USA2024
Usa 2024: + 41, Trump forma il governo dei fedelissimi e degli anti-governo
Di Giampiero Gramaglia
Il governo dei fedelissimi. O, come titola sagacemente la Cnn, ‘il governo dell’anti-governo’, cioè di tutti quelli che, coerentemente con il loro capo, Donald Trump, pensano che meno governo c’è meglio è, così ciascuno fa come gli pare, soprattutto i ricchi che non hanno problemi a sbarcare il lunario. E che gli altri si arrangino.
Dimenticatevi competenza ed esperienza. I fans del magnate eletto per la seconda volta presidente degli Stati Uniti con i voti di delusi e arrabbiati sono animati da un’ostilità viscerale verso le élites e verso gli esperti: pensano che ‘uno vale uno’ anche se c’è di mezzo la scienza, o la salute; e che comprarsi una pistola li garantisca più che i spendere soldi per ridurre le disuguaglianze ed educare alla convivenza.
La squadra del Trump 2 è stata praticamente allestita in tempi record, nel giro di un mese dal voto del 5 novembre, in anticipo di oltre un mese sul cambio della guardia alla Casa Bianca il 20 gennaio – i Grandi Elettori si riuniscono domani nelle capitali dei 50 Stati per un voto sostanzialmente rituale, il Congresso ne ratificherà i verdetti ai primi di gennaio -.
I media liberal dedicano molto spazio e tante elucubrazioni alla possibilità che il Senato, cui spetta l’ultima parola su molte nomine, bocci alcune delle scelte più ‘sfidanti’ di Trump, tipo il segretario alla Difesa Pete Hegseth, che sarà pure stato in Afghanistan e in Iraq con il grado di capitano, ma ha un passato prossimo costellato d’episodi di violenza e di ubriachezza che lo rende poco qualificato per qualsiasi incarico di responsabilità pubblica.
Me sono fantasie. I senatori repubblicani hanno già dimostrato, alla fine del primo mandato, dopo il tentativo di rovesciare con la violenza l’esito del voto del 2020, il 6 gennaio 2021, di essere succubi di Trump: lo assolsero allora, quando sembrava – e doveva essere – un uomo politicamente finito; figuriamoci se gli si mettono contro ora, che è nel pieno della popolarità e all’inizio d’un mandato che lui colloca nel segno della rivincita e della punizione per quanti lo ostacolarono in passato o vogliano ostacolarlo adesso.
Quindi, o ci ripensa lui stesso, come ha fatto con il segretario alla Giustizia Matt Gaetz, rimpiazzato quando è apparso indifendibile da Pam Bondi, una sua avvocata; oppure passeranno tutti: passò il cavallo di Caligola nel Senato romano, figuriamoci se non passa Hegseth in quello di Washington.
La squadra sembra quasi composta per sfidare il buon senso, pur di premiare la lealtà; e per mettere alla prova l’affidabilità ‘trumpiana’ di senatori e ‘civil servants’, che in molti casi vedono paracadutati su di loro personaggi non qualificati o addirittura decisamente squalificati per i compiti loro affidati.
È il caso del ‘no vax’ Robert F. Kennedy jr alla Sanità; o dell’impresaria di wrestling, la lotta libera tutta finta che diverte Trump, Linda McMahon all’Istruzione; o della cospirazionista pro Assad e pro Putin Tulsi Gabbard a dirigere la National Intelligence; o del cospirazionista – il tratto è comune a molti – anti-Fbi Cash Patel a dirigere proprio l’Fbi.
Poi ci sono i conflitti d’interesse – potenziali, ma grandi come una casa -, di cui gli imprenditori che fanno affari con il pubblico Elon Musk e Vivek Ramaswami sono gli esempi più eclatanti: chiamati a rendere più efficiente la pubblica amministrazione, tagliando sussidi, spese ed organici. Chissà se avranno un occhio di riguardo per i fondi che foraggiano le loro imprese.
È una squadra poco diversa dal punto di vista del genere ed etnico. Ma queste non sono priorità per Trump: nel Gabinetto vero e proprio, ci sono un nero – all’edilizia – e due ispanici – una al lavoro e uno in posizione di rilievo: Marco Rubio, senatore della Florida, primo ‘latino’ segretario di Stato -. Quattro le donne. Un gay dichiarato.
Nel contorno, la diversità è maggiore, ai limiti del folklore: i due miliardari che devono rendere più efficiente l’Amministrazione sono uno d’origine sudafricana e l’altro indiana, la ‘zarina’ dell’intelligence è samoana. E, poi, lato stramberie, c’è chi ha ammazzato il proprio cane perché non buono per la caccia, come Kristi Noem, che si occuperà degli immigrati; e chi ha decapitato una balena o scuoiato un orso, entrambi – va detto – già morti, come JFK jr.
Magari, come vicini di casa li vedreste con diffidenza. Ma nel Trump 2 sembrano starci a pennello.