Economia
Fondi pensione, convengono? E quanto si dovrebbe versare?
Di Giuliana Mastri
L’idea di affidarsi per la propria vecchiaia unicamente al sistema pensionistico pubblico sembra sempre meno appropriata, per questo motivo molti italiani stanno valutando l’opzione dei fondi pensione. Tuttavia, la previdenza complementare, che rappresenta un’opportunità per integrare la pensione pubblica, è ancora poco sfruttata. Secondo Covip, solo il 36,9% dei lavoratori ha aderito a questi fondi, con un contributo medio annuo di 2.810 euro. Questi numeri evidenziano come la previdenza complementare sia tutt’altro che diffusa in Italia, benché sia sempre più importante.
Quanto dovrei investire?
Stabilire l’importo necessario in un fondo pensione richiede di considerare diversi fattori, tra cui età, reddito e aspettative di rendimento. L’analisi del capitale necessario per una pensione integrativa si basa su diverse fasce di reddito. Minori sono i guadagni, minore è la liquidità disponibile per investire in un fondo pensione. Assumendo un tasso di rendimento annuo medio del 3% e un’aspettativa di vita di 87 anni, possiamo prevedere circa 20 anni di rendita. Considerando anche un tasso di inflazione del 2%, è possibile ottenere una stima attendibile delle somme da accumulare a varie età per ottenere una pensione complementare pari al 70% del reddito lavorativo.
Con uno stipendio mensile di 1.500 euro, il fondo dovrebbe garantire un’entrata annua di circa 12.600 euro. Per uno stipendio di 2.000 euro al mese, la rendita richiesta è di circa 16.800 euro, e con uno stipendio di 2.500 euro, una rendita di 21.000 euro. Questi importi si aggiungono all’assegno pensionistico pubblico.
Obiettivi di risparmio per età di reddito
Per costruire un fondo pensione complementare sufficiente, bisogna aver accumulato determinate somme a diverse età:
Età | Reddito 1.500 €/mese | Reddito 2.000 €/mese | Reddito 2.500 €/mese |
---|---|---|---|
30 anni | 15.000 € | 20.000 € | 25.000 € |
40 anni | 50.000 € | 66.000 € | 83.000 € |
50 anni | 120.000 € | 160.000 € | 200.000 € |
60 anni | 250.000 € | 330.000 € | 415.000 € |
Il risparmio necessario aumenta con l’età. In altre parole, più si rimanda l’inizio dei versamenti, maggiore sarà la cifra da risparmiare per raggiungere gli obiettivi di pensione desiderati.
Versamenti mensili consigliati in base all’età di partenza
Raggiungere questi obiettivi richiede costanza nei versamenti mensili. Prima si inizia, minore sarà il versamento richiesto per ottenere una rendita adeguata:
Età di partenza dei versamenti | Reddito 1.500 €/mese | Reddito 2.000 €/mese | Reddito 2.500 €/mese |
---|---|---|---|
20 anni | 60-70 € | 90-110 € | 120-150 € |
30 anni | 100 € | 150 € | 200 € |
40 anni | 200 € | 300 € | 400 € |
50 anni | 350 € | 450 € | 550 € |
60 anni | 500 € | 700 € | 900 € |
Attualmente, la media mensile dei versamenti dei lavoratori italiani iscritti a fondi pensione è di circa 234 euro, cifra che può non bastare per garantire una pensione adeguata in futuro.
L’Adesione agli Strumenti di Previdenza Complementare
Nel 2023, l’adesione ai fondi pensione in Italia è cresciuta del 3,7% rispetto all’anno precedente, arrivando a 9,6 milioni di iscritti. Nonostante questo aumento, solo una minoranza dei lavoratori italiani è coperta da previdenza complementare. La maggior parte degli iscritti è costituita da lavoratori dipendenti (73%), mentre gli autonomi rappresentano il 12,4%, probabilmente a causa di una disponibilità limitata di opzioni specifiche e di una sensibilità inferiore al tema previdenziale. Infine, un 14,6% degli aderenti rientra nella categoria “altri iscritti”, comprendendo lavoratori di vario tipo.
Anche l’analisi di genere evidenzia delle disparità: gli uomini rappresentano il 61,7% degli iscritti, contro il 38,3% delle donne. Questa differenza riflette anche il gap salariale tra uomini e donne e la minore capacità contributiva delle lavoratrici.
Una prospettiva
Guardando ai dati economici, nel 2023 sono stati versati complessivamente 19,2 miliardi di euro nella previdenza complementare, con un incremento del 5,2% rispetto all’anno precedente. La previdenza complementare sta quindi guadagnando attenzione, ma resta ancora molto lavoro per aumentare la consapevolezza e la partecipazione, soprattutto tra i giovani.
Con queste informazioni, i lavoratori italiani hanno modo di valutare più consapevolmente le scelte di risparmio per il futuro, tenendo presente che iniziare presto e mantenere una certa costanza nei versamenti rappresenta la chiave per costruire una pensione adeguata a supportare la propria qualità di vita in età avanzata.