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USA 2024: – 86, Harris e Biden insieme il 15, aereo Trump ha problema tecnico
Di Giampiero Gramaglia
Joe Biden e Kamala Harris faranno giovedì prossimo, il 15 agosto, la loro prima sortita insieme della campagna elettorale per Usa 2024, da quando il presidente ha annunciato il suo ritiro. Biden e Harris saranno nel Maryland, vicino a Washington, “per discutere dei progressi che stanno facendo per ridurre il costo della vita per il popolo americano”, dichiara la Casa Bianca in un comunicato.
L’obiettivo di Biden è consolidare la sua eredità negli ultimi mesi del suo mandato e sostenere la sua vice, che è la nuova candidata democratica. L’inflazione rimane un punto debole per i democratici in vista del voto di novembre.
Dopo l’annuncio del ritiro di Biden il 21 luglio e la sua nomination – definitiva da lunedì 5 agosto, in due settimane -, Harris ha infiammato gli elettori democratici, che apparivano rassegnati dopo che il presidente era uscito sconfitto dal dibattito con l’ex presidente repubblicano Donald Trump, che, il 27 giugno, ne aveva messo in evidenza le fragilità dell’età – compirà 82 anni a novembre -.
La prima vice-presidente donna, di ascendenza nera da parte di padre e asiatica da parte di madre, della storia degli Stati Uniti ha tenuto una serie di comizi affollatissimi, ha fatto una raccolta fondi record e ha annullato il vantaggio dell’ex presidente repubblicano Trump nei sondaggi. Di che restituire ottimismo, o almeno fiducia, al partito.
Dopo il ritiro, il presidente, che trascorre un lungo fine settimana nella casa al mare nel Delaware, ha migliorato le sue prestazioni, dovendo fare solo il presidente e non anche il candidato. L’evento in Maryland il 15 agosto non era finora previsto: Biden doveva fare la sua prima comparsa politica importante pro-Harris alla Convention nazionale democratica, che inizierà il 19 agosto a Chicago e che lui aprirà.
In un altro stralcio dell’intervista data alla Cbs, e che sarà trasmessa domani, Biden dice di avere sempre pensato di essere “un presidente di transizione” e insiste sull’importanza di sconfiggere Trump il 5 novembre.
USA 2024: sondaggi e tappe delle campagne di Harris e Trump
I sondaggi alimentano la fiducia democratica: sull’ala del mix di entusiasmo, sollievo e curiosità suscitato dal ritiro di Biden e dalla sua nomination, Harris è cinque punti davanti a Trump, secondo un rilevamento di Ipsos, 42% a 37%.. Stupisce un sondaggio, dal margine di errore molto alto, quasi al 5%, della strategia democratica Christina Ulvert, secondo cui Harris sarebbe in vantaggio addirittura di 14 punti du Trump, 54% a 40%, nella contea di Miami. La Florida è uno Stato ormai tendenzialmente repubblicano, dove il magnate vinse sia nel 2016 che nel 2020.
Nelle ultime ore, Kamala Harris è stata in Arizona, con il suo vice Tim Walz, a parlare d’immigrazione e d’aborto, mentre il suo rivale faceva un comizio in Montana, Stato solidamente repubblicano, non fra quelli in bilico per la conquista della Casa Bianca. Trump ha però voluto portare sostegno al candidato repubblicano al Senato Tim Sheehy.
La missione in Montana è stata caratterizzata da un incidente, per fortuna senza conseguenze: l’aereo di Trump, il ‘Trump Force One’, è dovuto scendere in un aeroporto diverso da quello previsto, per cause tecniche. Il velivolo, diretto a Bozeman, è atterrato allo scalo di Billings Logan, da dove il magnate ha poi raggiunbtoi Bozeman su un jet privato.
Chi segue la campagna di Trump, lo descrive “visibilmente turbato” dalle folle richiamate da Harris e dall’andamento dei sondaggi. Giovedì, in conferenza stampa, ha respinto come “stupide” domande sulla scarsa intensità della sua campagna: non intende “ricalibrare” la sua agenda sulla nuova rivale. Una scelta che strateghi repubblicani criticano.
Le campagne di Harris e di Trump stanno mettendo a punto i dettagli del dibattito del 10 settembre sull’Abc – modalità, moderatori e location -, senza escludere ulteriori dibattiti su altre reti – Trump insiste per farne uno sulla Fox -.
Usa 2024: i boss difendono i vice
La campagna di Kamala Harris difende il passato nella Guardia Nazionale di Tim Walz, il suo vice,
duramente contestato dai repubblicani. Walz ha trascorso 24 anni in unità della Guardia nazionale, ma il suo ritiro nel 2005, quando aveva 45 anni, è al centro di polemiche: i conservatori lo criticano per avere fatto un passo indietro prima del dispiegamento della sua unità in Iraq.
La campagna di Harris replica. “Dopo 24 anni di servizio, il governatore Walz si è ritirato nel 2005 e ha corso per il Congresso, dove ha difeso a spada tratta le donne e gli uomini in uniforme. Come vicepresidente continuerà a difendere iì veterani e le famiglie dei militari”. Walz è anche attaccato per una presenza scarsa trasparenza sulla presenza in zone di guerra: alcune sue dichiarazioni fanno immaginare che abbia combattuto, mentre invece era dispiegato in Italia a sostegno dei combattenti in Afghanistan.
Altre polemiche repubblicane riguardano le finanze di Walz, insolitamente modeste per gli standard dei personaggi politici statunitensi.
Anche Trumps, però, ha il suo daffare con il suo vice, una delle scelte più critiche in quel ruolo e già autore di alcune sortite infelici. La Cnn commenta: “Trump è abituato a difendere se stesso. Ma, scegliendo Vance, s’è messo nella posizione a lui inconsueta di dovere difendere qualcun altro, cioè il suo vice”.
USA 2022: 6 gennaio 2021, polemiche e condanne
Continuano a suscitare polemiche le dichiarazioni fatte giovedì in conferenza stampa da Trump, secondo cui l’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando migliaia di facinorosi suoi sostenitori diedero l’assalto al Campidoglio, per indurre il Congresso, riunito in sessione plenaria, a rovesciare l’esito del voto, non fece vittime, mentre ce ne furono almeno cinque, fra cui un agente della sicurezza.
Trump ha pure falsamente asserito che il passaggio di consegne nel 2021 avvenne “pacificamente” e che c’era più gente ad ascoltare lui quel 6 gennaio che ad ascoltare il discorso del 1963 di Martin Luther King ‘I have a dream’ – il rapporto reale è tra migliaia e centinaia di migliaia -.
Ieri, la giustizia statunitense ha condannato a vent’anni un uomo riconosciutosi colpevole di avere attaccato la polizia nei disordini di quel giorno: è la seconda sentenza più pesante fra le centinaia già pronunciate su quanto accadde il 6 gennaio 2021. David N. Dempsey, un californiano che aveva precedenti violenti, usò spray irritanti e attaccò con aste di bandiera le forze dell’ordine. La sentenza suona monito a non dimenticare o sottovalutare la gravità di quanto accaduto il 6 gennaio 2021, anche se, a causa della sentenza sull’immunità della Corte Suprema, Trump non sarà certamnente chiamato a risponderne prima delle elezioni.