Economia

Pil, Istat: nel secondo trimestre +0,2%. Legge di bilancio da cucire su misura

03
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

L’Italia nel secondo trimestre del 2024 è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, dato che fa prevedere una crescita acquisita per il Pil 2024 dello 0,6%. Lo ha detto l’Istat in una nota, spiegando come il risultato sia in larga parte propiziato dai consumi delle famiglie e dei privati. Bene anche la componente degli investimenti fissi lordi. Il valore aggiunto nel settore agricoltura e nell’industria è diminuito rispettivamente dell’1,7% e dello 0,5%, mentre è positivo il trend nei servizi, cresciuti dello 0,4%.

Obiettivo la manovra
Numeri che è bene tenere a mente ma che servono soprattutto ad avere un quadro più chiaro della prossima legge finanziaria, da approvare ovviamente non dopo dicembre. In base però al nuovo Patto di Stabilità europeo, il governo dovrà prima inviare un piano strutturale alla Commissione europea, in cui è tracciata la traiettoria di bilancio e di politica macroeconomica dei prossimi sette anni. Oltre questo era già uscito il Def, il documento di economia e finanza propedeutico alla finanziaria, dove però il governo, indicando soltanto le stime tendenziali (cioè a politiche invariate) aveva stimato una crescita annua dell’1%. Significherebbe una coperta più corta e la necessità di mettere dei paletti al fine di confermare anche il prossimo anno le misure a favore della defiscalizzazione e decontribuzione nell’ambito lavorativo e gli aiuti alle famiglie, probabilmente a scapito di alcune detrazioni. I livelli di disoccupazione (ultimo dato 6,5%) soddisfano l’esecutivo, ma si dovrà fare i conti con il rischio di erosione del potere d’acquisto degli italiani.

I nuovi parametri
Proprio in funzione di far quadrare i conti per la legge di bilancio 2025 si è fatto in questi giorni il vertice di maggioranza, dal quale non è emersa una proroga di Quota 41, Forza Italia è decisa a ottenere un aumento delle pensioni minime ma il dibattito è ancora aperto. Entro fine settembre, invece dell’aggiornamento al Def (ovvero il tradizionale Nadef), il governo si baserà appunto sul piano di bilancio da presentare a Bruxelles, il cui parametro di base è la traiettoria di spesa netta, ossia la spesa pubblica nominale al netto della spesa per interessi, della spesa ciclica per la disoccupazione, delle misure discrezionali sulle entrate e della spesa relativa ai programmi dell’Unione.

A quanto dovrebbero ammontare le risorse per la manovra? Stando alle anticipazioni, tra i 21 e i 25 miliardi, con 2 miliardi che Giancarlo Giorgetti pensa di recuperare dalla spending review. I sussidi alle fasce che ne hanno più bisogno restano nell’idea di programma, ma già si dichiara chiusa la stagione dei superbonus.