Ambiente

Cdm, approvato il Decreto Ambiente. Le principali novità

10
Ottobre 2024
Di Giampiero Cinelli

Il Cdm ha approvato il Decreto Ambiente. Il provvedimento mira a «velocizzare progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi Pniec, l’attuazione di investimenti Pnrr e la valorizzazione dell’esistente”, ha detto il ministro Gilberto Pichetto Fratin, promotore del decreto. Questo testo – ha spiegato Pichetto – porta chiarezza e, laddove possibile, regole più semplici in settori fondamentali per la transizione».

«Più rinnovabili, ma via libera anche a tutte le fonti di energia pulita in grado di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica del Paese», ha fatto sapere il viceministro Vannia Gava, che ha personalmente lavorato al decreto. «Semplifichiamo le procedure autorizzative e rafforziamo gli approvvigionamenti nazionali».

L’iter
A fronte della grande mole di istanze da sottoporre alle Commissioni di valutazione ambientale Via-Vas e Pnrr-Pniec, il provvedimento interviene stabilendo una priorità nell’ordine di trattazione delle istanze, da definirsi con un successivo decreto ministeriale. Nell’ottica di dare certezze normative nel settore della prospezione e coltivazione di idrocarburi, coniugando la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela ambientale. Nell’ambito della gestione delle acque, al fine di rafforzare le buone pratiche del riuso, è introdotta la definizione di “acque affinate”, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei.

La diga di Genova
Con il dl ambiente approvato oggi dal Cdm viene disciplinata inoltre «la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi, prevedendo che il sindaco, quale commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità ed economia circolare».

Sfalci e potature
Con il Dl, si fa in modo anche che gli sfalci del verde prodotti dalle imprese, siano riconducibili alla categoria dei rifiuti urbani, pertanto possono essere conferiti presso i centri di raccolta comunali. Se fino a ieri, dunque, le imprese dovevano trattare gli sfalci e le potature come rifiuti “speciali non pericolosi” con annessi altissimi costi di gestione, con il nuovo decreto seguono lo stesso percorso dei rifiuti urbani. “Una norma di buonsenso – afferma Gava – per rendere la gestione dei rifiuti meno onerosa per le imprese e maggiormente funzionale al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare