Cultura

Sempre meno lettori. Per l’AIE, i numeri per il 2024 sono in calo

06
Dicembre 2024
Di Elisa Tortorolo

Nel Paese di Dante, Manzoni e Leopardi, leggere sta diventando sempre più raro. A confermarlo, i numeri dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE), che mostrano un Paese dove si legge poco, a spizzichi e bocconi, e con forti differenze tra Nord e Sud. Quest’anno, il tempo medio dedicato alla lettura è sceso a 2 ore e 47 minuti alla settimana, contro le 3 ore e 32 minuti di due anni fa. E anche chi dichiara di aver letto almeno un libro nel 2024 – che sia di carta, kindle o ebook – è in diminuzione: 73%, contro il 74% del 2023.

Il divario tra Nord e Sud si vede anche nei libri. Al Settentrione, infatti, si concentrano quasi il 60% delle vendite, mentre al Sud e nelle Isole la quota si ferma a meno del 20%. Ma non è solo questione di soldi: al Meridione ci sono meno librerie (30% in meno rispetto alla media nazionale) e meno eventi culturali che incentivano la lettura.

Per Florindo Rubbettino, delegato AIE per il Sud, la situazione non si risolve con qualche evento isolato: «Gli indici di lettura dipendono dalla scolarizzazione, dalla presenza di infrastrutture sul territorio quali librerie e biblioteche, dal sostegno all’imprenditorialità locale, da iniziative sul territorio quali festival, premi, rassegne culturali». 

Ma tra molte ombre, ecco qualche luce. Tra i pochi che tengono viva la lettura, infatti, ci sono le donne, che si confermano le più fedeli al libro: il 72% di loro legge libri a stampa, contro il 60% degli uomini. E anche gli Under 24 sembrano salvare la faccia, con percentuali di lettura superiori alla media nazionale.

La crisi della lettura si riflette direttamente nel mercato editoriale. Nei primi dieci mesi del 2024 sono stati venduti 79,2 milioni di libri stampati, confermando il trend al ribasso. Che fare, dunque, per invertire la rotta? Per Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, servono azioni concrete: «Non c’è crescita e sviluppo culturale ed economico per l’Italia se non facciamo crescere i lettori, soprattutto al Sud e nelle aree meno prospere del Paese».

C’è da dire che le disparità territoriali si sommano alla difficoltà di misurare in modo univoco la lettura: se per l’Osservatorio AIE i lettori sarebbero il 73% della popolazione, Istat li valuta attorno al 39%, fino ad arrivare all’80% di SWG per alcune fasce d’età. Il dibattito, acceso durante la fiera romana Più libri più liberi al via in questi giorni, non fa che gettare altra luce sulla profonda complessità del fenomeno. Ma tra tante fonti e dati diversi, il messaggio è chiaro: leggiamo poco, e male.

Il panorama della lettura in Italia si tinge di ombre scure, come rivelato dall’ultima indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE).

 I dati del 2024 fotografano un Paese che legge meno, in maniera più frammentata e con forti disparità territoriali. La media settimanale di tempo dedicato alla lettura è scesa: rispetto alle 3 ore e 32 minuti del 2022, si è calati alle 2 ore e 47. Anche il numero di lettori registra una flessione: solo il 73% degli italiani tra i 15 e i 74 anni ha letto almeno parzialmente un libro negli ultimi dodici mesi, contro il 74% del 2023.

Il rapporto, poi, mette in evidenza la persistente spaccatura tra Nord e Sud Italia. Nel mercato del libro trade, quasi il 60% delle vendite si concentra nel Nord, con il Sud e le Isole che rappresentano appena il 19,3%. E’ un divario economico ma anche culturale, accresciuto da una rete di librerie più rarefatta al Sud (30% in meno rispetto alla media nazionale) e da una minore presenza di infrastrutture culturali.

Florindo Rubbettino, delegato AIE per il Sud, sottolinea come questa situazione sia il risultato di fattori sistemici: dalla bassa scolarizzazione, alla mancanza di eventi e di politiche di sostegno strutturale. “Gli indici di lettura dipendono dalla scolarizzazione, dalla presenza di infrastrutture sul territorio quali librerie e biblioteche, dal sostegno all’imprenditorialità locale, da iniziative sul territorio quali festival, premi, rassegne culturali. Una legge di sistema del libro non può non prevedere un piano per il Meridione che miri a costruire un ambiente favorevole alla cultura del libro agendo su tutti questi fattori, attraverso iniziative pubbliche e incoraggiando l’iniziativa privata”, ha dichiarato.

Ma oltre a molte ombre, anche qualche luce. Nonostante il calo generale, infatti, alcuni segmenti della popolazione continuano a distinguersi per una maggiore propensione alla lettura. Le donne rimangono il pubblico più affezionato, con il 72% che legge libri a stampa contro il 60% degli uomini. Anche tra i giovani i dati sono incoraggianti: il 74% dei 18-24enni e il 73% dei 15-17enni dichiara di leggere, percentuali superiori alla media nazionale. 

La crisi della lettura si riflette inevitabilmente sul mercato editoriale. Tra gennaio e ottobre 2024, in Italia sono stati venduti 79,2 milioni di libri a stampa, a confermare una contrazione progressiva del settore. Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, questa dinamica richiede un intervento deciso per stimolare la domanda di libri, soprattutto tra i giovani. “Non c’è crescita culturale ed economica senza un aumento dei lettori. È necessario creare abitudini di lettura che si radichino e si consolidino nel tempo”, ha affermato.

C’è da dire che le disparità territoriali si sommano alla difficoltà di misurare in modo univoco la lettura: se per l’Osservatorio AIE i lettori sarebbero il 73% della popolazione, Istat li valuta attorno al 39%, fino ad arrivare all’80% di SWG per alcune fasce d’età. Il dibattito, acceso durante la fiera romana Più libri più liberi al via in questi giorni, non fa che gettare altra luce sulla profonda complessità del fenomeno.

Articoli Correlati

Trump dazi
di Giampiero Gramaglia | 21 Dicembre 2024

Usa 2024: +46, shutdown sventato, Trump mette titoli in un trust

di Alessandro Caruso | 21 Dicembre 2024

Manovra e Consiglio Ue. Il 2024 fa sperare nella pace

Giorgia Meloni
di Redazione | 20 Dicembre 2024

Letterina a Giorgia