Politica
Consulta, tredicesima fumata nera per i quattro giudici
Di Giampiero Cinelli
La Consulta non s’ha da fare. Ennesima fumata nera del Parlamento convocato in seduta comune per l’elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. Le schede bianche sono state 377, 15 le nulle, 9 i voti dispersi. Era richiesta la maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’assemblea. La conferenza dei capigruppo della Camera, convocata per domani, dovrà stabilire la data del quattordicesimo scrutinio per un giudice e del quinto per tre giudici.
L’indicazione di voto è arrivata dai Senatori della maggioranza. Meloni e Schlein si sono parlate. Che l’accordo tra maggioranza e opposizione non fosse ancora raggiunto lo aveva fatto capire in mattinata il capogruppo alla Camera di Forza Italia Paolo Barelli. «Non sono sicuro che oggi si troverà ancora la quadra. Potrebbe darsi che il Parlamento sia chiamato a riunirsi, in un modo non completamente usuale ma legittimo, anche entro fine settimana. Potrebbe darsi che sia così» ha detto al programma Start di Sky Tg24. La soluzione è così difficile perché tre giudici devono anche rispecchiare gli auspici dell’opposizione, mentre, come da accordi, il quarto nome va assolutamente condiviso tra le parti. Lavoro non da poco se consideriamo che in questa fase politica la Consulta sarà indubbiamente centrale rispetto al percorso delle riforme istituzionali e della Rai, tutti progetti portati avanti con fatica ma a cui il governo ha fatto sapere di non voler rinunciare.
Il primo nome in quota centrodestra resta Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni. Le opposizioni invece compatte sul costituzionalista Massimo Luciani. Nella maggioranza si continua a discutere sulla possibile nomina di Antonio Zanettin e dell’Avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli. Dubbi che si ripercuotono sull’individuazione del quarto candidato, il cosiddetto tecnico, figura super partes. A destra, in alternativa spunta il nome del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
Non sono bastati i richiami del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Vista pure l’urgenza legata alla necessità di ricostituire il plenum della Consulta entro lunedì 20 gennaio, quando si riunirà in Camera di Consiglio sull’ammissibilità dei referendum sull’Autonomia. L’accordo Bipartisan è necessario alla luce delle condizioni numeriche per l’eleggibilità.