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Manovra: il governo punta su famiglie, lavoro e pensioni

26
Ottobre 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Siamo giunti a uno dei momenti più attesi dell’anno. Varato mercoledì scorso dal Consiglio dei Ministri, il testo della Legge di Bilancio 2025 è stato approvato dal Quirinale e depositato alla Camera dei Deputati, in base al principio di alternanza. Il testo è arrivato in Parlamento con soli tre giorni di ritardo rispetto alla scadenza del 20 ottobre fissata dalla legge. Nonostante questo, la terza legge di Bilancio approvata dal governo Meloni è quella arrivata più in fretta negli ultimi tredici anni, nei quali si sono succeduti otto governi. Un traguardo non da poco per un Governo che ha celebrato i suoi primi due anni. La manovra di bilancio è infatti il provvedimento per eccellenza ed indica come varieranno la spesa e le entrate dello Stato per il prossimo anno.

Quella attuale contiene 144 articoli ed aspetta di essere esaminata e approvata dal parlamento entro la fine dell’anno:  in questa fase, potranno essere approvati aggiustamenti e modifiche, ma è probabile che l’impianto generale resti comunque quello deciso dal governo, come spiegato in conferenza stampa mercoledì scorso. La manovra finanziaria di quest’anno mobilita circa 30 miliardi di euro con l’obiettivo di affrontare una serie di questioni sociali, economiche e fiscali di grande interesse e urgenza nazionale. La legge si concentra su misure destinate al sostegno delle famiglie, alla riduzione del cuneo fiscale e al finanziamento della sanità, pur mantenendo una linea prudente per contenere il deficit pubblico. Come da tradizione, la misura ha già iniziato a generare un intenso dibattito parlamentare e pubblico, attirando le critiche da parte dell’opposizione, che accusa il governo di una manovra insufficiente per rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini e di impiegare risorse in modo poco efficace.

Tra i principali interventi sono previsti il rinnovo e il potenziamento del bonus per la natalità e il sostegno alle famiglie numerose, con misure quali l’assegno unico per i nuovi nati e il bonus asilo nido. Altri benefit sociali includono la carta “Dedicata a te”, rifinanziata per aiutare le famiglie a basso reddito, e il fondo per le non autosufficienze. Sul fronte fiscale, il governo ha confermato il taglio del cuneo fiscale, che dovrebbe sostenere i redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, oltre a una detassazione dei premi di produttività per i lavoratori con figli a carico.

La manovra prevede anche interventi sulle pensioni, mantenendo alcune misure di flessibilità come l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 103, con qualche incentivo per chi decide di rimanere al lavoro oltre l’età pensionabile. Tuttavia, per le pensioni minime è previsto solo un piccolo aumento, criticato dal M5S come “una mancia da dieci centesimi al giorno”. Inoltre, nonostante le aspettative su una riforma più radicale, il governo ha scelto di mantenere queste misure senza apportare modifiche strutturali rilevanti.

L’opposizione, in primis PD e M5S, ha fortemente contestato le modalità con cui il Governo ha strutturato la Legge, affermando che la spesa non risponde adeguatamente alle esigenze di crescita economica e sostegno sociale. Inoltre, il dibattito si è intensificato sul capitolo dei tagli alla spesa ministeriale, previsti a circa 2,4 miliardi di euro per il 2025. L’intervento è visto da alcuni come una mossa che potrebbe limitare l’efficacia di vari servizi pubblici e ridurre l’investimento in settori cruciali come l’istruzione e la sanità.

Il prossimo passo è l’iter parlamentare che partirà lunedì prossimo alla Camera con audizioni nelle commissioni competenti. Gli emendamenti saranno presentati tra venerdì 8 e domenica 10 novembre: su questo, si prevede un dibattito parlamentare particolarmente acceso. La legge sarà dunque oggetto di modifiche, ma se la maggioranza consentirà la presentazione di emendamenti da parte dei suoi stessi parlamentari, una mossa che negli anni passati, in particolare nello scorso, è stata spesso limitata per evitare stravolgimenti al testo iniziale.