Economia
“Made in Italy”, il progetto che raccoglie storie di successo di un’Italia che funziona
Di Ilaria Donatio
Il “Made in Italy” non è solo un’etichetta ma un patrimonio di valori che risuona in ogni angolo del mondo. Da nord a sud, l’Italia è un mosaico di tradizioni e innovazioni che in ogni ambito unisce cuore e tecnica: dall’aerospaziale all’agroalimentare, dalla farmaceutica alla bellezza, dall’artigianato all’industria, dalla cultura all’innovazione tecnologica, dalla moda al turismo.
Un libro, “Storie di successo, l’Italia dell’ingegno e dell’eccellenza nel mondo” – ideato e realizzato da Roberto Santori, Founder “Made in Italy” in collaborazione con l’agenzia Ansa – raccoglie 23 storie imprenditoriali fatte di qualità, storia, emozioni e valori, attraverso un viaggio lungo lo Stivale: è stato presentato ieri, 19 settembre, al Mimit, con Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy e Luigi Contu, Direttore Ansa. Alla tavola rotonda “Progettare il Futuro del Sistema Paese” hanno preso parte Massimo Caputi, Presidente, Associazione dei Marchi Storici e Presidente di Terme di Saturnia, Vincenzo Divella, Amministratore Delegato di Divella, Enrico Loccioni, Presidente di Loccioni e Alessandro Marinella, General Manager di E.Marinella. Ha concluso l’evento il direttore generale di Confindustria, Maurizio Tarquini.
Santori: reagire alla narrazione negativa raccontando l’Italia che funziona
“Esiste uno storytelling negativo – che dà conto di tutto quello che nel nostro Paese non va – che spesso rischia di oscurare l’Italia che funziona e che all’estero tutti invidiano”, dice Roberto Santori, imprenditore ed esperto di formazione e consulenza aziendale che ha fondato questo progetto incentrato sull’eccellenza italiana. “Ho pensato che era necessario reagire a questo tipo di narrazione, dando voce a chi ha realmente costruito un’impresa, a partire da un’idea vincente”. Come? Attraverso la costruzione di una “community per condividere storie di successo e innovazione” delle imprese italiane in Italia e all’estero, e “l’organizzazione di eventi con le istituzioni e la messa a terra di progetti per la formazione di nuove competenze imprenditoriali”. Una sorta di Roadshow che ha ricalcato le tappe del Giro d’Italia, insomma.
L’idea del libro è nata dal lavoro che “Made in Italy” ha condotto negli ultimi due anni con la sua community di imprenditori e aziende italiane, interrogandosi sulle sfide e le opportunità del brand nazionale, e confrontandosi sul ruolo chiave che il Made in Italy gioca oggi nello scenario globale.
“Le storie raccontate in questa prima edizione del libro rappresentano l’Italia che funziona e i valori alla base dell’eccellenza italiana. Le aziende che hanno partecipato con il loro racconto, Agenzia Ansa che ha curato la stesura dei testi e la raccolta delle immagini, gli sponsor e tutti coloro che hanno lavorato al progetto insieme a me, siamo tutti molto orgogliosi che il libro sia stato scelto come dono istituzionale per il Vertice del G7″, ha sottolineato Santori.
Progetti per il futuro
Due, in particolare, i progetti per il futuro. Portare all’estero “Made in Italy” insieme a quelle aziende italiane che hanno internazionalizzato: “Tra cinque anni, immagino un progetto globale, con una rete strutturata che consenta di dare continuità alla mia azione e che lo porti ovunque”. Il secondo è “puntare sui giovani” tramite un’“offerta formativa gratuita” in marketing e comunicazione.
“Questo libro è un omaggio al Made in Italy, ma anche un invito a riflettere su come l’Italia possa contribuire in modo significativo a plasmare un futuro globale più sostenibile, equilibrato ed inclusivo. La nostra speranza è che sia un contributo tangibile a questa missione, riflettendo la capacità italiana di costruire ponti tra culture e nazioni”, ha concluso Santori.
Urso: “Made in Italy è saper fare”
Se, come ha detto il ministro Urso, “la forza economica dell’Italia sono le imprese” e il “made in Italy consiste nel saper fare – bello, buono e ben fatto – le cifre confermano una tendenza positiva che ha ancora un potenziale da sviluppare: secondo studi di Confindustria pari al 60%: il fatturato di abbigliamento, automotive, alimentare e arredamento è pari a 454 miliardi di euro, con 2,1 milioni di lavoratori impiegati nei settori trainanti del Made in Italy e una crescita dell’export che da gennaio ad aprile 2024 è stata di +10,7%.
La tavola rotonda. Terme di Saturnia: il prodigio dell’acqua
“Vivere più a lungo ma soprattutto vivere meglio”. Le Terme di Saturnia interpretano questo spirito da 3000 anni. Secondo la leggenda, furono create dal titano Saturno, il padre di Giove, una volta cacciato dall’Olimpo. Massimo Caputi ha rilevato nel 2018 lo storico e prestigioso complesso termale, inaugurato un secolo prima nella Maremma toscana. Un’avventura nata quasi per caso ma che, in 5 anni, ha fatto aumentare il fatturato dell’80%. Alla base c’è “un asset unico al mondo, la nostra acqua”, ricca di idrogeno solforato, anidride carbonica e bicarbonato. Queste terme ristoravano i legionari già ai tempi dell’Antica Roma e, nel Medioevo, i papi le chiamavano “il bagno Santo” per la potenza curativa dell’acqua. Oggi qui si sviluppano programmi medici, di prevenzione e riabilitazione e si producono integratori alimentari formulati con l’acqua termale. La dimensione curativa affianca sempre più la dimensione ludica del benessere psicofisico. Il prossimo passo sarà l’apertura di Saturnia hub in Italia e all’estero.
