Salute

Più scienza che bufala: identikit del guru No Vax Robert Malone osannato da Cacciari

03
Dicembre 2021
Di Lorenzo Saverio Guido

Sono un po’ di giorni che Massimo Cacciari nomina in tv un certo premio Nobel “Melòn”, come esempio di voce illustre e non conforme alla cosiddetta scienza di regime. Cacciari lo ha citato due volte, prima a Cartabianca, l’altro ieri a Otto e mezzo: “Guardi il premio Nobel Melòn, guardi il premio Nobel Melòn….”, ha detto a un ospite che scuoteva la testa. Ma chi è questo Melòn? Rintracciarlo è un’impresa. Alcuni dicono che non esiste, che il filosofo l’ha inventato di sana pianta. Teoria suggestiva. Ma la soluzione è più banale. Cacciari è incappato in un piccolo equivoco. Ha pronunciato alla veneziana – Melòn – il cognome di un dottore americano, Robert Malone, che esiste eccome. Un passato un po’ misterioso di ricercatore brillante, artefice autoproclamato della tecnologia mRNA, oggi sparge scetticismo sui vaccini. Tra gli anti vax è un idolo. Il premio Nobel però ancora non l’ha vinto – e probabilmente non lo vincerà nemmeno dopo l’endorsment di Cacciari. 

Ma un attimo, chiariamo. Robert Malon negli anni ’80 è stato davvero un pioniere. Non lo dice qualche anti vax rincoglionito, ma un articolo di Nature che ripercorre la lunga e intricata storia dei vaccini mRNA. Centinaia di scienziati ci hanno lavorato per decenni, e uno di questi era il giovane Malone, fresco di studi a un’università di biologia di La Jolla, California; nel 1987 eseguì un esperimento che Nature definisce “epocale”; mescolò filamenti di RNA messaggero con goccioline di grasso e ci immerse delle cellule. Scrisse sul suo diario: “se quelle cellule creassero proteine dall’mRNA trasmesso in esse, potremmo trattare l’RNA come un farmaco”.  Era l’11 gennaio 1988: Robert ci aveva visto giusto: “trattare l’RNA come un farmaco”. Un po’ quello che succede oggi con i vaccini Pfizer e Moderna, di cui sono state somministrate miliardi di dosi in tutto il mondo. 

Malone comunque non era da Nobel, afferma chi si intende di biochimica – il suo capo, Philip Felgner, forse sì, avrebbe potuto esserlo, e oggi dirige il Centro di ricerca e sviluppo dei vaccini dell’università della California. Malone invece si lamenta. “Sono stato cancellato dalla storia”, ha detto a Nature. “Io, l’inventore dei vaccini a mRNA”. Ma non è stato cancellato. Semplicemente la strada della scienza non è diretta. Il successo è arrivato molti anni dopo gli esperimenti di Malone, che a loro volta si basavano sul lavoro di altri ricercatori. 

La madrina del vaccino mRNA dicono sia Katalin Karikó. E se c’è un padrino quello è Drew Weissman, con cui Karikó ha scoperto insieme il vantaggio di modificare l’mRNA con elementi sintetici. Sono loro due i nomi che saltano fuori più spesso nel dibattito sul prossimo Nobel per la medicina. Ma la Karikó riconosce anche la bravura di chi è venuto prima e dopo di lei. Ha detto: “Tutti hanno aggiunto qualcosa in modo incrementale, me inclusa”. Anche Robert Malone. 

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