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Usa 2024: – 11, Harris e l’ex generale contro Trump “fascista”, nostalgia di Hitler

24
Ottobre 2024
Di Giampiero Gramaglia

In un incontro con gli elettori ospitato in Pennsylvania dalla Cnn, Kamala Harris si dice convinta che Donald Trump sia «un fascista», citando un ex capo di staff della Casa Bianca quando il magnate era presidente, il generale dei marines in congedo John Kelly: «Non lo penso solo io, ma lo pensano anche le persone che hanno lavorato con lui».

Harris aggiunge che «Trump non difenderà la Costituzione, la ucciderà» e ricorda – citandolo – che intende «stilare una lista dei nemici per vendicarsi» e attaccare «oppositori pacifici o giornalisti» e che è pronto «ad usare l’esercito contro il nemico dall’interno».

Le parole di Harris trovano ampia eco sui media Usa, specie sul New York Times, che ieri aveva a sua volta intervistato il generale Kelly, che aveva confermato quanto contenuto in un libro del 2022 sulle pulsioni fasciste di Trump. Secondo il New York Times, Harris e la sua campagna si stanno sempre più concentrando sulla denuncia degli aspetti autoritari della personalità di Trump.
L’incontro con gli elettori della Pennsylvania ha dato l’occasione a Harris di provare a recuperare terreno con gli elettori arabo-americani. «Le migliaia di morti palestinesi sono inconcepibili», ha detto, rispondendo a una domanda: «Dobbiamo lavorare per una soluzione a due Stati».

Usa 2024: pulsioni autoritarie e nostalgie di Hitler alla Casa Bianca
Nell’intervista al New York Times, il generale Kelly sostiene che il magnate è un fascista, che governerebbe come un dittatore se gli fosse permesso e che non ha alcuna comprensione dei valori della Costituzione o del concetto di stato di diritto. Kelly conferma anche precedenti resoconti secondo cui Trump aveva fatto dichiarazioni di ammirazione per Hitler (sostenendo che ha fatto «qualcosa di buono»), aveva espresso disprezzo per i veterani disabili e aveva definito coloro che sono morti sul campo di battaglia per gli Stati Uniti come «perdenti» e «femminucce».

Trump e la sua campagna liquidano queste accuse come una bugia. Prima di un evento in Georgia, l’ex presidente lo ha scritto sul suo social Truth, sostenendo che il generale è «uno squilibrato».
Nell’intervista al New York Times, l’ex capo di staff afferma che «di sicuro l’ex presidente è nell’area dell’estrema destra, è un autoritario, ammira le persone che sono dittatori… E di sicuro preferisce l’approccio dittatoriale al governo democratico…». Kelly spiega di avere sentito il bisogno di parlare dopo che Trump ha minacciato l’uso dell’esercito contro «i nemici dall’interno». «È certamente» – afferma – «l’unico presidente che rifiuta ciò che è l’America»: «Non capisce i valori, finge di sapere più cose sull’America di chiunque altro, ma non è così» e mette la lealtà verso di lui al di sopra della Costituzione.

L’intervista del New York Times a Kelly ha coinciso con l’uscita di un articolo su The Atlantic, prestigiosa rivista, secondo cui Trump presidente aveva elogiato i generali di Adolf Hitler per la loro lealtà al dittatore tedesco e avrebbe voluto che il personale militare americano gli mostrasse analoga deferenza.
«Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler», avrebbe detto durante una conversazione privata alla Casa Bianca quando era presidente, riporta The Atlantic. «Persone che gli erano totalmente leali, che eseguono gli ordini», avrebbe sottolineato, dimenticando che gli ufficiali statunitensi, compresi i generali, giurano fedeltà alla Costituzione e non al comandante in capo.

Pure queste affermazioni affondano le loro radici nel libro del 2022, intitolato The Divider: Trump in the White House, dei giornalisti Peter Baker e Susan Glasser, secondo cui Trump chiese a Kelly, allora suo capo di staff alla Casa Bianca, «perché non potete essere come i generali tedeschi?».
Contattato da The Atlantic, Kelly ha così ricostruito l’episodio: «’Intendi i generali di Bismarck?’», gli rispose, conscio «che non sapeva chi fosse Bismarck, o della guerra franco-prussiana». Allora, gli disse: «’Intendi i generali del Kaiser? Di sicuro non puoi intendere i generali di Hitler’. E lui replicò: ‘Sì, sì, i generali di Hitler.’ Gli raccontai che Rommel aveva dovuto suicidarsi, dopo avere preso parte a un complotto contro Hitler».

Usa 2024: pro Harris o neutro, il Los Angeles Times perde i pezzi
Il Los Angeles Times perde un altro pezzo della redazione nell’ennesimo scontro con il proprietario, Patrick Soon-Shiong, magnate sudafricano-americano d’origine cinese. La direttrice degli editoriali, Mariel Garza, s’è dimessa, dopo che l’imprenditore miliardario che ha comprato il giornale nel 2008 ha impedito che la testata facesse un endorsement per la candidata democratica Kamala Harris. «Voglio chiarire che non accetto che si resti in silenzio. In tempi pericolosi, le persone oneste devono farsi sentire. Questo è il mio modo di farlo», ha detto alla Columbia Journalism Review Garza, raccontando che il comitato editoriale intendeva schierarsi con Harris, ma che Soon-Shiong ha imposto che il giornale non prendesse le parti di nessuno dei candidati alla presidenza.

Il LAT, principale giornale di una città molto progressista, ha appoggiato il candidato democratico in ogni elezione presidenziale dal 2008. Anche in vista del 5 novembre di quest’anno, ha pubblicato una lista di endorsement per le elezioni del procuratore distrettuale e di deputati statali, comunali e della contea.
Il Los Angeles Times non attraversa il suo miglior momento. Questo dissidio tra redazione d editore – un magnate del biotech prestato all’editoria – arriva dopo le dimissioni del direttore a gennaio e l’annuncio di nuovi licenziamenti tra i dipendenti.

Altre cose da sapere
• Il candidato democratico alla vice presidenza Tim Walz ha votato in anticipo in Minnesota, lo Stato di cui è governatore, accompagnato dalla moglie Gwen e dal figlio più piccolo Gus, per la prima volta alle urne. «E’ il momento di voltare pagina rispetto al caos di Trump», ha detto Walz all’uscita dal seggio.
• L’Ap scrive che gli addetti ai seggi in tutta l’Unione devono fronteggiare quello che chiama «uno tsunami di teorie cospirative» senza alcun fondamento sul voto e sullo spoglio e spendere un sacco di tempo nello spiegare ai cittadini come funziona la macchina elettorale.
• The Guardian riferisce che l’ex modella Stacey Williams accusa Trump di averla palpeggiata e molestata nel 1993 alla Trump Tower in «un perverso gioco» con Jeffrey Esptein, finanziere e pedofilo suicida in carcere a New York nel 2019. La donna, che negli Anni 90 lavorava come modella professionista, racconta l’incontro col magnate a una festa di Natale nel 1992 tramite il finanziere. La campagna di Trump nega le accuse, definendo la donna «un’ex attivista di Barack Obama» e la storia «un’invenzione della campagna di Harris».

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