News
Usa 2024: voto, Harris e Trump chiudono campagna primo round finisce pari
Di Giampiero Gramaglia
Finisce in parità il primo ‘mini-round’ delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: tre voti ciascuno per Kamala Harris, candidata democratica, e Donald Trump, candidato repubblicano, nel minuscolo paesino di Dixville Notch, nel New Hampshire, al confine con il Canada.
Una tradizione che risale agli Anni Sessanta vuole che i pochi votanti – solo sei, quest’anno – si riuniscano un minuto dopo la mezzanotte, depongano la loro scheda nell’urna e procedano subito allo spoglio. Dei sei partecipanti al voto, quattro erano registrati come elettori repubblicani e due come indipendenti.
Il risultato di Dixville Notch non è però affidabile per previsioni a livello né statale né nazionale: spesso, infatti, gli elettori della località, la cui popolazione si va assottigliando, non ci prendono.
I titoli dei maggiori media degli Stati Uniti, nell’imminenza dell’apertura dei seggi – salvo eccezioni, non si inizia a votare prima delle 12.00 ora italiana – sono carichi di ovvietà retoriche. La Cnn scrive: “Gli americani stanno per fare la storia”; l’Ap: “Harris e Trump fanno gli ultimi appelli”; il Washington Post nota che entrambi i candidati “puntano al bottino grosso della Pennsylvania”, con comizi finali nello Stato più popoloso fra quelli in bilico e, quindi, con il maggior numero (19) di Grandi Elettori.
Drammatico un titolo del New York Times: “Dentro l’abisso”. Jess Bidgood nota che Telegram segnala le violenze che potrebbero scoppiare dopo il voto e scrive che le folle ai comizi di Trump si vanno assottigliando verso la chiusura della campagna (anche se l’evento in Pennsylvania ieri era particolarmente affollato).
Nella sua versione europea, Politico.com parla di “incubo Trump” sull’Unione europea: il ritorno del “disrupter-in-chief”, cioè lo ‘scompigliatore-in-capo’, potrebbe “ulteriormente destabilizzare un continente indebolito” dalle fragilità politiche di Francia e Germania e dall’avanzata un po’ ovunque dei populismi soprattutto di destra.
Nel timore di incidenti durante e dopo il voto, sono state prese misure di sicurezza eccezionali per proteggere i siti istituzionali ed elettorali: a Washington, sono state installate barriere intorno ai palazzi del potere; la Guardia Nazionale è stata messa in pre-allarme in alcuni Stati; gli addetti ai seggi sono stati dotati di pulsanti anti-panico da attivare in caso di pericolo.
Trump e i repubblicani hanno dislocato ovunque nell’Unione team di avvocati pronti a contestare i risultati e hanno creato i presupposti per rinnovare quanto avvenuto nel 2020, quando l’allora presidente non accettò il verdetto delle urne e attizzò proteste che sfociarono il 6 gennaio 2021 nell’assalto al Campidoglio nel tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni.
Le ‘breaking news’ dei media Usa, a ridosso del voto, sono per la fine dello sciopero alla Boeing: i circa 33 mila dipendenti dell’industria aeronautica hanno accettato il nuovo schema di accordo, il terzo loro sottoposto, ponendo fine a una protesta durata oltre sette settimane e che è costata all’azienda e ai suoi fornitori oltre dieci miliardi di dollari. L’intesa è stata approvata con il 59% dei voti espressi e prevede un aumento salariale molto vicino alle richieste sindacali, senza, però, il ripristino del vecchio regime pensionistico.
Harris e Trump, gli ultimi comizi
Sul Washington Post, Ishaan Tharoor scrive che avvicinandosi le elezioni il fascismo è tornato sotto i riflettori, anche negli ultimi appelli, con Trump che dà corso alla sua retorica incendiaria e Harris che invita all’unità.
Parlando in Pennsylvania, Trump prospetta una vittoria “che aspettiamo da quattro anni”, promette “una nuova età dell’oro” e si presenta come un unto del Signore, che lo ha salvato dall’attentato del 13 luglio, “che non ci ha fermati, ma ci ha solo resi più determinati”.
Harris, invece, avverte che “questa potrebbe essere una delle elezioni più serrate della storia”: “Ogni voto conta… Abbiamo l’opportunità di voltare finalmente pagina dopo un decennio segnato da un progetto politico guidato dalla paura e dalla divisione: ne abbiamo abbastanza…”.
