Politica

Trasporti e infrastrutture, chiave per lo sviluppo. Il dibattito di Parlamento Magazine

17
Gennaio 2025
Di Ilaria Donatio

Trasporti e infrastrutture come chiave per lo sviluppo. Se ne è parlato alla Camera dei deputati, insieme agli interlocutori istituzionali e ad alcuni dei protagonisti del settore, in occasione della presentazione del numero di Parlamento Magazine – rivista trimestrale di cultura e comunicazione politica dell’associazione Italian Politics – dedicato proprio a questo tema. 

Intervenuti al dibattito, tra gli altri, insieme a Salvatore Deidda, Presidente della IX Commissione della Camera dei Deputati, il senatore Nicola Irto, l’on. Patty Labbate e l’on. Erica Mazzetti. Poi, tra i rappresentanti del settore, Roberto Calise (Flixbus), Fabio Pressi (Motus-E) e Giuseppe Rizzi (Fermerci). Ha introdotto i lavori Giuseppe De Lucia, presidente di Italian Politics.

Investire in infrastrutture sostenibili
Dal dibattito – moderato da Michele Vitiello, Direttore editoriale della rivista – è emerso come questa sia una priorità strategica ma anche un elemento di differenziazione per l’Europa rispetto al resto del mondo. Lo scrive, nel pezzo che introduce tutto il numero monografico di dicembre di Parlamento Magazine, il direttore responsabile Vincenzo Manfredi: la questione delle infrastrutture sollecita un’urgenza, “che si intraprendano riforme strutturali profonde per rafforzare la nostra competitività, investire in infrastrutture sostenibili e adattarsi alle dinamiche geopolitiche globali. Solo attraverso un approccio integrato che unisca innovazione, sostenibilità e una politica estera coesa, l’UE potrà generare sviluppo sostenibile nel lungo periodo e garantire, quindi, un benessere diffuso e stabile per i suoi cittadini”.

Il Piano Draghi sulla Competitività può porre le basi per aiutare a guidare il continente verso un futuro più competitivo e sostenibile. Tra i punti chiave del rapporto le infrastrutture giocano un ruolo centrale per la crescita e si sottolinea che l’Europa, pur essendo leader mondiale in settori tradizionali, rischia di perdere terreno senza un ammodernamento radicale delle sue reti di trasporto, della logistica e della mobilità. La quantità di riforme necessaria per realizzare il Piano Draghi impone un ripensamento in termini di innovazione, infrastrutture e governance economica. 

Deidda: continuità territoriale e dialogo parlamentare
In questi due anni di legislatura, da Presidente della IX Commissione della Camera dei Deputati, ha detto l’on. Salvatore Deidda, “mi sono impegnato a realizzare in Italia quel concetto di ‘Continuità territoriale’ che non deve essere considerato oramai una atavica rivendicazione di sardi e gli isolani ma un diritto di ogni cittadino”, sia che sia residente al centro di Roma Capitale sia che abiti nel comune più piccolo, Argentara, in provincia di Cuneo. 

Una continuità territoriale nei trasporti, aerei, ferroviari, marittimi, del trasporto pubblico locale, in linea o non, “delle merci e delle persone”, garantendo la massima sicurezza, ad equo prezzo sia per gli utenti che per le imprese e ovviamente interagendo con le stringenti, sino ad oggi, norme dell’Unione europea sia in materia di concorrenza che di transizione ecologica. Ovviamente rimarcando “le esigenze e la particolarità di ogni territorio nella nostra bellissima Italia”. La continuità territoriale “si deve applicare anche nelle telecomunicazioni, nella transizione digitale e in quei piani contenuti nel PNRR che il nostro Sottosegretario alla Transizione Digitale Alessio Butti con il competente Dipartimento stanno portando avanti con attenzione condivisione”.

L’Italia viaggia in bus ma non c’è personale

C’è un’ltalia che viaggia, dimenticata. Un mosaico di tanti Comuni dove la ferrovia non arriva – figuriamoci l’alta velocità – e che sembrano non esistere per i media, l’opinione pubblica, la politica. È l’italia di chi viaggia in bus. Lo denuncia, nel proprio intervento, Roberto Calise, responsabile Relazioni istituzionali Flixbus Italia.

