Economia
Giorgetti: assicurare una transizione energetica giusta, sfida del nostro tempo
Di Ilaria Donatio
“La transizione energetica non è solo una questione economica o ambientale, è un imperativo sociale”. Così Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, stamane, durante il suo video messaggio per la conferenza G7-Aie (Agenzia internazionale per l’energia) su Ensuring an Orderly Energy Transition, presso la sede di Bankitalia a Palazzo Koch, a Roma.
E a partire dal titolo della conferenza – “Garantire una transizione energetica ordinata” – si comprende come a essere affrontate sono state le diverse implicazioni economiche della transizione energetica in Europa. Relatori provenienti da governo, industria, banche centrali e istituzioni finanziarie internazionali si sono confrontati attraverso diversi panel.
La sessione di apertura – introdotta dal Governatore Fabio Panetta – ha visto come discussant il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e la vicedirettrice esecutiva dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, Mary Burce Warlick.
Panetta: Cooperazione vitale nella lotta al cambiamento climatico
“La transizione ecologica sarà costosa”, ha dichiarato il governatore della Banca d’talia, Fabio Panetta: “Gli investimenti in energia verde, che quest’anno dovrebbero superare i 3 trilioni di dollari a livello globale, sono ancora lontani dai 4,5 trilioni di dollari richiesti annualmente entro l’inizio degli anni 2030 per raggiungere le zero emissioni nette entro la metà del secolo”.
I governi delle principali economie mondiali dovranno guidare la strada, promuovendo investimenti a basse emissioni di carbonio, riducendo gli oneri amministrativi e normativi che ostacolano la transizione ed evitando dannose politiche stop-and-go, che creano incertezza e compromettono gli investimenti cruciali del settore privato. Questa è l’essenza del processo di transizione ordinata che dobbiamo stabilire. Come banchieri centrali – ha concluso Panetta – le nostre decisioni politiche possono essere migliorate da una migliore comprensione delle implicazioni macroeconomiche della transizione”.
Giorgetti: Ripensare le politiche per una transizione energetica giusta
“Assicurare una transizione energetica ordinata e giusta verso il net zero è la sfida finale del nostro tempo. La transizione energetica non è solo una sfida tecnologica, ma anche economica e sociale, che richiede il ripensare le nostre politiche, riorientare i flussi finanziari, ridisegnare e sviluppare infrastrutture e diversificare la nostra catena di approvvigionamento”, ha sottolineato il titolare di via XX Settembre.
Per Giorgetti “promuovere una transizione ordinata è un compito sfidante che richiede un’attenta pianificazione per riorientare la produzione e lo schema dei consumi, utilizzando efficientemente le risorse pubbliche a nostra disposizione. Ciò comporta coinvolgere le forze e le risorse di tutti gli agenti economici, gli stakeholders, i governi, il sistema privato, la società civile e le comunità locali. La cooperazione tra gli stakeholders è essenziale per condividere i rischi e promuovere l’innovazione richiesta per una transizione di successo. I metodi e gli strumenti per raggiungere la decarbonizzazione dovranno essere concepiti attentamente, in modo da non lasciare nessuno indietro”.
Le opzioni politiche
Una transizione giusta è una priorità fondamentale anche per la Presidenza italiana del G7: “Anche se si estende ben oltre i confini dei Paesi del G7, è un impegno cruciale che dovrebbe essere perseguito in tutto il mondo, riconoscendo le diverse circostanze e i diversi punti di partenza dei Paesi”, ha rimarcato Giorgetti.
“Sotto la presidenza italiana del G7”, ha argomentato il ministro dell’Economia, “abbiamo sviluppato un menu di opzioni politiche per una giusta transizione verso lo zero netto, che è stato accolto con favore dai ministri delle finanze e dai governatori delle banche centrali e dai leader del G7 a giugno. Questo menu è un insieme completo di opzioni per aiutare i Paesi del G7 ad accelerare la transizione affrontando le principali sfide. Queste politiche sono destinate ad essere adattabili, riconoscendo i diversi contesti in cui vengono applicate”.