Ambiente
Geotermico, Pichetto: obiettivo 10% di produzione elettrica al 2050
Di Giampiero Cinelli
Da due anni a questa parte l’Italia si interroga profondamente sulla necessità di indipendenza energetica. Forza Italia ne ha voluto parlare oggi nella Sala Della Regina della Camera dei Deputati, nel convegno dal titolo “Indipendenza energetica, il contributo della geotermia”, organizzato da Luca Squeri, deputato di Forza Italia e responsabile dipartimento Energia del partito azzurro.
«In Italia il costo dell’energia è tra i più alti d’Europa. E ciò vale per le famiglie e per le imprese. Nel 2024 gli energivori italiani stanno pagando l’elettricità mediamente 110 €/MW, rispetto ai 40 €/MW della Francia, i 60 della Germania e i 62 della Spagna Dobbiamo lavorare a un mercato unico europeo per l’energia. La geotermia è la fonte rinnovabile con minor dipendenza da materie prime critiche. Si tratta di una fonte che non dipende dalle condizioni meteo, fornendo energia costante tutto l’anno. L’Italia è tra i leader mondiali in produzione energia da questa fonte, contribuendo alla transizione energetica e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Il governo si sta muovendo nella direzione di un progressivo aumento dell’apporto di questa fonte: il Piano nazionale prevede un aumento della capacità geotermica entro il 2030», ha detto in un videomessaggio inviato per l’iniziativa Antonio Tajani, leader di FI e ministro degli Esteri.
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nel suo intervento ha dichiarato che «L’energia geotermica ha compiuto 120 anni ed è un elemento di produzione a zero emissioni; con le nuove tecnologie, ci permette di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e utilizza il calore che abbiamo naturalmente dal globo terrestre. Avere la possibilità di una produzione energetica di 6 Twh è rilevante a livello Paese. Nelle ipotesi di scenario contenute nel PNIEC – ha aggiunto Pichetto – si prevede che l’Italia riesca a valorizzare circa il 2% dl potenziale presente nei primi 5.000 metri di profondità, che potrebbe determinare una contribuzione in termini di produzione elettrica pari al 10% al 2050. Il 10% significa tra i 60 e i 70 Twh, un valore rilevante, ma anche al 25% degli attuali consumi termici finali, riducendo i consumi di gas a livello nazionale. Il geotermico può essere parte integrante dell’accelerazione della transizione energetica».
Ora a che punto siamo? Salvatore Bernabei, amministratore delegato di Enel Green Power, ha ricordato che «dal 1913, anno della prima centrale geotermoelettrica, oggi siamo arrivati a circa 900 MW installati, che ci rendono leader mondiale. Abbiamo poi un know-how accumulato nel tempo che ci consente di gestire 500 pozzi. Gestire 500 pozzi – ha aggiunto – significa anche coltivarli. Una volta che abbiamo dei pozzi e dei vapordotti, poi bisogna gestirli, e mantenere la produzione negli anni è una cosa che non tutti sanno fare, serve una grande competenza».
Il Presidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli ha posto questa sottolineatura: «Nei tempi dovuti l’obiettivo principale resta quello di affiancare a queste fonti lo sviluppo del nucleare di ultima generazione. In un contesto difficile come quello in cui viviamo, non dobbiamo perdere concentrazione e competenza su un tema decisivo come l’energia».