Economia

Un anno di Piano Mattei, Confindustria fa il punto

22
Gennaio 2025
Di Giampiero Cinelli

Giorgia Meloni lo ha detto in conferenza stampa, il Piano Mattei si amplierà ad altri Paesi africani. Ma dopo la sua prima fase, in verità poco tra i media generalisti si era riuscito a carpire riguardo a questa opera. Gli addetti ai lavori ora vogliono divulgare meglio gli sforzi. Ad un anno dal lancio del Piano Mattei, molto è stato realizzato in termini di progetti concreti e strumenti finanziari, pilastri fondamentali del programma. Lo ha sottolineato Fabrizio Saggio, capo della Struttura di missione per il Piano Mattei e consigliere diplomatico del premier Giorgia Meloni, durante l’Assemblea generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Il Piano, un ambizioso programma di diplomazia, cooperazione e investimenti, mira a rafforzare i legami tra Italia e Africa.

«La premessa è che si tratta di un piano di interesse nazionale, questa è la base su cui si fonda il Piano, che punta a mettere insieme il sistema Italia come forse non era mai stato fatto», ha spiegato Saggio. Il progetto coinvolge tutte le eccellenze italiane: imprenditori, aziende partecipate, ministeri e il sistema Italia nel suo complesso. Due sono le caratteristiche principali del Piano Mattei: «la concretezza e l’ascolto», ha proseguito Saggio, aggiungendo che l’approccio del premier Meloni si basa sull’ascolto delle esigenze del continente africano per avviare interventi mirati.

Saggio ha evidenziato il potenziale di cooperazione tra Italia e Africa attraverso dati significativi: «600 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica; l’età media in Africa è di 19 anni, contro i valori europei e italiani ben più alti; il 40% della popolazione non ha accesso all’acqua e 19 nazioni africane sono tra i 20 Paesi con i più alti tassi di mortalità infantile al mondo». In pochi decenni, ha osservato, «la forza lavoro che l’Africa metterà a disposizione sarà unica a livello mondiale».

Investimenti concreti e risultati tangibili
I dati illustrano come il Piano Mattei stia già producendo risultati tangibili. Sace, attraverso il coinvolgimento delle imprese italiane, ha rilasciato garanzie per 5,5 miliardi di euro, supportando progetti per un valore complessivo di 13 miliardi e salvaguardando circa 18 mila posti di lavoro. Alessandra Ricci, amministratrice delegata di Sace, ha spiegato: «A questo si affianca la nostra Push Strategy, che mira a sviluppare l’export italiano attraverso finanziamenti dedicati ai Paesi beneficiari del Piano, favorendo l’internazionalizzazione delle imprese». Attualmente, Sace ha aperto quattro uffici in Africa: a Johannesburg, Il Cairo, Nairobi e Rabat.

Anche Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha dato un contributo significativo, mobilitando circa 650 milioni di euro per nove progetti, di cui cinque già stipulati. Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cdp, ha sottolineato l’importanza di integrare risorse italiane ed europee, coinvolgendo sia istituzioni pubbliche sia private. Dal 2014, Cdp ha destinato complessivamente 3,5 miliardi di euro all’Africa, pari al 50% del suo impegno internazionale, aprendo uffici in Egitto e Marocco, con nuove aperture previste ad Abidjan e Nairobi.

Una nuova strategia per le imprese italiane
Il Piano Mattei rappresenta «un contesto strategico» unico per le imprese italiane che vogliono investire in Africa, ha dichiarato Pasquale Salzano, presidente di Simest. «Si tratta di una novità rilevante nel panorama italiano, che si inserisce in un contesto geopolitico sempre più interessante per gli investimenti in Africa», ha aggiunto. Salzano ha evidenziato come il Mediterraneo allargato, identificato come area chiave, rappresenti un’opportunità anche in termini di sicurezza, grazie alla posizione geografica privilegiata dell’Italia.

C’è l’intenzione di comunicare il Piano Mattei, ma soprattutto la voglia di continuarlo aumentando l’impegno.