Esteri
Sicurezza, Mantovano: «L’Africa è cruciale. Ecco perché il Piano Mattei»
Di Giampiero Cinelli
«Nel 2023 i conflitti sono cresciuti del 12% rispetto all’anno precedente e del 40% rispetto al 2020 – ha sottolineato il Sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica – in apertura della Riunione delle Commissioni parlamentari di controllo sull’Intelligence dei Paesi del G7 –. Assistiamo alla progressiva saldatura tra le crisi che scuotono il pianeta. Un contesto di questo tipo comporta un inevitabile rafforzamento del ruolo delle intelligence nei processi decisionali e le nostre Costituzioni comportano che questo sviluppo sia affiancato a un ancora maggiore rafforzamento delle rispettive commissioni di controllo».
Come ha argomentato Mantovano, l’Occidente ha creduto che dopo il G8 del 2001 il mondo, terminata l’esperienza della Guerra Fredda, fosse entrato in una sostanziale condizione di pace continua sulle leve della globalizzazione e del commercio. Così non è stato. Le dinamiche di crisi sono oggi visibili ma sono iniziate prima e in modo lento. «Non abbiamo prestato attenzione allo smantellamento dell’Isis nel 2016-2017, con i jihadisti che tuttavia hanno mantenuto strutture militari e si sono riversati nel Sahel, regione oggi penetrata anche dalla Wagner. Nel Sahel è aumentata la malnutrizione, c’è il 47% di morti per attentati e dal 2020 si contano 6 colpi di Stato in Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad, oltre alla guerra civile in Sudan». In queste zone instabili va ad attecchire il terrorismo.
Il sottosegretario ha messo in chiaro: «Questa area è per noi cruciale, anche per i flussi migratori. Poi perché il vuoto politico è riempito dalla Russia. Ricordiamoci sempre che in Africa hanno la popolazione più giovane al mondo, non possiamo non interessarcene in ottica futura. Alcune zone inoltre esprimono importanza economica: Il Kenya, la Nigeria e L’Etiopia crescono data la presenza di materie prime, per questo il governo ha varato il Piano Mattei, che ha un indirizzo molto semplice: individuare Paesi con cui collaborare in assoluta parità su questioni strategiche. Già ora in Algeria un’azienda privata italiana ha un grande accordo, che comprende l’utilizzo di manodopera locale, per la semina» di alcuni prodotti ortofrutticoli. Per farlo ci sono 1.500 lavoratori a tempo indeterminato. Stessa cosa viene fatta nella Cirenaica in Libia».
Per il Presidente del Copasir Lorenzo Guerini «si assiste a un aumento globale dell’insicurezza. Il mondo è divenuto meno sicuro, per la dodicesima volta negli ultimi 16 anni. E nel 2023 si è raggiunto il livello più basso di pacificazione secondo il Global Peace Index nel corso degli ultimi anni, 108 Paesi hanno aumentato il proprio livello di militarizzazione e 86 Paesi hanno aumentato in percentuale le proprie spese militari. La risposta agli scenari complessi non può che essere collettiva e coordinata, consapevoli che la nostra sicurezza è legata in maniera indissolubile alla stabilità globale. Per questo il nostro impegno deve essere caratterizzato da un approccio a 360 gradi: sostenere l’Ucraina, stabilizzare il Mediterraneo, proteggere le rotte marittime e contribuire alla sicurezza internazionale».