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Usa 2024: + 44, torna l’incubo dello shutdown sul Natale degli americani
Di Giampiero Gramaglia
Torna l’incubo dello shutdown, cioè della parziale serrata dei servizi pubblici, a guastare le feste degli americani: è una minaccia ormai ricorrente nel clima di contrapposizione fra democratici e repubblicani, cui s’aggiunge l’intransigenza al compromesso del duo Donald Trump / Elon Musk.
Senza troppo entusiasmo, i media Usa raccontano tutti la stessa storia: il compromesso bipartisan tra i leader del Congresso per finanziare la spesa pubblica e dilatare il tetto del debito, tamponando la situazione almeno fino alla primavera, in attesa della legge di bilancio preparata della nuova Amministrazione; una campagna – finanziata da Musk – contro l’intesa e una raffica di interventi sui social di Trump, spalleggiato in Campidoglio dal suo vice J.D. Vance, per avere misure meno onerose; e, infine, i repubblicani, che s’adeguano, stracciano l’accordo e lasciano l’Unione senza fondi, a 72 ore dall’esaurimento di quelli in cassa.
Il seguito e la fine restano da scrivere. Non è escluso che milioni di dipendenti pubblici debbano restare a casa senza stipendio, nell’attesa che i parlamentari trovino una soluzione. Trump e Musk vogliono una legge più snella – “semplificata” e “senza regali ai democratici”, dicono sui social -, ma con l’immediato aumento del tetto del debito federale. In pratica, meno spese sociali, ma anche niente aumenti di stipendio ai parlamentari, e più margini di spesa per loro, quando si saranno insediati.
La rivolta fomentata da Trump e Musk mette in difficoltà lo speaker della Camera Mike Johnson, che aveva approvato l’intesa bipartisan, ma che, aspirando ad essere confermato nella carica, non si vuole mettere contro il presidente eletto. Bombardati sui social da Musk e atterriti dai diktat di Trump, i legislatori repubblicani hanno affossato il compromesso, ma restano incerti sul da farsi. E’ vero che l’opinione pubblica addosserebbe loro la responsabilità della chiusura per le le feste di servizi pubblici non essenziali, come, ad esempio, i parchi naturali, ma è pure vero che mancano due anni alle prossime elezioni di midterm: nell’immediato, l’ira di Trump fa più paura della rivalsa degli elettori.
Usa 2024: la Fed taglia i tassi e la borsa va giù
La vicenda dello shutdown s’infiamma in un giorno ricco di notizie economiche, con la decisione della Federal Reserve di abbassare di un quarto di punto il costo del denaro, accompagnata, però, dall’avvertimento che il ritmo di riduzione del costo del denaro potrebbe rallentare nel 2025 perché il raffreddamento dell’inflazione procede meno spedito dello sperato e perché i prezzi potrebbero di nuovo salire a seguito della politica dei dazi della nuova Amministrazione.
È stato il terzo taglio quest’anno, ma – avverte Jerome Powell, il presidente della banca centrale degli Stati Uniti – nel 2025 potrebbero essercene solo due.In tal modo, la Federal Reserve fa una sorta di regalo avvelenato al ‘Trump 2’. E c’è chi si domanda se le decisioni della Fed sarebbero state le stesse se le elezioni le avessero vinte i democratici: magari ci sarebbero stati più prudenza adesso e più ottimismo in prospettiva.
Di conseguenza, la Borsa, invece di festeggiare la riduzione del costo del denaro, reagisce male, con forti perdite, dopo avere raggiunto, due settimane or sono, il suo massimo di tutti i tempi, grazie a investitori inebriati dalle promesse trumpiane di deregulation a gogò e di tagli alle tasse delle imprese. Il dollaro, invece, è salito: un effetto collaterale sgradito al ‘Trump 2’.
Usa 2024: il rapporto su Gaetz sarà reso pubblico
La notizia che elettrizza i media Usa tra politica e gossip è la decisione della Camera di rendere pubblico il rapporto della commissione etica sui discussi comportamenti dell’ex deputato repubblicano Matt Gaetz, che Trump aveva scelto come segretario alla Giustizia, ma che ha poi rinunciato all’incarico per le polemiche derivatene.
La decisione di pubblicare il rapporto è scaturita da un voto segreto nella commissione etica, che ha ribaltato la precedente decisione di non pubblicare il rapporto perché Gaetz non è più deputato – s’è dimesso due giorni prima che il documento fosse divulgato -. E siccome nella commissione i repubblicani sono in maggioranza, vuol dire che qualcuno di loro ha cambiato il suo voto.
La pubblicazione del documento dovrebbe essere imminente. Gaetz è accusato di comportamenti sessualmente scorretti e di uso di droghe illecite. Nelle ultime settimane, testimonianze di donne che lo accusano di molestie e/o di violenza si sono susseguite.