Politica

Informazione, crollo della stampa. In vetta i TG, insidiati da Facebook

05
Dicembre 2021
Di Alessandro Caruso

Il verdetto emanato dal 55esimo rapporto Censis, per quanto riguarda le fonti di informazione, parla chiaro: in prima posizione, per tutte le fasce di età, restano i telegiornali. Subito dopo incalza Facebook. Ma il crollo verticale della stampa cartacea continua in modo talmente perentorio da non rappresentare quasi più una notizia.

I NUMERI
Il telegiornale si conferma il veicolo più semplice e immediato per la fruizione delle notizie. I numeri tuttavia confermano un’attitudine degli italiani che fa ben sperare in ottica transizione digitale. Se aumentano da un lato, infatti, i telespettatori della tv tradizionale, con un incremento dello 0,5% del digitale terrestre e della tv satellitare rispetto al 2019, dall’altro sono cresciuti in modo rilevante gli utenti della web tv (41,9%: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, passata dall’1% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% concentrato negli ultimi due anni. 

Ma il dato che fa più riflettere è quello sulla graduatoria delle fonti di informazioni nei 7 giorni precedenti la pubblicazione del rapporto, un campione che rappresenta una proiezione delle abitudini degli italiani: al primo posto, ovviamente, i telegiornali; subito dopo i social network, in particolare Facebook, utilizzato dal 30,1% della popolazione (la concentrazione maggiore è il 39,5% nella fascia di età tra i 30 e i 44 anni). Un numero che segna un vantaggio quasi definitivo anche su Twitter, utilizzato dal 3,3% degli italiani. La dialettica “mista” tipica di Facebook e sicuramente anche la sua versatilità per l’organizzazione dei webinar e delle trasmissioni in streaming continuano a premiarlo. E questo trend è supportato dall’evidente aumento, anche, dell’impiego generale di internet: l’utenza ha raggiunto quota 83,5%, l’impiego degli smartphone sale a 83,3% e lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti complessivi dei social network. Stabile il dato sull’utilizzo dei giornali online: nella settimana precedente il rapporto il 12,5% degli italiani li ha consultati come fonte primaria di informazione. 

Per la stampa cartacea continua invece la notte fonda. Se nel 2007 i quotidiani erano letti dal 67% degli italiani, nel 2021 la quota si è ridotta al 29,1%. Lo stesso vale per i settimanali e i mensili , rispettivamente calati del 6,5% e del 7,8% nel biennio. 

Lo stesso non si può dire della radio: nel 2021 i radioascoltatori sono il 79,6%. Anche qui i device di fruizione premiano il digitale. Se infatti la radio ascoltata in casa attraverso le attrezzature tradizionali perde 2,1 punti percentuali nel biennio e l’autoradio 3,6 punti percentuali, aumenta, invece, l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet, con il pc (il 20,2% degli italiani) e con gli smartphone (il 23,8%). 

Continua a “tenere botta” il televideo, uno strumento tipico degli anni Novanta, ma evidentemente ancora apprezzato, soprattutto dai più adulti. Nella settimana precedente la pubblicazione del rapporto l’8,7% degli italiani lo ha usato come mezzo orevalente di informazione. Una percentuale ovviamente supportata dal 15% rappresentato dagli over 65.

LE TIPOLOGIE DI NOTIZIE
La politica nazionale resta il primo topic di interesse degli italiani. Anche se nel biennio 2019-2021 la percentuale è calata dal 42,4% al 39,7%. Seguono le notizie di scienza, medicina e tecnologia, il cui bacino di utenza è salito dal 27,7% al 33,4%, certamente anche condizionato dalla pandemia. Seguono le notizie di viaggi e stili di vita (28,5%) e la cronaca nera (27,9%). Cala l’interesse per lo sport (dal 29,4% al 26,3%) e per la cultura (dal 26,7%) al 24,8%). La politica estera, nonostante i tanti accadimenti dell’ultimo biennio, occupa l’ultimo posto (10,6).  

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