Politica
Cdm, avanti sulle finanze, work in progress per i migranti
Di Giampiero Cinelli
Il Cdm di oggi, senza Meloni e Giorgetti in conferenza stampa, ha esaminato, tra gli altri provvedimenti, il Piano Strutturale di Bilancio, al suo secondo passaggio al tavolo, e il protocollo per i migranti tra Italia e Albania. Il documento di bilancio ha avuto il secondo benestare e a breve sarà inviato alla Commissione europea al termine della discussione in Parlamento; ma non è stato possibile scoprirne i dettagli dopo il Consiglio dei Ministri. Di sicuro vi sarà un piano di rientro dal debito della durata di sette anni, ne sapremo di più tra poco, per adesso i ministri hanno spiegato che si può fare fede all’introduzione resa dal ministro dell’Economia alle parti sociali negli incontri convocati, e se doveva essere consegnato entro il 20 settembre, lo slittamento è dovuto a una messa a punto risultata più lunga.
I centri in Albania
Per quanto riguarda invece la consegna per il collaudo dei centri migranti albanesi, in conferenza stampa si è detto di prevedere tutto entro la prima decade di ottobre. Il ritardo risulta motivato da contingenze ascrivibili alle condizioni atmosferiche così come la scoperta di asperità nel terreno.
Decreto flussi rimandato
Il decreto che al contrario è rivolto all’immigrazione regolare, il cosiddetto “decreto flussi”, è stato rinviato. «Necessario un approfondimento su aspetti che richiedono il coordinamento di più strutture, quello che va in pre-consiglio – ha sottolineato il sottosegretario Mantovano – è semplicemente un’ipotesi di lavoro e quindi qualche giorno per approfondire questi aspetti sarà necessario perché è una misura in cui tutto si tiene e non è il caso si smembrarlo e approvarne una parte adesso e una parte dopo». In ogni caso, ha proseguito Mantovano rispondendo a un’altra domanda sul tema, non c’è stato «nessun contrasto in Cdm, se passo in rassegna le quattro parti di cui si comporrà il dl non vedo nessun contrasto tra ministri e tra le forze politiche.
A cosa tiene Mantovano
Questi gli obiettivi da delineare con più precisione: «dare effettività agli ingressi regolari e al collegamento col lavoro, quella sul rendere il contrasto al caporalato qualcosa di più effettivo facendo emergere dalla condizione di sfruttamento il lavoratore in nero, quella di maggiori garanzie di identificazione del migrante che arriva irregolarmente, che è la parte proposta in modo particolare dal ministero dell’Interno, e quella di giustizia relativa ad un esame più accurato contro i ricorsi contro i dinieghi per le domande di protezione».
Silicon Box
Il Consiglio dei Ministri ha inoltre approvato oggi la delibera di dichiarazione di interesse strategico nazionale dell’investimento di Silicon Box, un investimento pari a 3,2 miliardi di euro per la realizzazione nel nostro Paese, in Piemonte, di microprocessori di nuova generazione. «Con questa delibera si potrà nominare un commissario straordinario dotato di poteri di ordinanza anche in deroga alla legislazione e che rilascerà una autorizzazione unica», ha detto il ministro Urso, precisando che «si tratta di una disposizione che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fortemente voluto per supportare fattivamente i grandi investimenti strategici per la nostra economia, accelerando tutti i processi autorizzatori. L’operazione può portare all’assunzione di 1.600 occupati altamente qualificati come assunzioni dirette e almeno altri 2.000 nella catena di fornitura, oltre ai circa 1.000 che saranno necessari per la costruzione».
Norme per i sanitari aggrediti
Sì anche al decreto legge che introduce “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria”. Il decreto legge modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (arresto in flagranza differita): si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Con il decreto si applica l’arresto obbligatorio in flagranza, anche “differito”, ossia nelle quarantotto ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione videofotografica.