Ambiente
Automotive, per l’elettrico non tutto rose e fiori. Ma la strada è tracciata
Di Giampiero Cinelli
L’automotive europeo è in crisi, questo non può nasconderlo più nessuno nonostante l’altra faccia della medaglia sia rappresentata dalle potenziali opportunità della transizione produttiva. Una transizione nella logica ambientale ma che di fatto è anche, come viene sottolineato, una transizione tecnologica. Per la quale il governo italiano ha assicurato che stanzierà 750 milioni di bonus auto per il 2025, fino ad arrivare ad un miliardo dal 2026 al 2030. L’obiettivo è non frenare il percorso verso l’auto elettrica.
Necessaria una strategia
C’è in ballo lo stop alla produzione di autoveicoli a motore endotermico (benzina e diesel) dal 2035, una regola Ue, che probabilmente verrà posticipata, e già dal prossimo anno il Green Deal europeo sarà rivisto. Secondo Fabio Pressi, Presidente di Motus-E, il punto non è tanto la scadenza fissata ma il modo in cui ci si arriva e come si aiuta l’industria. L’unico presupposto per lui non può essere semplicemente la neutralità tecnologica (cioè la libera scelta delle modalità con cui produrre vetture non endotermiche). Perché il mercato dell’automotive ha difficoltà strutturali ed è un fatto che quando gli incentivi sono fermi o calano, scende anche la domanda di auto. Pressi ha dunque sottolineato – durante la puntata di Largo Chigi, il talk di The Watcher Post – che ci vogliono interventi strategici, agendo fiduciosi delle previsioni per cui i prezzi delle vetture nei prossimi anni scenderanno. Anche per quanto riguarda quelle di fascia media.
Perché non conviene tornare indietro
A Largo Chigi è intervenuta Annalisa Corrado, eurodeputata Pd e membro della Commissione Envi. Per lei il Green Deal non è da cambiare e a differenza di altri non crede ci sarà una revisione del piano. «Va tenuto presente che il vecchio modello ha fallito e il Green Deal è la soluzione. La crisi dell’automotive viene da lontano, proprio perché non si è affrontato prima il cambiamento. Due anni fa ricordo gli Operai della Fiat andare a Parigi in pullman a chiedere di riconvertire le piattaforme all’elettrico per superare la cassa integrazione. Le elettriche consumano meno energia nel loro intero ciclo di vita, dall’estrazione alla ruota, nella produzione sono più efficienti e gestibili (servono 20 pezzi per un’elettrica, 200 per un’endotermica) e tutti stiamo andando in quella direzione». A chi parla di crisi dell’automobilistico, Corrado ha fatto notare che «la Cina esporta il 70% di auto endotermiche. Quindi la crisi non è solo dovuta all’elettrico» e non colpisce tutte le nazioni. «La nostra difficoltà dipende dal costo dell’energia, soprattutto in Italia. Il sistema è costoso perché legato al gas. Ecco perché dobbiamo decarbonizzare. Gli Incentivi alla domanda vanno bene ma devono potenziare una domanda che contribuisce ad abbattere i costi di produzione. Ad esempio, con le flotte di auto aziendali sarebbe più facile creare un mercato. Che all’acquisto il costo sia ancora rilevante è vero, ma poi quella spesa si riassorbe negli anni perché i costi di manutenzione sono assai più ridotti», ha concluso l’eurodeputata.
La presenza dell’elettrico nel parco auto
Nonostante il settore debba ritrovare equilibrio, va notato che a settembre del 2024, come ci dicono analisi di enti di settore, in Ue e Uk la penetrazione dei vari modelli elettrici rappresentava il 60%, con le auto Full Electric per una fetta del 26,4%. in Italia a settembre di quest’anno l’incremento è stato del 27,3% rispetto all’anno precedente, sebbene la fetta di mercato sia ancora del 5,2%.
La distribuzione delle auto elettriche sembra destinata a crescere, pure qualora lo stop al motore termico del 2035 non dovesse comportare cambiamenti repentini. Verrebbe infatti fermata solo la produzione di nuovi veicoli a benzina, ma le auto a benzina esistenti continuerebbero a circolare e ad essere trovate come usato. Si stima appunto che vetture a benzina circoleranno fino al 2050, come ha rilevato Alessandro Macina, giornalista di Presa Diretta, che ha partecipato a Largo Chigi e che si sta occupando molto di auto elettrica. Macina è convinto che la scelta del motore elettrico sia davvero green, a scanso di chi afferma il contrario, perché le emissioni durante tutto il ciclo sono molto minori. Le auto elettriche non hanno emissioni e anche in un Paese scarsamente sviluppato, che per produrle utilizza gas, le emissioni sarebbero comunque il 30% in meno».
La puntata integrale di Largo Chigi