Esteri
Il Papa tra Asia e Oceania per parlare alle «periferie del mondo»
Di Giampiero Cinelli
Il quarantacinquesimo viaggio apostolico, il più lungo relativo all’ultimo pontificato, quello che Papa Francesco ha intrapreso toccando oggi l’Indonesia, per poi passare in Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. In tutto dodici giorni tra Asia e Oceania, 32.814 chilometri che non spaventano un Pontefice già provato dall’età ma deciso a portare il messaggio evangelico alle «periferie del mondo». Periferie sicuramente se le guardiamo soprattutto con occhio occidentale, questo Francesco non lo ignora, né ignora il fatto che la Chiesa guarda al mondo ed è sempre pronta a intercettare il bisogno di spiritualità, in molte parti del mondo tutt’altro che affievolito.
Al centro del percorso ci sarà il dialogo e la convivenza tra religioni, il dibattito sul cambiamento climatico, l’equilibrio tra sviluppo tecnologico, umano, sociale e spirituale dei popoli. Ogni tema avrà più o meno risalto a seconda del Paese dove il Papa si trova. La Papua Nuova Guinea dovrebbe essere quella più sensibile ai danni climatici, mentre l’Indonesia è il territorio più adatto dove parlare di incontro tra religioni. Bergoglio lascerà il Paese del sud-est asiatico il sei settembre, la Guinea l’8 settembre, stanzierà a Timor Est fino al 10 e infine farà tappa a Singapore dal 10 al 13 settembre.
Questa mattina alle 6:12 circa il Pontefice è stato accolto dal ministro per gli Affari Religiosi ai piedi della scala anteriore dell’aereo e da due bambini in abito tradizionale che gli offrono dei fiori. Dopo il saluto delle delegazioni e la Guardia d’Onore, il Papa si è trasferito alla Nunziatura Apostolica. Poi la messa e la cena in privato. In Nuova Guinea invece è previsto un incontro con gli indigeni che arriveranno dalla giungla per incontrare Francesco, l’evento è coordinato dai missionari. In ogni nazione toccata dal viaggio, il Papa visiterà diocesi e arcidiocesi rette da cardinali che operano nella zona e che sono stati nominati da lui. Anche un modo per toccare con mano la crescita del cristianesimo in zone dove prevalgono altre confessioni.
Singapore è invece un luogo molto sviluppato, quarta piazza finanziaria del mondo, in cui un quarto della popolazione è cinese. Questa sarà occasione per riflettere sugli effetti collaterali dello sviluppo moderno.
Si apprende da Radio Vaticana che stamane, in Indonesia, dalle strade uomini, donne e bambini in t-shirt bianca al passaggio della vettura papale hanno sventolato bandiere con i colori dello Stato e urlato ‘Selamat datang’, cioè ‘benvenuto'”. Radio Vaticana aggiunge: «Varcata la soglia della Nunziatura, guidata dal nunzio Piero Pioppo, tutti seduti a cerchio nel salone, c’erano orfani, anziani, poveri, rifugiati; erano 40 in totale, accompagnati da chi li assiste quotidianamente e cerca di sopperire a mancanze e soddisfare bisogni: le suore domenicane, il Jesuit Refugee Service e la Comunità di Sant’Egidio.