La corriera, come si diceva un tempo, è spesso l’unica soluzione di trasporto per chi non può permettersi l’auto: “Viaggi infiniti, magari di notte, dalla Sicilia, la Calabria, la Puglia, verso il nord o il resto d’Europa. Tuttavia, quelle che si potrebbero definire ‘periferie territoriali’ sono tante e meno scontate di quanto si possa immaginare. Buona parte del centro (Umbria, Marche, Abruzzo, Molise) gravita su Roma. La Liguria e il basso Piemonte verso Milano. Il Friuli verso il Veneto e l’Emilia”. Aree che si muovono in auto o in bus. Nei fatti, non c’è una terza via. Un mercato enorme di cui non si conoscono i con-torni. “Questo è il primo suggerimento al legislatore”, dice Calise, “cui ci rivolgiamo come FlixBus (presente in 40 paesi, ndr): manca una norma che renda obbligatorio per gli operatori (che siano bus di lunga distanza o trasporto pubblico locale) comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) i numeri dei passeggeri trasportati. Nell’epoca degli open data, è un paradosso che rende molto complicato quantificare i fenomeni, e dunque prendere le iniziative necessarie: la regola aurea del ‘conoscere per deliberare’”.

La carenza di autisti sta, poi diventando una vera emergenza. Che ancora non appare nella sua enorme portata, ma che rischia di paralizzare il settore. La politica ha il dovere di intervenire. Attualmente è previsto un bonus patenti per chi vuole conseguire i titoli abilitativi per diventare autista di camion o bus, certificazioni molto onerose. La misura si è rivelata un successo: le (esigue) risorse disponibili sono finite in meno di un giorno. La strada è dunque quella giusta. L’attuale bonus, se aumentato e rivisto in alcune sue parti, può rappresentare sia uno strumento di avviamento alla professione per i più giovani, sia una politica attiva del lavoro per chi vuole reinventarsi autista.

La partita industriale della mobilità elettrica
L’elettrificazione dell’auto rappresenta uno switch tecnologico globale, non solo una questione ambientale. Per l’Italia è essenziale cavalcare questa rivoluzione con pragmatismo, puntando su innovazione, infrastrutture di ricarica, energia competitiva e formazione. Un’alleanza tra automotive ed energia, sostenuta da politiche mirate, può rilanciare la filiera e garantirne la competitività internazionale.

Il mondo dell’auto è chiamato a un radicale cambio di paradigma, possibile solo unendo le forze con un altro settore strategico: quello dell’energia. Per questo, racconta Fabio Pressi – Presidente di Motus-E – sei anni fa è nata Motus-E, che con oltre 100 associati e partner costituisce una piattaforma di dialogo unica nel panorama italiano, in grado di mettere insieme automotive, energy, componentistica, servizi e mondo accademico, e di farli dialogare con le Istituzioni. D’altro canto, non è più possibile pensare di affrontare il tema dei trasporti senza una profonda conoscenza del mondo dell’energia, e viceversa. È da questo approccio aperto e multidisciplinare che bisogna ripartire per individuare le migliori strategie per raggiungere un obiettivo comune: riportare la filiera automotive nazionale laddove gli compete, al centro del panorama globale, per costruire sviluppo economico e nuova occupazione”.

Le sfide del trasporto ferroviario merci
Di infrastrutture e di rilancio del trasporto ferroviario, ha parlato Giuseppe Rizzi, direttore generale di Fermerci. Il trasporto ferroviario merci in Italia, cruciale per la competitività e la sostenibilità, dal 2023 affronta sfide cruciali: tensioni geopolitiche, recessione e vulnerabilità infrastrutturale hanno ridotto il traffico internazionale del 3,2%. I lavori PNRR, pur necessari, causano ulteriori interruzioni, penalizzando il settore. Servono interventi mirati, come incentivi economici e sostegni, per garantire una transizione sostenibile e resiliente verso il futuro.

Fotografia di copertina, riprese e montaggi a cura di Simone Zivillica