In Parlamento
Decreti d’urgenza, volata in Parlamento per chiudere prima della pausa
Di Giampiero Cinelli
I due rami del Parlamento ingolfati dai decreti da approvare prima della pausa estiva, fissata al 9 agosto, anche se le attività dei gruppi parlamentari potrebbero cessare concretamente il 7. Poco tempo considerando gli impegni pendenti in calendario. Tra i principali, a Palazzo Madama si tenta di chiudere con il Dl infrastrutture e il Dl materie prime, mentre restano in Commissione diversi testi come ad esempio quello sulla salute mentale e sul doppio cognome. A Montecitorio invece corsa al fotofinish per Dl Ricostruzione (Campi Flegrei) e Dl Carceri.
Il Dl Carceri deve fare ancora un passaggio in Commissione dove le opposizioni hanno promesso battaglia, avendo molto criticato il provvedimento che reputano insufficiente. Sul Dl ci sono molte aspettative in quanto deve tentare di colmare in via emergenziale le tante lacune che hanno portato alla crisi nell’ambito penitenziario. Una delle contromisure è l’assunzione di ulteriore personale (mille agenti nei prossimi due anni) e la possibilità per i detenuti di fare più telefonate.
Slitta a settembre invece l’approdo in Aula del Ddl sicurezza, anche se si punta a chiudere questa settimana il lavoro in Commissione. Rimandati anche l’esame del Premierato e le nomine Rai, che dopo l’estate andranno a sommarsi all’elezione di un giudice della Consulta e al percorso verso la nuova legge finanziaria. Non proprio un calendario facile, motivo per cui il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha deciso di mobilitarsi scrivendo a Giorgia Meloni e chiedendo di limitare l’uso dei decreti legge. Limitazione che, come scrive Fontana, «sarebbe giusta e gradita».
Sono quindi due per parte i provvedimenti d’urgenza che devono diventare legge prima di andare in vacanza. L’esigenza ha costretto i parlamentari a lunghe sedute notturne nelle commissioni. Vedremo se si troverà la quadra nei limiti prestabiliti.