Loccioni: i sarti della tecnologia
“Sono nato in una casa senza energia elettrica e a quindici anni ho iniziato a giocherellare con cavi e circuiti. Oggi abbiamo 450 collaboratori e realizziamo sistemi high tech per l’energia, l’ambiente, la mobilità e il benessere della persona”. Enrico Loccioni racconta come è nata l’impresa che produce e realizza sistemi di controllo ad alta tecnologia e che porta il suo nome, quello del “contadino elettricista” che ha iniziato a lavorare elettrificando la pompa per la stalla del padre, ed è diventato Cavaliere del Lavoro con clienti come Mercedes o Bosch. Loccioni produce oggi sistemi ad alta automazione per il controllo di processi e prodotti in vari settori. La svolta è arrivata nel 1986 quando Loccioni ha trovato il modo di ridurre la difettosità di una lavabiancheria, Margherita, dal 15% al 4% grazie alla realizzazione di 200 test funzionali di 4 minuti. “Vittorio Merloni raccontando in giro questa storia, si è trovato a farci da promotore. Così abbiamo passato il Rubicone”.
Divella: mani in pasta da 130 anni
“Io faccio il mugnaio e il pastaio come mio padre e mio nonno prima di me, oltre 130 anni fa. Intorno tutto il resto è cambiato”. Vincenzo Divella, al vertice con il cugino Francesco della famosa azienda pugliese produttrice di pasta, prodotti da forno e sughi, presenta gli stabilimenti hi-tech di Rutigliano. Una produzione ora completamente automatizzata ma che resta nel luogo dove l’azienda nacque. La produzione è passata dai 5 quintali di grano macinato al giorno ai tempi del fondatore ai 13 mila quintali di oggi: quasi 11 mila quintali di pasta con vendite che raggiungono più di 120 Paesi. Una volontà precisa di questa generazione dei Divella che ha spinto moltissimo sui mercati esteri. Ma nonostante la crescita “restiamo un’azienda familiare dove è già presente la quarta generazione”. E nelle scuole sul territorio, Divella insegna agli studenti a preparare le orecchiette.
E.Marinella: una bellissima storia napoletana arrivata fino al Moma e in Africa
A proposito di quarta generazione, a raccontare la storia di E. Marinella è Alessandro, che ha affiancato il padre nella gestione aziendale. Un negozio di 20 metri quadri a Napoli che da 110 anni vende cravatte e accessori a capi di stato, artisti e imprenditori di tutto il mondo. “Siamo arrivati alla quarta generazione con entusiasmo. “Se in tutto il mondo è difficile, a Napoli è ai confini della realtà. Vogliamo trasmettere una bellissima storia napoletana”, dice.
Per 90 dei suoi 110 anni di storia, E.Marinella è stata una bottega di abbigliamento all’inglese a piazza Vittoria a Napoli. Fin dal 1914 apre prima delle 6 e mezza di mattina perché il fondatore così accoglieva, con caffè e sfogliatelle, i nobili che rientravano dalla passeggiata mattutina. Ora E.Marinella ha molti punti vendita nel mondo, da Milano a Tokyo. “L’espansione degli ultimi 20 anni è stata repentina, adesso punto a strutturare l’azienda in modo più organizzato”, spiega Alessandro Marinella. Il cuore però resta sempre il negozio sul lungomare, dove Totò teneva lezioni di nodo per i papillon; quello che Matilde Serao descriveva come “una farmacia di Paese”, dove i personaggi di spicco stabilivano le sorti della città.
Le cravatte E.Marinella sono state esposte al Moma. E dalla regina Elisabetta è arrivato l’invito per un tè, come fornitori della casa reale. Mentre a Tokyo, si formano lunghe file fuori dal negozio anche per scattare un selfie. E le vendite sono sono in forte crescita in Africa, grazie all’e-commerce, un canale che sta sviluppando Alessandro, il Millennial di famiglia.
Tutte le aziende raccontate nel libro
Le 23 aziende, orgoglio italiano, che si sono raccontate in questa prima edizione sono: Acetaia Malpighi, Acqua Smeraldina, Amaro Lucano, Avio, BasicNet, Clementoni, Dallara Automobili, Divella, E.Marinella, Falqui Prodotti Farmaceutici, Gentilini, Il San Pietro Di Positano, InfoCert, Intercos Group, Loccioni, Ludovico Martelli, Marchesi Frescobaldi, Mutti, Nonino Distillatori, Original Marines, Recordati, Rhea, Terme Di Saturnia. Hanno supportato il libro: Challenge Network, eFM e Manpower Group, con Associazione Marchi Storici d’Italia, Elis, Italiacamp, Maire, Sace, Simest, Willis Tower Watson.
I canali della community “Made in Italy“
Attraverso un blog e i canali Linkedin Instagram, Made in Italy condivide storie di persone che con la propria passione e talento hanno trasformato un’idea in un brand di successo. Con l’obiettivo di favorire la relazione tra imprenditori e Sistema Paese, il progetto ha nel suo programma anche eventi e seminari tematici per un confronto e scambio di idee tra esperti, professionisti e rappresentanti istituzionali dei diversi settori.