Fill the gap
Il Gap di genere come questione di crescita, Pil e Welfare
Di Francesco Tedeschi
Inaugurata oggi la 24esima edizione di “Donna, Economia & Potere”, due giorni di confronto a Roma presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia. L’edizione di quest’anno, dal titolo “Il coraggio di sognare, la forza di cambiare”, è stata un’occasione per riflettere non solo sui progressi compiuti, ma anche sugli ostacoli che ancora rallentano il pieno contributo delle donne all’economia e alla società.
All’appuntamento hanno partecipato oltre 400 tra imprenditrici, manager e professioniste dall’Italia e dall’estero – impegnate in 10 diversi tavoli tematici allo scopo di affrontare le questioni centrali del nostro presente e le sfide per il futuro mettendo al centro il pensiero e il contributo femminile, come: Europa da completare; Quote di genere: The next step; Rivoluzione Lavoro; Donne e Finanza; Donne e Governance; L’intelligenza artificiale: regole, mercato, etica; Benessere e Felicità; Disordine mondiale; Donne e Media; Sfida Made in Italy; Giovani, social e povertà educativa; Città sostenibili.
L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali di Lella Golfo – coautrice della legge dedicata alla parità di genere nei consigli di amministrazione, a cui sono seguiti quelli della Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Maria Roccella, che ha avuto modo di ricordare come questo “nella mia lunga storia di militanza femminista io non credevo che avrei visto nella mia vita una presidente del Consiglio donna, si tratta di un passo fondamentale. E che dimostra che per cambiare dobbiamo lottare tutte insieme. Dobbiamo andare avanti ora, se non ora quando”.
In un contesto globale caratterizzato da sfide economiche e sociali senza precedenti e da rapidi cambiamenti tecnologici, il divario di genere persiste come uno degli ostacoli principali alla crescita economica mondiale. E l’Italia si colloca al 71° posto nel Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, evidenziando un divario significativo rispetto ad altri Paesi sviluppati.
La situazione è evidente nelle società quotate italiane, dove c’è un solo AD, Giuseppina Di Foggia di Terna. E per gli anni 2021 e 2022 non risultano neppure candidate, stando ai dati ricavati da Heidrick & Struggles – società di head hunting leader globale nella ricerca di executive – che ha partecipato al tavolo dedicato a Donne & Governance . Il dato è in linea con altri paesi europei come la Germania, ma è decisamente inferiore al dato di Francia, Finlandia e Danimarca. Unica nota positiva la presenza del genere femminile nei consigli di amministrazione, dove ci sono più donne che nel resto d’Europa (51 % vs 47 %) proprio per effetto della legge Golfo Mosca. In generale le donne hanno un’educazione superiore rispetto agli uomini nella stessa posizione: la maggior parte ha un dottorato rispetto alla controparte maschile, in molti casi semplicemente laureata.
“Da 36 anni – ha sottolineato la madrina della giornata, Lella Golfo, in chiusura della prima giornata di lavori – chiediamo che i gap di genere – il lavoro, la carriera, gli stipendi, la conciliazione – vengano posti al centro dell’Agenda Italia. Fino a ieri era un tema di democrazia, equità, Costituzione. Oggi è un tema di crescita, Pil, welfare”.