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USA 2024: – 90, la vice presenta il vice, echi crollo borse, sondaggi
Di Giampiero Gramaglia
Il presidente USA Joe Biden e la sua vice Kamala Harris, candidata democratica alla Casa Bianca per USA 2024, hanno ieri riunito, nella Situation Room, la stanza delle crisi, il team Usa della sicurezza nazionale per discutere gli sviluppi della situazione in Medio Oriente, dove la ritorsione iraniana contro Israele, per l’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, è ritenuta imminente.
Ma l’emergenza di ieri è stata il crollo delle borse, estesosi dall’Estremo Oriente agli Stati Uniti, passando per l’Europa. L’inquietudine dei mercati ha offerto l’opportunità al candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump di lanciare sul suo social Truth lo slogan “Trump cash contro Kamala crash”: agli elettori, la scelta “tra la prosperità con Trump o la grande depressione del 2024 con Kamala” – un riferimento alla Grande Depressione del 1929 -. E Trump ammonisce, inoltre, sulla “probabilità della Terza Guerra Mondiale se queste persone molto stupide restano in carica”.
Il crollo delle borse è partito dal Giappone, con un calo dei titoli del 12%, il peggiore mai registrato dal Lunedì Nero del 1987, con un calo complessivo di oltre il 18% considerando il trend negativo già manifestatosi alla fine della scorsa settimana. A innescarlo, i timori di un rallentamento dell’economia statunitense, nonostante l’analisi piuttosto positiva appena fatta dalla Federal Reserve.
Ad allarmare, in particolare, venerdì, un rallentamento nella creazione dei posti di lavoro negli Usa e la salita della disoccupazione ai livelli più alti da tre anni in qua, il 4,3%. Il crollo delle borse s’è poi esteso all’Europa e all’America, dove Wall Street ha chiuso sotto di più del 3%, il dato peggiore dal 2022. I dati asiatici di questa mattina segnalano, invece, un rimbalzo, frutto probabilmente più di operazioni speculative a breve termine che delle affermazioni degli economisti che non c’è motivo di preoccuparsi.
USA 2024: i sondaggi e “il vice della vice”
Un sondaggio nazionale dell’Università del Massachussetts di Amherst dà Harris davanti a Trump 46% a 43%, con un 6% per il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr. Alla mezzanotte di ieri, le sei del mattino in Italia, Harris s’è definitivamente aggiudicata la nomination democratica, di cui aveva già avuto certezza la scorsa settimana: s’è infatti conclusa la votazione virtuale degli oltre 4000 delegati alla convention di Chicago, che si aprirà il 19 agosto.
La Cnn, in un articolo di Stephen Collinson, Caitlin Hu e Shelby Rose, scrive che “la Vice ha bisogno di un vice”, riferendosi alla scelta che Harris sta facendo in queste ore del suo ‘numero due’ che sarà presentato questa sera ora americana – la notte in Italia – a Filadelfia. L’appuntamento sarà il primo di una serie di eventi negli Stati in bilico -. la Pennsylvania è uno di questi -. Avvicinandosi la decisione il consiglio degli analisti della Cnn è di evitare, per prima cosa, di procurare dei danni alla sua campagna.
Secondo fonti anonime citate da vari media Usa, la scelta di Harris sarebbe ora ristretta a tre nomi: il senatore dell’Arizona (ed ex astronauta) Mark Kelly e i governatori di Pennsylvania e Minnesota Josh Shapiro e Tim Walz e.
USA 2024: i soldi di Beyoncé per Kamala, le quote del golf per Donald
Beyoncé, una delle star dello showbiz USA, da sempre vicina ai democratici, regala quattro milioni di dollari alla campagna Harris. L’annuncio è stato fatto sui profili social della cantante e imprenditrice ed è stato condiviso su quelli della candidata democratica alla Casa Bianca.
Secondo fonti di stampa, Beyoncé è anche disponibile a donare di più, se ve ne sarà la necessità, e intende partecipare a una raccolta di fondi per Harris. A farle decidere di scendere in campo, sarebbe stato in particolare il ‘Project 2025’, un programma redatto da un ‘think tank’ conservatore, la Heritage Foundation, per una seconda presidenza di Trump (e poi misconosciuto, causa critiche, dallo stesso Trump).
Alla ricerca di fondi per sé e per la campagna, il magnate ha intanto innalzato a un milione di dollari il costo di una nuova membership al suo esclusivo resort di Mar-a-lago in Florida, con un aumento del 43% rispetto all’attuale quota di iscrizione di 700.000 dollari: lo scrive il Guardian. Trump è solito vendere ai ‘paperoni’ suoi colleghi accesso e magari un sapore di influenza politica in cambio di guadagno personale: il magnate ama mescolarsi liberamente nel suo resort con i clienti, tra feste e partite a golf.