Cultura

Io sono cultura, i numeri del rapporto 2024 della Fondazione Symbola

19
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto ‘Io sono cultura’, un animo che si fonde con la manifattura e dà vita al made in Italy. Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, come pure il turismo. La Fondazione Symbola ha presentato il suo quattordicesimo studio sullo stato e i numeri della cultura nel 2023, con la collaborazione di Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Deloitte, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura.

Cosa è emerso
Il 2023 ha portato una crescita sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale). Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284mila imprese (in crescita del +3,1% rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22mila e settecento tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

I risultati di tutta la filiera
Ma il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.

Il Presidente di Symbola Ermete Realacci ha così commentato: «La forza della nostra economia e del made in Italy deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte dei 296,9 miliardi di valore aggiunto legati alla cultura, può essere protagonista del nuovo ‘Bauhaus’, fortemente voluto dalla Commissione europea, che nasce per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia orientandoli alla transizione ecologica indicata dal Next Generation Eu. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, favorisce un’economia più a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export».

I videogame sono cultura ed economia
Continua la crescita del settore dei Software e Videogiochi, che si conferma il maggiore generatore di ricchezza della filiera culturale e creativa con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 16% dell’intera filiera, +10,5% rispetto al 2022, e con un incremento dei posti di lavoro di oltre 16mila unità (il 13,1% della filiera, +8,7% rispetto al 2022). Il secondo comparto per ricchezza prodotta e numero di occupati è quello dell’Editoria e Stampa, con valori rispettivamente pari a 11,5 miliardi di euro (l’11,1% della filiera, +2,7% rispetto all’anno precedente) e più di 196mila addetti (il 12,7%, +0,7%). Lo studio spiega poi che le attività dell’Architettura e Design, generando 8,6 miliardi di euro (l’8,2% della filiera), incrementano la ricchezza prodotta del +6,6% rispetto all’anno precedente, crescita sensibilmente più importante per le società di architettura più strutturate e di maggiori dimensioni. Nel campo della valorizzazione del Patrimonio storico e artistico, si legge nel Rapporto, l’occupazione, che vale il 3,7% sull’intero sistema culturale, continua a crescere (+6,9%) e a recuperare, seppur non completamente, le perdite di posti di lavoro registrate dopo il 2019.