Trasporti

Automotive, Urso: revisione clausole subito. Non perdiamo tempo

28
Ottobre 2024
Di Giampiero Cinelli

Oggi il ministro delle Imprese ha inaugurato a Bologna la Casa del Made in Italy, una di quelle che danno vita al progetto lungo tutta la penisola (le case del Made in Italy sono diramazioni territoriali del ministero guidato da Urso, con funzioni diverse rispetto a quelle degli ispettorati territoriali del ministero). Trovandosi in un luogo simbolo dell’automotive, Urso non ha evitato di fare riferimento alle politiche europee per il settore, spiegando: «Abbiamo chiesto di anticipare la revisione delle clausole già previste nel Regolamento dei veicoli leggeri dalla fine del 2026 all’inizio del prossimo anno, per dare certezze a chi produce e a chi acquista, alle imprese dell’auto e ai cittadini che desiderano un’auto ecologicamente più sostenibile. Perché aspettare altri due anni, o addirittura tre, quando già sappiamo – come confermano i dati – che seguendo il percorso attuale ci ritroveremo al 2035 senza un’industria automobilistica?».

«Non c’è tempo da perdere», ha proseguito il ministro: «Non possiamo attendere la fine del 2026, come previsto dal regolamento sui veicoli leggeri, per verificare i risultati e magari cambiare direzione. Né possiamo aspettare la fine del 2027, come stabilito per i veicoli pesanti. Se non si agisce subito, nel 2027 non ci sarà più un’industria dell’auto».

Secondo Urso, occorre «anticipare all’inizio del prossimo anno le decisioni sulle clausole di revisione già previste nei regolamenti, così da valutare insieme eventuali modifiche per salvaguardare l’industria europea». L’annuncio di Volkswagen sull’intenzione di chiudere tre impianti e ridurre migliaia di posti in Germania rappresenta – ha detto – un ulteriore segno della crisi dell’auto in Europa». E ha aggiunto: «Se questo trend prosegue, nel 2027… Chi è che per primo ha detto che la strada era sbagliata, in Italia e in Europa? Il governo di Giorgia Meloni. Anche i dati della Germania, la potenza automobilistica europea, purtroppo ci danno ragione».

Poi, in relazione al grave maltempo che com’era previsto ha colpito Piemonte e Liguria, il ministro ha messo in chiaro che «per quanto riguarda il contributo del suo ministero in termini di aiuti, è stata estesa la legge 181 sulle aree di crisi alle zone colpite dall’alluvione, e il bando realizzato ha ottenuto un ottimo riscontro. Le richieste delle imprese sono ora al vaglio degli istruttori, e tutte le risorse già destinate saranno impiegate in tempo utile. Una prima allocazione di fondi ammonta a 50 milioni di euro, destinati a sostenere le attività delle imprese, fungendo da moltiplicatore per le iniziative che potranno realizzare sul territorio».