La Cop29 di Baku si è chiusa con luci ed ombre. Sembra entusiasmare la decisione di destinare, dal 2035, 300 miliardi l’anno ai Paesi in via di sviluppo per migliorare la loro sostenibilità energetica. È stata ampliata anche la base volontaria per i fondi, ma va detto anche che i Paesi poveri avevano chiesto 1.300 miliardi l’anno e la base volontaria che andrebbe ad ampliare può essere vana se consideriamo l’atteggiamento molto poco incline alla transizioni di certi Paesi. Gli Stati Uniti, poi, minacciano addirittura con l’Amministrazione Trump di uscire dall’accordo di Parigi.
Intanto in Italia è in discussione in Parlamento il Dl Ambiente ed è stato reso noto il dato per cui, nel 2023, le emissioni di CO2 sono diminuite del 6%. Il nostro Paese insomma fa bene, ma c’è da chiedersi se a questo punto la transizione ecologica sia ancora al centro dell’agenda politica globale. Una complessa domanda a cui oggi, a Largo Chigi (format di Urania Tv), hanno provato a rispondere esponenti del mondo della politica, delle istituzioni e dell’economia.
Dl ambiente, Servono fondi
«Siamo in attesa dei pareri e di quegli emendamenti su cui non c’è la possibilità di discutere. Siamo intervenuti perché la sburocratizzazione è certamente un elemento che ci distingue da tempo, anche con emendamenti sui limiti per definire quelle licenze ai produttori di energie rinnovabili. Siamo intervenuti anche sulla VIA e sulla VAS, proponendo il concetto di VIAS, quindi di valutazione sia integrata che sanitaria, con impianti fino ad una certa produzione». ha detto Luigi Nave, Senatore del M5S. Nave ha continuato: «Occorre intervenire anche sulla capacità di definire e controllare i rifiuti speciali. C’è tanta carne al fuoco, il nostro intento è quello di collaborare sempre. Quello che troviamo a volte è voler cambiare con quel concetto di ‘invarianza finanziaria ed economica’, ossia voler fare di tutto ma senza mettere fondi necessari affinché tutto questo avvenga».
Direzione giusta su semplificazione e investimenti
Il deputato di Fratelli D’Italia Fabrizio Rossi dal canto suo si è mostrato fiducioso: «Siamo il Paese della burocrazia e per fare passi avanti e investire nelle rinnovabili e in un’economia sostenibile c’è bisogno di sciogliere quei lacci che tengono fermo il sistema. Il Dl Ambiente va in questa direzione, semplificando le procedure e contribuendo anche sulla sfera che riguarda le nostre regioni che vanno a legiferare e a portare il loro contributo. Stiamo imboccando la direzione giusta e i risultati si iniziano a vedere». Rossi ha così concluso: «Si deve cercare di sposare nella maniera più collegiale possibile l’innovazione e l’investimento nelle nuove tecnologie e nelle fonti rinnovabili, in concomitanza con i territori che devono comprendere che c’è bisogno di investire in quella direzione per tanti motivi: dalla decarbonizzazione all’abbattimento della bolletta. Dobbiamo andare in questa direzione anche con questo decreto, che deve rispettare i territori ma deve facilitare chi vuole investire nelle rinnovabili».
Il punto di vista degli addetti
Alla Cop29 di Baku c’era Corepla, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica. Andrea Campelli, Direttore comunicazione e relazioni esterne del Corepla, intervenuto a Largo Chigi, ha spiegato: «Corepla ha partecipato alla Cop29 di Baku per rappresentare la best practice italiana del riciclo degli imballaggi. Abbiamo raccontato un sistema industriale che riesce a portare risultati economici, ambientali e di risparmio energetico. Parlare di finanza climatica a Baku ovviamente non poteva che includere anche il tema del petrolio, sulla cui esportazione si basa l’economia dell’Azerbaijan, ma in fondo un discreto accordo, come quello che si è raggiunto, è meglio di nessun accordo. Il risultato finale è incoraggiante, ma lo è ancora di più l’ottima figura dell’Italia, che ha contribuito in modo rilevante alle decisioni finali, grazie anche alla presenza della premier Meloni, una delle poche presenti, a conferma dell’impegno dell’Italia sul fronte ambientale globale»
E sul Dl Ambiente in discussione in Parlamento ha aggiunto: «Nel Dl Ambiente ci sono semplificazioni burocratiche e amministrative che aiuterebbero gli investimenti. L’economia circolare è centrale per l’agenda politica e l’impegno di Italia ed Europa su questo tema è fondamentale, perché si possa far convivere tutela dell’ambiente e crescita economica».
Il Mase crede nella direzione
«Alla Cop 29 l’Italia ha svolto un ruolo centrale nei negoziati, riuscendo a innestare nella trattativa lo spirito del Piano Mattei, soprattutto per quanto riguarda l’accordo che prevede una svolta storica: l’allargamento della base dei contribuenti anche alle nuove economie, sia attraverso i contributi volontari, sia tramite la finanza privata – ha detto a Largo Chigi Roberta Toffanin, esperta del Mase e componente del Cda del Gse. Sul Dl Ambiente, in via di approvazione in Parlamento: «Il Dl ambiente va a semplificare i processi per raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico e decarbonizzazione e implementare l’impiego di energie rinnovabili e rispettare la tabella di marcia fino al 2030, prima, e 2050, poi. Per questo siamo intervenuti sulla semplificazione dei processi autorizzativi, sulla definizione dei criteri strategici per la classificazione dei progetti di interesse nazionale, sul controllo dei fondi per interventi idrogeologici, ma anche sulla definizione dei rifiuti. Il Dl ambiente è la risposta del Mase per l’amministrazione e le imprese impegnate nel processo di decarbonizzazione e anche sul fronte della sicurezza energetica».
La puntata integrale di Largo Chigi