Esteri
Unifil, Crosetto: niente fuga dal Libano, ma pronti ad evacuare se necessario
Di Giampiero Cinelli
Dopo il danneggiamento fortuito in Libano di una base italiana, afferente alla missione di pace Onu “Unifil“, da parte delle forze israeliane, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha riferito al Senato. Nessuna rottura diplomatica, ma volontà di rafforzare la stabilità e il funzionamento delle strutture nell’area quello che è emerso
«Ho voluto segnalare la necessità di un incisivo e rapido intervento delle Nazioni Unite che metta Unifil nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all’uso della forza – ha spiegato Crosetto -. Questo potrebbe essere ottenuto prevedendo diverse opzioni operative, quali ad esempio la presenza di una riserva schierabile rapidamente nel Sud del Libano, garantendo così la piena libertà di manovra delle unità e adeguando equipaggiamento e dotazioni all’ambiente in cui operano».
Parallelamente si cercherà il confronto con Israele e le forze libanesi al fine di evitare di replicare questi errori, auspicando soluzioni politiche in Medio Oriente. il ministro ha assicurato: «sono state adottate tutte le misure necessarie per gestire i rapidi cambiamenti di situazione” per il contingente Unifil in Libano, rafforzando le misure di protezione attiva e passiva. Inoltre, i piani di evacuazione sono stati aggiornati, testati e sono pronti per essere attuati, se necessario. Come Difesa – ha aggiunto – siamo ovviamente pronti a fare la nostra parte e, qualora necessario, siamo in grado di condurre operazioni di estrazione del contingente nazionale e dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. In tal senso sono stati già pre-allertati assetti aerei e navali per tale scopo, e il loro livello di prontezza è stato recentemente innalzato e adeguato alla situazione sul campo».
La prima opzione comunque non è quella di abbandonare; secondo Crosetto «Unifil può, invece, ancora costituire un elemento fondamentale per prevenire nuovi e peggiori scontri diretti, nuovi e peggiori conflitti. I caschi blu possono fungere da fattore di pacificazione, necessario in questo momento. Inoltre, la loro presenza tornerà ad essere determinante nella fase di stabilizzazione, quando, speriamo tutti presto, si abbasserà il livello di scontro. Se rinunciassimo alla presenza dei soldati delle Nazioni Unite in quella zona del mondo oggi, rinunceremmo alla possibilità del mondo di risolvere in modo pacifico le controverse internazionali», ha concluso.