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Lavoro, Stati generali della salute e sicurezza: sfida contro le “morti bianche”
Di Ilaria Donatio
Per la prima volta Montecitorio ospita gli Stati generali della salute e della sicurezza sul lavoro, tre giorni (29-30-31 ottobre) di riflessione su un fenomeno “che ha ormai raggiunto una dimensione indegna per un Paese civile”, come sottolinea nel suo intervento di apertura il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Fontana: infortuni sul lavoro, fenomeno indegno per un Paese civile
Dalla Camera dunque, arriva “un segnale importante di attenzione” a questo tema cruciale. In sala, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, più volte intervenuto, in passato, per stigmatizzare l’alto numero di vittime degli infortuni sul lavoro e la necessità di rispettare le norme e avere più controlli. Ma anche i familiari di tante persone che “hanno perso la vita e sacrificato la salute per assicurare un futuro migliore ai propri cari”, come rileva Fontana, e scolaresche, oltre al ministro della Cultura Alessandro Giuli, e parlamentari.
Gribaudo: aumento del 3,5% per cento di morti sul lavoro nel 2024
Gli Stati generali nascono dall’attività della Commissione parlamentare sulle grandi stragi sul lavoro avvenute in Italia presieduta dalla dem Chiara Gribaudo. “Quanto fatto finora non basta – la premessa del suo intervento – l‘Inail ci racconta di un aumento del 3,5% per cento di morti sul lavoro nel 2024 rispetto al 2023. L’ultima tragedia ieri a Palermo. È una realtà inaccettabile, di un Paese che nonostante le sue eccellenze non riesce ancora a garantire una qualità di lavoro dignitosa. Non ci vogliamo arrendere a tutto questo, servono norme adeguate ma soprattutto un impegno comune, collettivo e diffuso che lei, presidente Mattarella, ha sempre citato”. Gribaudo torna sulla storia del rider costretto a consegnare a Bologna durante l’alluvione: “Scene che non solo devono indignarci, ma interrogarci come comunità e portarci a mettere dei punti fermi. Eccolo il confine che dobbiamo tenere a mente, eticità del lavoro e di chi lo richiede”.
La formazione non è burocrazia ma uno strumento fondamentale
Quelle che che “qualcuno definisce morti bianche non sono né invisibili né senza colpevoli”. E servono “formazione. Di recente sono state introdotte novità normative, ma io credo non siano sufficienti. Servono più ispettori, rapidamente. Serve con puntualità riconoscere il lavoro svolto e cambiare ciò che non funzione. Poi, la sensibilizzazione e la consapevolezza di chi lavora” sul fatto che “la formazione non è adempimento burocratico, ma uno strumento fondamentale per creare ambienti di lavoro sicuri. Non dobbiamo arrenderci e non vogliamo arrenderci”. “Non possiamo dimenticare poi anche piaga sottile e molto in crescita della violenza e dell’aggressione verso chi lavora a contatto con pubblico – conclude Gribaudo – la crescente precarietà e i carichi lavoro aumentano i rischi di infortuni Alle aziende chiediamo un impegno autentico per la salute dei lavoratori. E poi velocizzare i tempi della giustizia per le vittime e per chi rimane. Ai sindacati chiediamo di essere garanti della tutela e ai lavoratori di fare la loro parte, vigilare e denunciare. Infine, alla politica tutta di produrre norme concrete e utili e possibilmente di farlo insieme. Auspico questo sia un appuntamento annuale simbolo di impegno e cambiamento e che da qui parta un percorso che faccia della sicurezza sul lavoro un valore sacro e inviolabile. Non accontentiamoci di meno”.
Calderone: ogni infortunio ferisce l’intero tessuto sociale
Per la ministra del Lavoro Marina Calderone, “il silenzio operoso è il più rispettoso segno di vicinanza e attenzione” al fenomeno. “Le azioni sono espressione di una volontà di intervenire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – dice – la tutela della salute è una priorità imprescindibile. Le condizioni di sicurezza che preservano l’integrità lavoro sono nostro dovere e anche interesse della collettività. Ogni infortunio ferisce l’intero tessuto sociale. Un incidente sul lavoro non sarà mai ascrivibile alla normalità”.
Brunetta: istituzione presso il Cnel di un Osservatorio permanente
Il Cnel metterà a disposizione il lavoro di analisi e ricerca, durato oltre un anno e sintetizzato nel documento di Osservazioni e proposte appena approvato. È quanto ha affermato, in sintesi il presidente del Cnel, Renato Brunetta.
È prevista l’istituzione presso il Cnel di un Osservatorio permanente per il monitoraggio dei fenomeni critici e la raccolta delle buone pratiche. Verrà, inoltre, definito un partenariato istituzionale con l’Inail per consentire l’abbinamento delle denunce di infortunio al codice alfanumerico unico Cnel, in modo da contribuire alla costruzione di indicatori di rischio collegati ai rispettivi Ccnl depositati presso l’Archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro.
Nella nota, il presidente del Cnel si dice comunque “dispiaciuto che non sia stato possibile condividere, per ragioni incomprensibili questo lavoro con i partecipanti agli Stati generali“. Il documento di osservazioni e proposte, si legge ancora, ha previsto l’audizione di 24 associazioni di rappresentanza di imprese e lavoratori e l’analisi di 103 contratti collettivi nazionali di lavoro e di 670 protocolli per il contrasto della pandemia Covid-19.
Schmit: “Troppi incidenti mortali, rafforzare ispettorati”
“Gli incidenti mortali sul lavoro sono purtroppo ancora numerosi, in Europa e soprattutto in Italia. È l’ora delle azioni: il primo fronte è quello dell’effettiva applicazione delle leggi esistenti, che sono buone ma spesso non applicate adeguatamente. Dobbiamo rafforzare gli ispettorati del lavoro, ma il ruolo degli imprenditori è fondamentale”. Lo ha detto il Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, agli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro in corso alla Camera, alla presenza del presidente della Repubblica. “Il dialogo sociale deve essere capillare, i sindacati devono essere rafforzati e sostenuti”, ha spiegato. Bisogna sanzionare “i criminali, non c’è altra parola per definirli. In Italia il fenomeno è particolarmente grave nel settore agricolo, per questo dal 2025 non daremo più un centesimo di fondi sull’agricoltura a chi non rispetta le norme sulla sicurezza”, ha concluso.