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Torna a Roma Cecilia Sala: la strategia ha funzionato

08
Gennaio 2025
Di Paolo Bozzacchi

Un grande sospiro di sollievo. E una bella soddisfazione per l’Italia e per la Premier Giorgia Meloni. Palazzo Chigi ha diffuso una nota che informa come sia decollato “pochi minuti fa”, da Teheran, l‘aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran per 20 lunghi giorni.

Tornano alla mente il viaggio lampo della Premier negli USA da Donald Trump, il preoccupante silenzio stampa chiesto dalla famiglia, il pacco vuoto consegnato alla Sala in carcere nonostante la visita dell’Ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amodei. La Sala è stata costretta a luce costante 24 ore al giorno, e a nutrirsi quasi esclusivamente di datteri. 

Torna alla mente anche il collegamento che i media hanno più volte sottolineato con l’arresto dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi. Al quale proprio ieri la procura generale di Milano ha negato i domiciliari, lasciandolo in carcere ad Opera almeno fino al 15 gennaio, giorno in cui è stata fissata l’udienza. Abedini è stato arrestato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre su mandato emesso dagli Stati Uniti che lo accusano di essere “l’uomo dei droni di Teheran”, ovvero di aver fornito droni e materiali elettronici all’Iran, aggirando gli embarghi statunitensi. Il collegamento è stato confermato lo scorso 2 gennaio dall’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, che aveva precisato che le condizioni di detenzione della Sala in Iran sarebbero state legate a quelle di Najafabadi.

L’arresto della Sala è stato un caso immediatamente diplomatico. Tanto che il rilascio immediato è stato chiesto dal Ministero degli Esteri italiano, dall’Alta Rappresentante dell’UE, Kaja Kallas e dal Dipartimento di Stato USA. L’inatteso happy end della vicenda passerà alla storia come un caso di successo dell’attività della nostra diplomazia, della politica e delle Istituzioni.

Non era affatto scontato. Bentornata Cecilia! L’Italia festeggi unita.