Economia

Manovra, Giorgetti: in un contesto incerto, si è reso strutturale il sostegno ai redditi medio-bassi

07
Novembre 2024
Di Ilaria Donatio

In un quadro internazionale che continua a essere caratterizzato da incertezze, la gestione prudente e responsabile della finanza pubblica seguita finora, in particolare nel corso del 2024, ha consentito di “individuare spazi utili per confermare e talora addirittura rafforzare i principali interventi di sostegno redditi di lavoro dipendente medio-bassi già adottati nelle precedenti manovre, nonché a rendere per la prima volta strutturali alcune importanti politiche finora rifinanziate annualmente”. 
Lo ha detto stamane il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante un’audizione sulla manovra nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato

Non solo. Dice il ministro che “la credibilità del Governo e la prudenza nella gestione delle finanze pubbliche hanno contribuito sia alla recente revisione al rialzo degli outlook per il nostro Paese da parte di due agenzie di rating, sia al dimezzamento dello spread rispetto ai livelli di due anni fa”.

Attenuare i timori degli operatori di mercato

Il nuovo sistema di regole di bilancio, spiega Giorgetti, “richiede una programmazione della spesa orientata al medio periodo, come mostra il carattere strutturale di molti degli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio”. Tale chiarimento, argomenta il ministro, è volto a sgombrare il campo dalle osservazioni di quanti ritengano che “la manovra non abbia introdotto rilevanti novità rispetto alle politiche già adottate dal governo”. Al contrario – ha detto Giorgetti – , “la conferma a regime e talora la modifica del perimetro e della configurazione, fermi restando gli effetti economici di determinate misure, può contribuire ad attenuare i timori degli operatori di mercato legati all’incertezza delle prospettive economiche”.

Manovra: le priorità 
Quanto ai principali interventi previsti nell’ambito della manovra di finanza pubblica – in continuità con le decisioni assunte dal Governo fin dal suo insediamento – sono rivolti, essenzialmente, alla “riduzione della pressione fiscale, al sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, a interventi in favore delle famiglie numerose e al sostegno della genitorialità, al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, al rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e al potenziamento degli investimenti pubblici e privati”.

Lavoro aumenta, possibile revisione a rialzo 2024
Nel corso degli ultimi anni il sistema economico ha mostrato una “tenuta superiore alle previsioni di molti”, ha poi aggiunto il titolare del MEF. “Le stime iniziali di crescita del Pil dell’Istat sono state successivamente riviste al rialzo in misura inedita. Anche alla luce del notevole incremento dell’occupazione sin qui registrato, non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo anche relativamente alle stime preliminari del Pil 2024”.

Dal taglio al cuneo, benefici a 3 milioni di contribuenti in più
“La riduzione del cuneo fiscale”, ha spiegato Giorgetti, “è stata rivista nelle modalità di applicazione, che consentiranno di ampliare l’ambito soggettivo della misura estendendola, tra l’altro, anche ai redditi fino a 40.000 euro – con benefici per ulteriori 3 milioni di contribuenti – e di attenuare le distorsioni legate al cosiddetto effetto soglia che caratterizzava lo schema precedente”. 

In primo luogo, il nuovo schema non riguarderà più i “contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, ma opererà dal lato fiscale, con modalità diverse a seconda del reddito percepito. Diventa strutturale anche l’articolazione delle aliquote Irpef basata su tre scaglioni introdotta per il 2024″. 
Tali misure determinano un “effetto complessivo pari a circa 18 miliardi annui“. 

Il ministro ha dunque sottolineato come le risorse derivanti dal “concordato preventivo introdotto nel decreto-legge fiscale non sono state considerate, per ragioni prudenziali, nell’ambito delle coperture e solo una volta quantificate e iscrivibili in bilancio potranno essere destinate, come previsto già a legislazione vigente, al finanziamento di interventi di riduzione della pressione fiscale”.

Le stime crescita 2025 coerenti con ripresa domanda interna
In prospettiva, il quadro è sicuramente ancora “molto incerto”. Ma le previsioni di “crescita per il 2025” sono coerenti con una graduale “ripresa della domanda interna”, di cui un elemento essenziale è rappresentato dalla accelerazione degli “investimenti legati al Pnrr”, e con il miglioramento del contesto di fondo dell’economia europea, anche grazie ad un’intonazione “meno restrittiva della politica monetaria”.