Economia
Rapporto Inps, pensioni sostenibili se entrano più donne e giovani
Di Giampiero Cinelli
Il sistema tiene ma gli squilibri non smorzano le preoccupazioni per il futuro. Capiamo questo dal Rapporto annuale dell’Inps presentato oggi a Roma. L’età media di accesso alla pensione in Italia, grazie alla possibilità di uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, è di 64,2 anni. Un elemento non da trascurare per i conti pubblici, soprattutto se si pensa al peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. I pensionati sono circa 16,2 milioni, mentre i lavoratori nel 2023 iscritti all’Inps, con almeno una settimana di contributi, sono stati 26,6 milioni. Allinearsi su un rapporto di 1:1 tra lavoratori e pensionati è molto rischioso, anche considerando il progressivo decremento e invecchiamento della popolazione. Attualmente ci sono 1,4 lavoratori per ogni pensionato. La dinamica ottimale, secondo gli esperti, è di 1,5.
Più occupati, ma non basta
Ad ogni modo, i lavoratori iscritti all’Inps con almeno una settimana di contributi nel 2023 sono stati oltre 1,08 milioni in più del 2019. Il rapporto annuale dell’Inps segnala come la differenza rispetto all’Istat dipenda dal fatto che l’Istituto di statistica faccia un’indagine campionaria mentre l’Inps dà un dato di flusso annuo. Le settimane lavorate in media nel 2023 per ogni assicurato sono state 43,1 a fronte delle 42,9 medie del 2019. Hanno trainato l’aumento i dipendenti privati a tempo indeterminato mentre si sono ridotti gli autonomi. Si registrano 540mila lavoratori in più nati in Paesi extra Ue.
L’ammontare pensionistico
Le pensioni erogate costituiscono una massa monetaria totale di 347 miliardi di euro. Emerge, inoltre, che il reddito medio da pensione per gli uomini è superiore del 35% di quello delle donne. «Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), le femmine percepivano il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi».
Il potere d’acquisto cala
Registrato inoltre un aumento lordo dei salari monetari del 6,8% nel periodo a fronte di un aumento dei prezzi attorno al15-17%. Aumenta poi, con la nascita di un figlio, la probabilità di uscita dal lavoro per la donna e si riduce per l’uomo. Un aspetto che andrà affrontato se si vuole incentivare la partecipazione al lavoro della platea femminile.
I sussidi
Riguardo invece i sussidi, nel periodo gennaio-giugno 2024 sono stati circa 695mila i nuclei familiari, per circa 1,67 milioni di persone coinvolte, che hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità dell’Assegno di inclusione, con un importo medio mensile erogato pari a 618 euro.