbarcati in Italia si sono interrotte.
L’Italia continuerà a chiedere una gestione condivisa, solidale, umana e sicura.
L’Unione europea deve dimostrarsi all’altezza dei propri valori, come l’ha esortata a fare Papa Francesco di recente.
Per difendere le vite e i diritti di chi parte per scappare è essenziale promuovere i corridoi umanitari dai Paesi terzi verso gli Stati Membri dell’UE.
Non è sufficiente che sia solo l’Italia ad attuarli: serve un chiaro impegno europeo.
Dobbiamo rafforzare i canali legali di migrazione, perché rappresentano una risorsa, non una minaccia per la nostra società.
Allo stesso tempo, serve una gestione condivisa, rapida ed efficace dei rimpatri.
La Commissione Europea e il Servizio Europeo per l’Azione Esterna devono fornire fondi adeguati per la rotta del Mediterraneo Centrale.
E l’Unione deve fare di più per negoziare e attuare accordi europei di riammissione e intensificare i rimpatri volontari assistiti.
Sul fronte della politica estera, ci aspettiamo che il Consiglio Europeo si esprima in modo inequivocabile contro la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso.
L’uso intenzionale dei migranti per scopi politici è inaccettabile.
Come ho detto al Primo Ministro polacco Morawiecki durante la sua recente visita a Roma, la risposta europea non è mancata – è stata mirata e concreta.
Abbiamo imposto nuove restrizioni nei confronti delle Autorità di Minsk, e approvato nuove misure di sostegno ai Paesi di arrivo dei migranti, Lituania, Lettonia e Polonia.
In queste settimane abbiamo assistito al crescere delle tensioni tra la Russia e l’Ucraina.
Il Consiglio europeo deve chiedere urgentemente alla Russia di adoperarsi per ridurle.
Dobbiamo rinnovare, in modo unanime, il nostro sostegno alla sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina, come ho avuto modo di esprimere al Presidente ucraino Zelensky.
Nelle ultime settimane ci sono state consultazioni da parte del Presidente degli Stati Uniti, Biden, nel quadro Nato, con l’Italia e con altri Paesi europei per formulare una risposta.
Questa risposta deve partire dalla considerazione condivisa che la diplomazia resta l’unica via per risolvere il conflitto nel Donbass.
Una soluzione pacifica non può prescindere dall’attuazione degli Accordi di Minsk del 2015.
Infine, il Consiglio Europeo sarà l’occasione per confrontarsi in vista del Vertice con l’Unione Africana a febbraio.
Dobbiamo rafforzare i rapporti con i Paesi africani in ambito multilaterale e con partenariati responsabili e paritari.
Tra i temi prioritari ci sono gli investimenti per affrontare la transizione ecologica e la campagna di vaccinazione anti-Covid, che in Africa procede con molte difficoltà.
Il Governo auspica che la Commissione e gli Stati membri approvino un pacchetto di misure per l’Africa, anche per accelerare la produzione in loco di vaccini.
Nel concludere, voglio ringraziarvi per il vostro contributo e il vostro sostegno. Questi confronti rafforzano l’azione del Governo in Europa e la legittimano ulteriormente di fronte ai cittadini italiani. Grazie”.