Cara Giorgia,
possiamo dire di conoscerci anche se non ci siamo mai visti di persona.
Seguiamo da anni le tue avventure politiche, le abbiamo commentate anche nei momenti peggiori formulando profezie che sono state smentite dalla storia.
Al tempo della nascita del governo Draghi, ci permettemmo di definirti la “Marine Le Pen de noantri”, aggiungendo “condannata all’irrilevanza in nome della coerenza” … Quante fesserie che si scrivono ma, d’altronde, le previsioni le sbaglia solo chi si arrischia a fare analisi.
In questi 2 anni di Governo ti abbiamo riconosciuto tanti meriti e mai abbiamo mancato di evidenziare le tue doti di leadership. Hai proiettato l’Italia in uno scenario di politica estera attiva come da anni non succedeva.
Hai vinto quasi tutte le elezioni cui hai partecipato, innescando un filotto di successo a livello regionale e confermando il tuo successo alle elezioni europee di giugno.
Inoltre, sei riuscita nell’operazione storica di portare la destra quasi fin dentro la maggioranza che guida l’Europa, mantenendo un sostegno esterno alla Commissione von der Leyen ma ottenendo uno dei ruoli più alti al suo interno per il fidato Raffaele Fitto.
Insomma, senza stare qui a sbrodolare altrimenti non saremmo noi, ci limitiamo a dirti “brava” e augurarti di andare avanti su questa strada.
Ecco… magari non proprio questa esatta strada, ma una un po’ diversa, più larga e capiente per accogliere alcune idee diverse.
Innanzitutto, due parole su come i tuoi Ministri e i “big” della maggioranza gestiscono alcuni provvedimenti.
La stabilità di Governo e la prospettiva lunga della maggioranza sono sicuramente un fattore positivo, ma portano anche “rilassatezza” e sottovalutazione delle insidie. Continuare a depositare Disegni di Legge o semplicemente annunciarli, sapendo che la coperta economica è sempre più corta e l’implementazione sempre più complicata, rischia solamente di allargare la platea dei delusi.
Una platea forse ristretta rispetto al largo consenso di cui gode la Premier, ma con cui non si può non fare i conti: associazioni di categoria, grandi aziende, multinazionali che investono in Italia, specifici settori di piccole e media imprese.
Da qui prendiamo lo spunto per il 2° aspetto che meriterebbe attenzione.
Pur prendendo atto del fatto che perseverando in questo atteggiamento Giorgia Meloni non perde voti, ci chiediamo: ma prima o poi un imprenditore lo incontrerà? Un’azienda la visiterà?
L’economia vive di numeri e di realtà che si formano anche in base ad un fattore fondamentale, l’elemento chiave che è alla base del capitalismo: la fiducia.
Chi guida una Nazione ha il dovere di infondere fiducia e minore sarà lo spazio economico-finanziario per farlo (tagli di tasse, incentivi, etc.), maggiore dovrà essere l’investimento nella percezione della fiducia.
Al netto dei ripetuti incontri con Elon Musk, le doverose partecipazioni alle assemblee confindustriali e alcune iniziative comuni fatte con le Aziende di Stato, la Premier non dedica tempo alle imprese.
Cautela? Sicuramente, tantissima come in tutto quello che la Premier fa.
Pregiudizio ideologico? Può darsi, ma non fa parte della grandezza di un leader.
Qualche cattivo consigliere? Senza dubbio, ma fa parte dei doveri del leader cambiare anche le idee dei consiglieri, o cambiare consiglieri, magari recidendo qualche pezzo di cordone ombelicale.
Nella Nazione in cui vigono le più grandi barriere all’investimento del pianeta, a partire dall’incertezza normativa e giudiziaria, la comunicazione può essere un fattore fondamentale per dare sostegno a chi in Italia c’è e – soprattutto – a chi bramerebbe per esserci.
Terzo e ultimo aspetto su cui ti diamo un suggerimento. Preparati a portare pazienza, tanta pazienza.
Siamo quasi a metà della Legislatura e ci sono già i primi segnali di non capacità di gestione della noia nell’ecosistema politico.
Nel 2025 ci saranno tante elezioni regionali e ognuna di queste aprirà delle sfide sulle candidature.
Alcuni grandi dossier come l’Autonomia, il Premierato e la riforma della Giustizia andranno avanti, causando tensioni ed intromissioni esterne. La Magistratura si farà sentire, come prima e più di prima.
L’economia probabilmente non andrà meglio, ma peggio, e se anche non sarà per colpa del Governo ma di dinamiche globali sarai sempre tu, Giorgia, ad essere al centro dell’attenzione.
Gli alleati diventeranno sempre più rissosi e tu dovrai saper camminare sul limite che separa il dominio dal risentimento.
Questo è tanto ma non è tutto, in quanto fotografia di dicembre 2024 che non tiene conto degli ostacoli che la realtà ti pone davanti. Shit happens, sempre.
In conclusione, cara Giorgia, non avendo particolari doveri di lealtà o riconoscenza nei tuoi confronti, ci sentiamo liberi di dirti “brava” ma con qualche piccola riserva, e di dirti anche che più che i “gufi” saranno le (non) capacità di alcune delle persone a tue più vicine a crearti i maggiori problemi.