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Usa 2024: – 32, nuove carte giudiziarie contro Trump, echi del dibattito fra vice

03
Ottobre 2024
Di Giampiero Gramaglia

La variabile giudiziaria fa di nuovo irruzione nella campagna elettorale di Usa 2024. Donald Trump “ha compiuto dei reati” per tentare di restare al potere dopo avere perso le elezioni del 2020, usando “l’inganno per prendere di mira ogni fase del processo elettorale”.

È quanto si legge nei documenti parzialmente desecretati presentati dal procuratore speciale Jack Smith nel quadro del procedimento in cui l’ex presidente è accusato di avere cercato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. I nuovi documenti servono, nelle intenzioni degli inquirenti, a uscire dalle secche della sentenza della Corte Suprema che riconosce al presidente in carica una parziale immunità per i propri atti. Secondo il procuratore speciale Jack Smith, l’allora presidente in combutta con altre persone “lanciarono una serie di piani disperati per capovolgere i legittimi risultati elettorali”.

Per quegli atti, compiuti – sostiene Smith – in quanto candidato (e, quindi, privato cittadino), e non
in quanto presidente, Trump non ha diritto all’immunità. Il New York Times nota che i documenti
ora resi pubblici offrono il quadro finora più completo di quanto finora accertato dagli inquirenti
sulla sommossa del 6 gennaio 2021. Fra i particolari rilevati, il New York Times cita la testimonianza di un collaboratore di Trump, che lo informò che il suo vice Mike Pence era stato portato in un luogo sicuro per sottrarlo ai facinorosi. Trump si limitò a rispondere, guardandolo: “E allora?”, invece di prendere iniziative.

Per il Washington Post, i documenti danno dettagli sui contatti intercorsi quel giorno tra Trump,
Pence, l’allora avvocato di Trump Rudy Giuliani e vari funzionari della Casa Bianca: la procura confida di potere convincere i giudici che Trump, su quelle basi, può essere processato, anche se è escluso che ciò possa avvenire prima delle elezioni.

Alla pubblicazione dei documenti, Trump ha subito reagito sul suo social Truth, giudicandoli “pieni
di falsità
” e “incostituzionali” e “una caccia alle streghe” – espressione da lui usata tutte le volte che
è stato incriminato (sono tre i processi che ancora lo attendono) – e sostenendo che costituiscono
un’interferenza nelle elezioni del 2024. I documenti, che “arrivano subito dopo la disastrosa performance al dibattito di Tim Walz”, sono “un altro chiaro tentativo del regime Harris-Biden di mettere a rischio la democrazia americana e interferire con il voto”.

Dopo il dibattito fra vice, Vance meglio, ma si sposta poco
Del dibattito tra i candidati vice, tutti i media, a caldo, hanno parlato in modo positivo, per i modi e i toni civili di JD Vance e Tim Walz. Però, ”già nel pomeriggio di ieri non se ne parlava più”, osserva la Cnn, per indicare che il confronto non lascerà probabilmente il segno e non avrà impatto sulle scelte degli elettori.

I sondaggi fatti immediatamente dopo il dibattito indicano una vittoria ai punti – tipo 51% a 49%, quello della Cnn – del repubblicano sul democratico, con spostamenti non rilevanti nelle intenzioni di voto. Politico e altri media condividono questa valutazione, sia pur con sfumature diverse, mentre il Wall Street Journal, conservatore, trova che Vance “ha prevalso largamente”.

Ancora più netto il giudizio di Trump, che in un’intervista alla Fox dice che che Walz “si è messo in imbarazzo”, mentre Vance “è stato fantastico”: “Tim Walz ha dimostrato di non avere la statura per la carica a cui punta, anche se lo metterei molti gradini sopra Kamala Harris”, ha osservato Trump, secondo cui il “Paese ha bisogno di persone smart, non di persone che non sanno mettere due frasi insieme”.

Per Politico, Vance “non solo è stato raffinato, ma ha anche fatto una critica di Harris più tagliente rispetto a quella che Trump è riuscito a fare nel suo dibattito con lei il mese scorso”, mentre Walz “ha impiegato un po’ di tempo per scaldarsi, e non è stato granché nemmeno quando ci è riuscito”. In conclusione, “il dibattito, leggero sui colpi personali e pesante sulla politica, è stato vinto da Vance per questioni di stile”.

Per il WSJ, “il tono dell’evento è stato a tratti tagliente, ma in genere sostanziale. Vance ha parlato
con sicurezza e chiarezza, mentre Walz ha avuto più difficoltà a trovare il suo equilibrio”. Tra gli intervistati nel sondaggio della Cnn, Walz rimane il candidato visto in modo più positivo e percepito più in contatto con le loro esigenze e la loro visione del Paese. Vance, che partiva da un deficit di immagine maggiore sia tra gli spettatori che tra il pubblico in generale, ha però migliorato la sua considerazione tra il pubblico del dibattito, facendo meglio del previsto: c’è più gente che lo percepisce come qualificato.

Entrambi i candidati, secondo il sondaggio, sono ora considerati dalla maggioranza degli spettatori del dibattito qualificati ad assumere la presidenza, se necessario. Ma nessuno degli elettori o quasi trova nel dibattito una ragione per cambiare il proprio voto. Prima del confronto, il 54% s’aspettava che Walz prevalesse, il 45% pensava che prevalesse Vance.

Kamala un falso sito, Melania pro-scelta
NewsGuard, una piattaforma che monitora la disinformazione online, ha scovato un falso sito attribuito a Kamala Harrris completo di slogan, programma politico e ‘advisory board’, in cui figurano, fra gli altri, Hillary Clinton e Bill Gates. Secondo NewsGuard il sito, che s’intitola NewWayForward.us, è stato creato da John Dougan, un ex vice sceriffo della Florida “diventato maestro della disinformazione di Mosca”.

Infine, The Guardian pubblica le ennesime anticipazioni del libro di memorie di Melania Trump, d’imminente uscita. Questa volta, l’ex first lady imbarazza il marito; dice di sostenere con passione il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo, incluso l’aborto. “È imperativo che le donne abbiano l’autonomia nel decidere se avere figli sulla base delle