A tutto si fa l’abitudine. Anche all’ingovernabilità. Nella sola giornata di ieri la Francia ha collezionato diversi record. È caduto il governo più breve della Quinta Repubblica, a guida Michel Barnier. Appena tre mesi di vita. E lo ha fatto in grande stile, come non succedeva dal 1962 (altro record). Grazie a una sfiducia parlamentare su una Legge di Bilancio che trasuda sacrifici. Ora tutta da reinventare prima della fine dell’anno. È il terzo governo, o meglio tentativo di governo in appena due anni. La palla passa di nuovo al Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, che parlerà ai francesi in diretta Tv. Ma che da Riyadh durante la sua visita ufficiale in Arabia Saudita, ha già rassicurato tutti: non si dimetterà fino alla scadenza di mandato, datata maggio 2027.
Governo cercasi: gli scenari possibili
Due le strade davanti al Presidente Macron per tappare il buco Legge di Bilancio e costruire (nuovamente) in fretta e furia l’ennesimo tentativo di governo. Tenendo conto che l’Assemblea non potrà essere sciolta per un anno, come recita la Costituzione transalpina. Puntare di nuovo al centro, sul cosiddetto Arco Repubblicano e costruire un governo plausibilmente a guida socialista che escluda le ali, cioè i partiti di Le Pen (destra) e Mélenchon (sinistra). I numeri sarebbero esigui e la strada appare più in salita. Altrimenti sostituire semplicemente Barnier con un nuovo leader, lasciando intonsa l’attuale maggioranza andata sotto con la Legge di Bilancio. Una sorta di rapido, cinico maquillage, che prevede però l’appoggio esterno di Marine Le Pen.
Président Macron, rien de grave, sauf pour vous!