Economia
I report di Draghi e Letta convincono le istituzioni europee
Di Redazione
L’ex primo ministro italiano Mario Draghi ha presentato un report sul futuro della competitività in Europa. Il testo sarebbe dovuto essere pubblicato prima delle elezioni europee di giugno e quello che Draghi ha discusso è una bozza. L’ex capo della Bce ha annunciato che il rapporto, sviluppato attraverso consultazioni con varie parti interessate, sarà presentato ufficialmente la prossima settimana, con le sue raccomandazioni da incorporare nelle lettere di missione dei futuri Commissari.
L’anno scorso Mario Draghi è stato incaricato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen di preparare uno studio completo su come l’industria europea può riconquistare la sua competitività sulla scena globale in un contesto geopolitico complesso.
I bullet points
Per stilare il rapporto, Draghi ha condotto ampie discussioni in tutti i settori della società, comprese imprese, sindacati e politici. Ha identificato i principali ostacoli alla competitività, come il ritardo nell’innovazione, gli elevati costi energetici, il divario di competenze, la necessità di una maggiore digitalizzazione e capacità di difesa più forti. Ha inoltre sottolineato il crescente divario di produttività tra l’Ue e i suoi principali concorrenti e ha esortato le istituzioni dell’Ue a migliorare la propria governance per una maggiore efficacia.
In sintesi, Draghi ha evidenziato diverse sfide di lunga data che hanno ostacolato la competitività europea e ha chiesto la loro rimozione per ripristinare la posizione globale della regione.
Le reazioni
Il rapporto è stato ampiamente apprezzato dai funzionari dell’Ue Manfred Weber, leader del Ppe, ha elogiato il lavoro di Draghi, sottolineandone il valore «non solo sotto l’aspetto economico». Valerie Hayer, leader di Renew, ha espresso il desiderio che sia il rapporto Letta che il rapporto Draghi costituiscano la base del programma politico della nuova Commissione europea.
Riguardo al suo rapporto, Draghi ha sottolineato l’importanza di identificare chiaramente chi è responsabile del cambiamento all’interno dell’Ue. Ha osservato che spetterà ai leader dell’UE, agli eurodeputati, alle istituzioni dell’Ue e agli Stati membri decidere come attuare le sue raccomandazioni e trasformarle in risultati concreti per gli europei.