Innovazione
Innovazione e concorrenza nell’intelligenza artificiale: una roadmap per il G7 dall’IAI
Di Ilaria Donatio
In concomitanza con il G7 delle Autorità di Concorrenza (3 e 4 ottobre) – i cui lavori si svolgono in queste ore a porte chiuse nella sede dell’AGCM – ieri, l’Istituto Affari Internazionali (IAI) ha organizzato l’evento di lancio del suo policy paper “Fostering AI Innovation and Competition: The Way Ahead” con un panel di policy maker ed esperti, per discutere di innovazione, concorrenza e intelligenza artificiale.
Tra i relatori, Saverio Valentino, membro del consiglio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana che ospita il vertice della concorrenza del G7; Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati e Antonio Capobianco, vicedirettore della Divisione Concorrenza dell’OCSE, che hanno condiviso le loro prospettive sulla regolamentazione dell’IA e sulle sfide legate alla concorrenza.
I temi
L’incontro è stato aperto e moderato dal Presidente IAI, Ferdinando Nelli Feroci, che ha introdotto i temi centrali: “L’intelligenza artificiale presenta straordinarie opportunità, ma anche nuove sfide e potenziali minacce. Stiamo vedendo le autorità garanti della concorrenza lavorare intensamente per comprendere l’impatto dell’intelligenza artificiale sui consumatori e sulla concorrenza e adottare risposte comuni a queste sfide, anche in seno al G7. Tuttavia, come mostra il nostro studio”, ha sottolineato Nelli Feroci, “le autorità di regolamentazione devono trovare un delicato equilibrio tra la salvaguardia della concorrenza e la garanzia dell’innovazione, nella fase attuale di diffusione dei sistemi di IA”.
Il paper
Nel documento IAI, l’autore, Ettore Greco – vicepresidente esecutivo dell’Istituto – osserva che “l’intensificazione del dialogo e della cooperazione nel quadro del G7, per affrontare i rischi derivanti dall’ascesa dell’IA generativa è uno sviluppo promettente”. E se è vero che “il dialogo con le parti interessate è di fondamentale importanza per identificare i rischi emergenti in termini di concorrenza”, il rischio che “interventi prematuri a livello governativo e normativo” soffochino “la concorrenza nella sfera dell’intelligenza artificiale”, esiste.
Una curva di apprendimento
Le autorità di regolamentazione non hanno fatto mistero della loro preoccupazione che, non agendo abbastanza presto, potrebbero non riuscire a impedire il consolidamento di monopoli o posizioni di mercato dominanti come accaduto con la precedente rivoluzione tecnologica nell’economia digitale. Un senso di urgenza ha preso piede. Allo stesso tempo, il rischio opposto non può essere sottovalutato. Non solo i mercati dell’IA sembrano essere in una fase embrionale, ma sono anche sistemi molto complessi che interessano settori economici diversi. Da qui la necessità, apertamente riconosciuta dalle autorità di regolamentazione della concorrenza, di analizzare le dinamiche di mercato in modo più approfondito per evitare azioni normative premature che ostacolano l’innovazione o diventano rapidamente obsolete. “Siamo su una curva di apprendimento”, ha riconosciuto candidamente Margrethe Vestager, Commissaria europea per la concorrenza.
Due preoccupazioni principali
Una prima preoccupazione importante riguarda il controllo da parte di pochi attori del mercato di input che sono fondamentali per lo sviluppo di modelli di base, come dati di formazione, semiconduttori avanzati, potenza di calcolo, servizi cloud e competenze tecniche. Le aziende di intelligenza artificiale in carica potrebbero negare ai loro concorrenti l’accesso a tali input per consolidare le loro posizioni di mercato dominanti. Il controllo concentrato di input critici può anche limitare le scelte dei clienti. Un secondo rischio è l’uso di acquisizioni o partnership da parte di grandi aziende digitali per consolidare ulteriormente il loro potere di mercato. In particolare, è stato siglato un numero crescente di partnership tra grandi aziende e piccoli sviluppatori di intelligenza artificiale. L’atteggiamento dei regolatori nei confronti di questi accordi è stato finora piuttosto cauto.
Greco conclude affermando che “il G7 ha dimostrato di essere una piattaforma preziosa per promuovere la convergenza politica tra i suoi membri sulle regole della concorrenza e sul modello di governance più ampio per l’intelligenza artificiale generativa”.
Gusmeroli: le buone leggi nascono dall’ascolto
“Nei mesi scorsi, abbiamo condotto un’indagine conoscitiva sull’impatto dell’Intelligenza artificiale sulle attività produttive”, ha detto Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera, promotore dell’indagine.
La commissione ha audito 90 relatori italiani ed esteri, oltre ad aver esaminato “50 contributi scritti pervenuti che ci hanno restituito un quadro organico della situazione in Italia”, ha spiegato il deputato della Lega: l’obiettivo, quello di fornire al governo quante più informazioni, utili alla redazione della Pdl sull’IA, oggi all’esame del Senato. “Le buone leggi nascono dall’ascolto”, ha proseguito Gusmeroli, ed è l’unico modo per “governare una tecnologia piuttosto che subirla”.
L’indagine conoscitiva: cosa è emerso?
I professionisti che utilizzano i sistemi di IA, hanno condotto il 12,2% di attività in più rispetto a chi non vi fa ricorso. Anche la velocità di lavoro cambia e la stessa qualità: superiore del 25%. L’utilizzo dell’Intelligenza artificiale è in grado di generare circa 312 miliardi di euro (pari al 10% del Pil) nelle attività produttive. E fin qui, si sono elencate le potenzialità dell’IA. I rischi sono altrettanto importanti: solo il 54% di italiani tra i 16 e i 74 anni, ha dimestichezza con un pc (figurarsi con le nuove tecnologie!) ed esiste, dunque, un enorme tema da affrontare che riguarda l’esclusione sociale generata dall’impatto provocato da questi sistemi. È vero, per esempio, che ben il 61% delle grandi imprese utilizza l’IA ma tra le pmi – la vera ossatura produttiva del Paese – la percentuale si abbatte fino al 18%.
Gusmeroli conclude sottolineando l’importanza della formazione, a partire dalle scuole primarie ma anche quella rivolta agli adulti, da riprofessionalizzare. Infine, citando l’audizione dell’Ad di Leonardo, Roberto Cingolani, il presidente della X Commissione ha evidenziato l’importanza di avere un cloud nazionale e, in attesa che questo sia possibile, valutare l’adozione di cloud aziendali nel settore pubblico.
L’incontro di ieri, 3 ottobre, faceva parte di un programma sulla trasformazione digitale e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale che IAI sta guidando, in qualità di co-presidente di Think7, uno dei gruppi di impegno ufficiali del G7.