Innovazione

10 dicembre: i diritti umani riguardano la costruzione del futuro, ora

10
Dicembre 2024
Di Virginia Caimmi

“Le disuguaglianze globali sono dilaganti, i conflitti si stanno intensificando, il diritto internazionale viene deliberatamente ignorato, l’autoritarismo è in marcia mentre lo spazio civico si sta restringendo, la retorica dell’odio sta alimentando la discriminazione, la divisione e la violenza vera e propria. E i diritti delle donne continuano ad essere arretrati nella legge e nella pratica. Il tema di quest’anno ci ricorda che i diritti umani riguardano la costruzione del futuro, proprio ora.” Così António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, oggi in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, celebrata ogni anno in tutto il mondo il 10 dicembre per commemorare l’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. 

Oggi Guterres denuncia una situazione globale preoccupante: “Ci troviamo di fronte a una dura verità. I diritti umani sono sotto attacco.” Richiamando il Patto per il Futuro, adottato di recente, e la sua rilevanza nel rafforzamento dell’impegno del mondo nei confronti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ricorda come tutti i diritti umani siano indivisibili, chiama all’azione globale per la loro continua difesa tesa a guarire le divisioni nella costruzione della pace.

L’assenza di diritti ostacola gravemente istruzione, crescita economica, innovazione, sanità, partecipazione civica e inclusione sociale, ampliando il divario tra chi ha accesso alle risorse e chi ne è escluso. Tra questi, rientra appieno l’accesso alle risorse digitali.

Nel 2024 ancora milioni di studenti nel mondo non possono usufruire dell’accesso ad internet e quindi a strumenti di apprendimento. Questo è stato particolarmente evidente durante la pandemia COVID-19, quando l’istruzione a distanza era necessaria e molti bambini in aree senza connessione non hanno potuto continuare a studiare. A più riprese,  da ogni parte del pianeta, durante eventi globali e quotidianamente, constatiamo che il tema cruciale – troppo spesso sottostimato – è quello delle competenze.

Senza diritti digitali garantiti, i cittadini perdono l’opportunità di acquisire competenze tecnologiche essenziali, cruciali per partecipare all’economia moderna e accorciare il divario con altre aree del globo dove questi sono accessibili, contribuendo alla crescita economica e alla creazione di lavoro. Se guardiamo a ricerca e sviluppo, il tema della difficoltà di accesso, influisce direttamente sulla competitività e sulla resilienza economica. Alcuni Paesi rischiano di rimanere indietro nello sviluppo di tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale, le energie rinnovabili o le biotecnologie. Inoltre, in ambienti digitali restrittivi, chi fa impresa rischia di non poter sviluppare o espandere modelli di business innovativi a causa della mancanza di infrastrutture o di politiche restrittive sulla condivisione dei dati e sulla protezione della proprietà intellettuale.

Se veniamo al settore sanitario, l’accesso alle risorse digitali e all’innovazione tecnologica diventa ancora più inderogabile: senza accesso a Internet i cittadini non possono usufruire dei servizi di telemedicina, fondamentali per fornire consulenze e cure sanitarie nelle aree remote, salvando vite. La mancanza di accesso può portare al peggioramento delle condizioni di salute e minore supporto medico durante le emergenze. L’accesso limitato alla rete impedisce ai cittadini di partecipare al dibattito pubblico, all’attivismo sociale e ai processi democratici. La carenza di connettività digitale isola le persone dalle conversazioni globali, dalle opportunità di networking e dagli scambi culturali, influendo sulle relazioni personali e sulle collaborazioni positive. Inoltre, ancor più grave, l’esclusione digitale colpisce in modo sproporzionato donne, anziani e persone in condizioni di povertà, aumentando le disuguaglianze sociali.

Diritti umani per tutti, anche nel digitale
I diritti digitali sono l’estensione dei diritti umani nell’ambito delle tecnologie digitali. Includono la privacy, la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni online. Un accesso a Internet affidabile è essenziale per partecipare pienamente alla società moderna, contribuendo a garantire istruzione, occupazione, sanità e informazione.

Con la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2012, l’ONU ha dichiarato che “gli stessi diritti che le persone hanno offline devono essere protetti anche online”. Nel 2016 il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU ha adottato una Risoluzione non vincolante che dichiara l’accesso a Internet come un diritto fondamentale, condannando le misure che interrompono intenzionalmente l’accesso alla rete. L’UNESCO sostiene l’accesso universale a Internet, sottolineando come l’inclusione digitale promuova l’uguaglianza educativa e la libertà di espressione. Guardando alle pratiche dei singoli Stati, alcuni, hanno inserito un riconoscimento costituzionale in questo senso. Tra questi, la Finlandia nel 2010, è stata il primo Paese a rendere l’accesso alla banda larga un diritto. 

Internet è una piattaforma chiave per esprimere opinioni, accedere a diversi punti di vista e partecipare ai processi democratici. È essenziale per l’istruzione e lo sviluppo personale e sociale, per colmare il divario digitale e garantire pari opportunità, indipendentemente dalla posizione geografica o dal livello socio-economico. Ancora nel 2024 molte aree rurali o in via di sviluppo mancano delle infrastrutture necessarie per garantire un accesso universale alla rete. Il solo accesso alla rete non è inoltre sufficiente per garantire pari opportunità digitali: le persone devono possedere competenze per utilizzare efficacemente gli strumenti resi disponibili. I recenti incontri del G7 evidenziano l’importanza di colmare questo divario e garantire i diritti nel settore digitale, concentrandosi su temi come accesso universale e inclusione digitale, cooperando a livello internazionale per migliorare la sicurezza informatica e impegnandosi a proteggere i dati personali rispettando i principi democratici.

“Assistiamo a una proliferazione di politiche protezioniste, quindi se non possiamo contare sulla globalizzazione e sull’apertura dei mercati per assicurare che i nostri Stati sociali e le nostre economie possano sopravvivere alle enormi sfide che stiamo affrontando, dobbiamo fare affidamento sulla trasformazione digitale. Occorre concentrarsi sui benefici derivanti dall’IA in termini di produttività e innovazione per le nostre economie, ma anche in termini di modi più intelligenti per affrontare alcuni dei più grandi problemi dell’umanità, che si tratti di clima, di salute o istruzione. Se non riusciamo a fornire questi benefici e a diffonderli più equamente di quanto abbiamo fatto con i benefici della globalizzazione, perderemo il sostegno popolare per la trasformazione digitale”. Queste le parole di Ulrik Vestergaard Knudsen, Vice Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico intervenuto la scorsa settimana al vertice internazionale sull’intelligenza artificiale. 

La strada da percorrere è ancora lunga ma uniti verso un orizzonte comune, come quello europeo e internazionale, potremmo fare la differenza, per ogni singolo cittadino, nel presente e nel futuro, garantendo pieni diritti per tutti. 

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