Ambiente
Dl Carburanti, il confronto, presto un nuovo tavolo per chiudere
Di Giampiero Cinelli
Le associazioni di categoria sono state ricevute oggi dal ministro Urso e dal sottosegretario Bitonci per un confronto sul Dl Carburanti, un testo la cui approvazione il governo ha deciso di rimandare nell’ultimo Cdm, vista la distanza degli addetti ai lavori rispetto alle sue posizioni. Una distanza che è parsa chiara anche al tavolo organizzato al Mimit. Ci si è lasciati con la promessa che si lavorerà ancora al decreto prima del via libera. Il fine era di «raccogliere osservazioni e proposte, al fine di perfezionare il testo del decreto», ha scritto su X il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci. Il Mimit cha fatto sapere che convocherà un nuovo tavolo entro 48 ore, si punta a una conclusione entro dieci giorni.
Il progetto
Il Dl Carburanti mira ad incentivare la riqualificazione delle stazioni di distribuzione d’energia attraverso l’istallazione di colonnine di ricarica, ogni operatore può arrivare a ricevere 60.000 euro per gli investimenti. Quello che però preoccupa il settore sono sostanzialmente due elementi: il divieto di indicare la differenza di prezzo tra servito e self service e la bonifica da effettuare sul sito.
Gli investimenti demandati
Stando alla versione attuale del decreto, il contributo è infatti nella misura del 50% delle spese per interventi di eventuale dismissione e per l’installazione delle infrastrutture di ricarica e delle relative opere di connessione alla rete elettrica, ivi compresi le cabine elettriche di immissione e prelievo e gli impianti di accumulo dedicati ai dispositivi di ricarica. Con la dismissione il gestore deve mettere in sicurezza l’impianto e isolare le matrici nel sito attraverso la rimozione delle infrastrutture fuori terra non funzionali alla nuova stazione di ricarica di veicoli elettrici; vanno rimossi anche fondami ed eventuali prodotti residui presenti nei serbatoi afferenti all’impianto, proseguendo alla inertizzazione dei serbatoi interrati dei carburanti dismessi e delle relative condotte. Per i titolari che installino almeno un distributore di biocarburanti, liquidi o gassosi, il contributo massimo è incrementato di 10.000 euro.
L’indennizzo
Il gestore è tenuto a comunicare all’Agenzia delle dogane e dei monopoli la cessazione dell’attività di vendita dei carburanti per l’impianto interessato. A quest’ultimo è riconosciuto un indennizzo proporzionato alla durata pregressa e residua del contratto e degli investimenti a questo correlati.
Chi non è idoneo al contributo
Il contributo è condizionato al rispetto degli adempimenti sulle modalità per il funzionamento della Piattaforma unica nazionale dei punti di ricarica per i veicoli a energia elettrica. Non viene riconosciuto il contributo, per incompatibilità, ai distributori privi di sede propria per i quali il rifornimento, tanto all’utenza quanto all’impianto stesso, avviene sulla carreggiata; agli impianti ricadenti in corrispondenza di biforcazioni di strade di uso pubblico e ubicati sulla cuspide degli stessi, con accessi su più strade pubbliche; agli impianti ricadenti all’interno di curve aventi raggio minore o uguale a 100 metri, salvo si tratti di unico impianto in comuni montani.
Previsto inoltre un bonus volumetrico del 10% a beneficio di aree di impianti già dismessi e adibiti a stazioni di energia alternativa. Fino al 31 dicembre 2027 sono ammesse agevolazioni all’occupazione di suolo anche per progetti non afferenti al Pnrr.