Politica
Codice appalti, parlamento al lavoro per la revisione
Di Giampiero Cinelli
Ad un anno dalla revisione del codice degli appalti tutte le forze politiche concordano che ci sia bisogno di correttivi. Il Parlamento ha avviato delle audizioni per inquadrare le esigenze dei settori e si valutano le risoluzioni presentate dai partiti. Il governo punta a migliorare il testo senza intaccarne i principi ispiratori.
Il nodo delle soglie
Da più parti si sentono critiche alle soglie previste in ambito di negoziazione. Attualmente 150mila euro per l’affidamento diretto e 5,4 milioni per la procedura negoziata. C’è poi il tema dell’equo compenso, che si pensa di poter risolvere con le tariffe. La determinazione del prezzo dipende anche dai costi legali che le imprese si assumono per partecipare ai bandi e, se un equo compenso è desiderabile, è pur vero che non è mai senza conseguenze limitare fortemente la capacità della pubblica amministrazione di accordarsi. Ad ogni modo la revisione non deve andare a rilento, visti anche gli attuali ritardi nei pagamenti in non pochi appalti.
Il tema delle certificazioni
Su questi temi è intervenuta a Largo Chigi, il talk di The Watcher Post, Tiziana Carpinello, Presidente e Ad di Bentley SOA: per Carpinello un motore potrà essere sicuramente la digitalizzazione, che aiuta a superare gli intoppi in fase di autocertificazione. «Con il fascicolo digitale si potrebbe evitare l’autocertificazione e gli errori frequenti. Altro aspetto che abbiamo evidenziato in audizione è l’impossibilità per le imprese di partecipare a più consorzi stabili, cosa che spesso ancora sfugge e ci tocca ribadirlo agli utenti. Si tratta di disposizioni Anac. Il terzo tema per noi importante è facilitare l’assunzione della direzione tecnica da parte di vari soggetti anche in base all’esperienza (facilitando quindi la nomina di professionisti magari più giovani), ma è necessario anche, per fluidificare l’accesso al mercato delle Pmi, la revisione dei requisiti speciali per le aziende, con l’acquisizione di una percentuale unica nei lavori». Carpinello ha rimarcato il tema della semplificazione rilevando che con la certificazione SOA la pubblica amministrazione risparmia 44 milioni l’anno (dato Cresme al 2020).
La pubblicità dei progetti
A Largo Chigi Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, si è detta favorevole alle correzioni del codice degli appalti: «La risoluzione che io ho presentato e che hanno firmato anche rappresentanti dell’opposizione allarga la platea di appalti che devono essere pubblicizzati, anche in occasione di affidamenti diretti sotto i 150mila euro, in modo che le aziende sappiano e possano proporsi. Va affrontata meglio la questione dell’adeguamento dei prezzi, con una revisione automatica anche per quanto riguarda l’appalto dei servizi, separando bene le due regolamentazioni. Sull’equo compenso sappiamo che c’è stato un primo tavolo tecnico e si proseguirà».
Il Pd resta vigile
Il Pd sul codice degli appalti non ha ancora presentato risoluzioni; Marco Simiani, deputato Dem, ha spiegato durante il format che in questo caso si è scelto prima di ascoltare le parti in gioco, fermo restando che il Pd resta incline a un tipo di regolamentazione che renda il mercato più trasparente ed efficace, ad esempio tagliando fuori “imprese farlocche” che si formano solo in concomitanza con degli appalti pubblici, e specificando che se le soglie sono improprie è giusto rivederle. Simiani ha poi aggiunto la contrarietà all’appalto a cascata, cioè la proliferazione dei subappalti.
I vincoli Bim dal 2025
Il “subappalto libero”, per disposizioni europee, dovrebbe però restare. Interessa soprattutto le imprese più piccole che comunque continuano ad avere bisogno di certificazioni più snelle per poter crescere, non essendo spesso strutturate bene per partecipare con efficacia alle gare più ambiziose. D’altro canto velocizzare le procedure ponendo soglie del genere rischia di affidare una larga parte di lavori senza bandi di gara. Non giova alla concorrenza e allo sviluppo armonico del settore, considerando, tra l’altro, che dal 2025 tutti gli appalti sopra il milione di euro implicheranno la progettazione Bim. Bisognerebbe dunque favorire la progressiva professionalizzazione del settore e il suo progresso tecnologico.
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