Se Harris si vuole ecumenica, Trump non abbandona la retorica violenta: suggerisce di fare salire su un ring la sua rivale con l’ex campione dei massimi Mike Tyson. – “Sarebbe interessante”, ironizza – e critica la parata di stelle dello show-biz ai comizi democratici: “Noi non abbiamo bisogno di stelle perché abbiamo una politica stellare”.
Spostatosi in Michigan, a Grand Rapids, Trump promette di condurre gli Usa verso “nuove vette di gloria”: “Con il vostro voto, possiamo risolvere ogni singolo problema che il nostro Paese affronta e condurre l’America, anzi il mondo, verso nuove vette di gloria”.
Per Trump, che cerca di conquistare gli arabo-americani numerosi nel Michigan, Harris “invaderà il Medio Oriente”, “Stiamo costruendo – dice l’ex presidente – la più grande e ampia coalizione nella storia politica americana”, compresi “gli elettori arabi e musulmani che vogliono la pace”: “Sanno che Kamala e il suo gabinetto guerrafondaio invaderanno il Medio Oriente, faranno uccidere milioni di musulmani e inizieranno la Terza guerra mondiale”; lui “riporterà la pace” nella regione.
Sondaggio pro Harris, giudice pro Trump, gossip velenosi
Harris ha ben quattro punti di vantaggio su Trump, secondo un sondaggio di Pbs News, Npr e Marist: la vice-presidente ha il 51% dei consensi contro il 47% dell’ex presidente. Il distacco è maggiore del margine di errore del rilevamento di 3,5 punti. Impossibile verificare l’accuratezza del dato, anomalo rispetto a tanti altri ‘testa a testa’, ma che è commissionato da media pubblici e raccolto da un gruppo di sondaggi sperimentato.
Un giudice della Pennsylvania ha stabilito che la lotteria da un milione di dollari al giorno ideata da Elon Musk per sostenere Trump può continuare. Il verdetto è una sconfitta per il procuratore di Filadelfia, democratico, secondo cui la lotteria è illegale e viola la legge dello Stato. Il gioco è comunque agli sgoccioli, perché non c’è più tempo per iscriversi alle liste elettorali, come chiesto per partecipare.
In extremis, e forse tardi per incidere sul voto, torna Michael Wolff con le sue storie anti-Trump, non sempre attendibili. Stando a audio pubblicati nella serie di podcast ‘Fire and Fury’, il magnate avrebbe detto a Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo morto suicida nel 2019 nel carcere dove scontava la sua condanna, che la cosa che più gli piace fare è “fottere le mogli dei miei migliori amici”, avendo studiato un piano per riuscirci.
Wolff è autore di tre libri sul mandato di Trump e sulla sua candidatura nel 2020, e fa il podcast insieme a James Truman, ex giornalista di New Musical Express. Gli audio sono di un’intervista del 2017 a Epstein, che riferisce confidenze che gli sarebbero state fatte da Trump.
L’attesa dell’esito del voto, dove e come
ANSA – La scelta del luogo in cui trascorrere la serata elettorale, in attesa dei risultati del voto, è un ulteriore indice della netta differenza tra Harris e Trump. La candidata democratica ha scelto la Howard University, storica università nera di Washington, dove si è laureata e dove fece l’esordio in politica candidandosi come rappresentante degli studenti del primo anno. Qui si è formata la sua personalità, qui la futura procuratrice generale è entrata a far parte della potente confraternita delle Alpha Kappa Alpha, i cui membri sono ancora tra le persone a lei più vicine.
Dalla Howard, Harris lanciò la campagna per la nomination nel 2019 e qui riunì i suoi consiglieri per preparare il dibattito televisivo del 10 settembre. Alla ‘Mecca’, come gli studenti chiamano l’università, la candidata democratica sarà circondata dal suo staff e dalla sua famiglia, ma anche da tanti studenti e volontari.
Trump, invece, ha scelto come quartier generale la sua dimora di Mar-a-lago, la ‘Casa Bianca d’inverno’, come veniva chiamata quando era presidente. L’election night watch party’ si farà, però, nel centro congressi di Palm Beach, dove è probabile che Trump arrivi in tarda serata, considerata la vicinanza con il suo lussuoso compound che vale circa un miliardo di dollari, dotato di campi da golf, tennis, piscina, saloni e sale da ballo.
Nel 2020, l’allora presidente attese i risultati alla Casa Bianca, dando una festa con 400 invitati. Nel 2016, invece, nella notte della storica vittoria contro Hillary Clinton, il futuro presidente era in un hotel di New York, non lontano da quello della sua avversaria.