Cultura

Presentato in Campidoglio il “Brand Journalism Festival”, dove i mondi dell’editoria e del giornalismo aziendale si incontrano

10
Ottobre 2024
Di Ilaria Donatio

Quando Larry Light, nel 2004, ideò la strategia di marketing e comunicazione del brand journalism, era Chief Marketing Officer di McDonald’s. Light la teorizzò in un momento in cui McDonald’s attraversava una crisi legata alla credibilità del marchio: l’obiettivo era quello di sostituire i classici metodi di advertising e di mass marketing – reputati obsoleti e poco funzionali – con la narrazione della storia e dei valori del brand. 

La tecnica di Light fu quella di raccontare la cronaca del marchio invece della sua storia, coinvolgendo il pubblico e i consumatori nelle vicende che di anno in anno interessavano l’azienda, e trasformando la vecchia strategia di marketing, legata a un solo e ripetitivo messaggio, a un’altra fatta di molteplici possibilità e vie di comunicazione, multimediali e non.

E non vi è dubbio – le aziende lo avrebbero sperimentato negli anni – che raccontare un brand, la sua storia, i valori e il suo operato utilizzando le tecniche tipiche del giornalismo, significa avvicinare il fruitore al mondo che quelle imprese intendono rappresentare.
Ecco la ragione per cui, non solo ha senso, ma sarebbe molto utile far parlare e rendere comunicanti editoria, giornalismo e aziende: perché è uno dei modi per assicurare, da un lato, l’integrità e l’accuratezza di un’informazione che resti sostenibile e, dall’altro, per fare in modo che le aziende producano contenuti di qualità. 

È quello che intende realizzare il Brand Journalism Festival, presentato, stamane, al Campidoglio alla presenza di Francesco Carpano, Consigliere dell’Assemblea Capitolina, insieme all’organizzatore del Festival, Ilario Vallifuoco, Fernando Vacarini, Responsabile Media Relations, Corporate Reputation & Digital PR di Unipol, Lavinia Spingardi, moderatrice dell’evento e giornalista Sky e Fabio Insenga, vicedirettore Adnkronos.

“Il brand journalism è una tecnica di comunicazione che porta l’approccio giornalistico nella comunicazione corporate”, ha sottolineato Vallifuoco, CEO di Social Reporters nata nel 2018 per trasformare le aziende in vere e proprie Media Company.

Il Brand Journalism Festival
Il Festival si terrà a Roma il 12 novembre presso Talent Garden Ostiense sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e porta la firma di Social Reporters, startup specializzata in Brand Journalism e Live Communication.

Il Festival sarà, dunque, uno spazio in cui editori, giornalisti e comunicatori aziendali analizzeranno l’evoluzione del mondo dell’editoria e del giornalismo aziendale per definire i punti di contatto e le possibili sinergie, con l’obiettivo di garantire una comunicazione aziendale più etica e responsabile e restituire al pubblico un’informazione più indipendente e sostenibile.

I temi del Festival
Diversi gli spunti su cui i protagonisti si confronteranno: dalle possibilità che un approccio giornalistico offre alle aziende per presentarsi in modo credibile e rilevante al proprio pubblico di riferimento, alle possibilità offerte dall’IA per veicolare la comunicazione dei brand, e le relative limitazioni legali ed etiche per non creare ancora più confusione tra comunicazione e informazione. Il tutto con un occhio di riguardo al coinvolgimento delle nuove generazioni.

Aziende e media: per un rapporto più trasparente
“Questo evento”, spiega  Ilario Vallifuoco, “è volto a disambiguare il rapporto tra aziende e media per una maggiore trasparenza verso i destinatari dei contenuti. È una discussione che coinvolge editori, giornalisti e comunicatori aziendali a trovare traiettorie più etiche e più responsabili. È un evento di scopo che vuole  raccogliere tutte le sensibilità e proporre una sintesi prospettica e programmatica su assetti normativi, organizzativi, strategici che ridisegnano la catena del valore dell’informazione e della comunicazione in chiave redistributiva della conoscenza”.

Interessante, nel corso della conferenza stampa di oggi, la riflessione proposta da Fabio Insenga, vicedirettore di Adnkronos: “L’asset fondamentale” delle testate giornalistiche e dei professionisti che ci lavorano, ha detto, resta “l’autorevolezza”: ma in questa nuova strategia di comunicazione in cui avviene una vera e propria ibridazione di competenze, “serve prestare la massima attenzione alle regole di ingaggio e alla trasparenza”.

Questo per contraddire la retorica polarizzante di chi vorrebbe i giornalisti dalla parte dei buoni e le aziende che fanno profitto tra i cattivi: al contrario, entrambi possono utilmente concorrere a produrre contenuti autorevoli e di qualità. Appuntamento al 12 novembre, dunque.