Walking in the Bubble
Misiani e Calenda alla Festa dell’Unità, Sangiuliano per il Museo del Ricordo, il sigaro di Bepi Nava
Di Gianfranco Ferroni
Stasera a Reggio Emilia, alla Festa Nazionale dell’Unità, nell’Iren Green Park, il Partito Democratico darà vita all’incontro intitolato “Le politiche industriali, lo sviluppo del Paese”, con Antonio Misiani, Carlo Calenda, Stefano Patuanelli, Luigi Sbarra, Riccardo Di Stefano, Cristina Tajani. Modera Janina Landau.
Alla Rai ricominciano le conferenze stampa. Oggi a Roma nel Teatro delle Vittorie, in via Col di Lana, RaiUno presenta il programma “Affari Tuoi”.
È stata firmata a Roma, al Ministero della Cultura, la convenzione tra l’Istituto Vittoriano e Palazzo Venezia (ViVe) e la Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati per la realizzazione al Vittoriano di una mostra temporanea sull’esodo giuliano-dalmata, nelle more della realizzazione, nella Capitale, del Museo del Ricordo. Erano presenti il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la direttrice del ViVe Edith Gabrielli, il presidente di Federesuli Renzo Codarin il presidente onorario di Federesuli Giuseppe De Vergottini, il ministro plenipotenziario Michele Rampazzo coordinatore per le minoranze e gli esuli. L’intesa prevede la messa a disposizione dello spazio collocato al I livello del Vittoriano, mentre la Federazione delle Associazioni degli esuli elaborerà il progetto scientifico e museografico, condividerà con il Vittoriano le fasi operative e realizzerà la mostra, il cui ingresso sarà libero. “Questa mostra è il primo e importante passo verso la realizzazione del Museo del Ricordo qui a Roma dedicato alla memoria dei martiri italiani delle foibe massacrati dalla cieca violenza comunista titina. Grazie all’intesa con la Federazione delle Associazioni degli esuli daremo vita ad un’esposizione al Vittoriano che accenderà, in un luogo altamente simbolico e centrale per l’identità nazionale, un faro potente sul buco nero della memoria legata all’esodo, dalle loro terre, di istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra. Con questa esposizione continuiamo a restituire, dopo troppo silenzio, la dovuta visibilità e soprattutto la giusta dignità e memoria alla tragedia delle foibe”, ha affermato Sangiuliano.
Bepi Nava, Capo Ufficio Stampa della Rai di una volta, se n’è andato per sempre. L’uomo che oggi siede al suo posto, Fabrizio Casinelli, lo ricorda così: «Bepi era un uomo con il profondo senso dell’essere al “servizio” della Rai. Questo, nel ricordo di chi lo ha conosciuto e ha condiviso con lui il lavoro, è stato Giuseppe – ma per tutti Bepi – Nava fino al 2010 storico Capo Ufficio Stampa della Rai, scomparso a Roma. Di lui restano indimenticabili il garbo e la pacatezza bonaria che, unite ad autorevolezza, passione e disponibilità umana, sono state una cifra inconfondibile del lavoro svolto sempre nell’interesse del Servizio Pubblico. Un riferimento per tutti, interni ed esterni, dirigenti e giornalisti». Con «il suo sigaro perennemente tra le labbra, i suoi comunicati scritti a matita con la sua grafia minuscola, ma precisissima, le lunghe e interminabili riunioni del Cda pre-riforma. I suoi storici colleghi dell’Ufficio Stampa Rai si uniscono, affettuosamente, al cordoglio dei familiari e di quanti gli hanno voluto bene». Domani, 28 agosto, l’ultimo saluto nella basilica di Cristo Re a Viale Mazzini, accanto alla sede della Rai.
Occorrono ben tre chiavi per aprire la custodia del Sacro Cingolo di Prato, la cintura di lana appartenuta alla Vergine Maria che l’8 settembre di ogni anno viene mostrata dal pulpito della Cattedrale di Santo Stefano. Cittadini e pellegrini si raccolgono sempre numerosi in piazza del Duomo, ampliata dal Comune con importanti demolizioni dalla fine del Duecento, proprio per accogliere chiunque giungesse in città a venerare la preziosa reliquia. La cintola è una sottile striscia di lana, verde, finissima, lunga 87 centimetri, broccata in fili d’oro, che cingeva la vita della Madonna. Oggi è conservata nella cappella della prima campata sinistra del Duomo in un reliquiario in cristallo di rocca realizzato dal maestro orafo Giampaolo Babetto nel 2008 per permetterne la migliore protezione e conservazione. La reliquia già nel Medioevo veniva mostrata con orgoglio a papi, principi e personaggi insigni.