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Usa 2024: – 94, Harris-Trump, match su sondaggi, fondi e … scambio prigionieri

02
Agosto 2024
Di Giampiero Gramaglia

Questione di intenzioni di voto, ma anche questione di raccolta di fondi: la corsa alla Casa Bianca fra Kamala Harris e Donald Trump si articola su vari fronti.

Intanto, i delegati alla convention stanno da ieri votando virtualmente per conferire la nomination democratica alla vice del presidente Joe Biden, ritiratosi dalla competizione il 20 luglio.

Fronte sondaggi, un’analisi del Washington Post indica che il vantaggio di Trump va riducendosi nei sette Stati chiave di Usa 2024, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, North Carolina, Arizona e Nevada, da quando Harris è diventata la candidata democratica ‘in pectore’.

Fronte soldi in cassa, la campagna di Trump ha raccolto quasi 139 milioni di dollari a luglio – meglio che a giugno, quando la raccolta era stata di 112 milioni – portando a 327 milioni le riserve per gli ultimi tre mesi di corsa alla Casa Bianca.

Ma Harris ha surclassato il suo rivale: nella sola prima settimana di candidatura, la sua campagna ha raccolto 200 milioni, sfruttando, certo, anche l’effetto novità.

E mentre i giudici di New York confermano le restrizioni imposte a Trump nei suoi commenti social sul processo dov’è stato riconosciuto colpevole a fine maggio di tutti i capi d’accusa e il cui verdetto è ora atteso a settembre, il candidato democratico fa diventare terreno di scontro anche l’accordo sullo scambio di prigionieri concluso ieri tra Stati Uniti e Russia e altri Paesi, insinuando su Truth che l’intesa sia sfavorevole a Washington e che siano stati pagati dei soldi, il che sarebbe “un cattivo precedente” – Trump lo scrive dopo che la circostanza era stata esclusa dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan -.

L’Amministrazione Biden considera invece, la liberazione dalle carceri russe e il ritorno in patria, avvenuto nella notte, dei giornalisti Evan Gershkovich (Wall Street Journal) e Alsu Kurmasheva (Radio Free Europe / Radio Liberty) e dell’ex marine Paul Whelan un grosso successo, al punto che ad attenderli c’erano il presidente e la sua vice, oltre alle loro famiglie.

Fra i liberati, vi sono anche dissidenti russi e bielorussi: Harris ne ha discusso al telefono con la vedova di Alexei Navalny, Yulia Navalnaya.

Lo scambio di prigionieri, che ha coinvolto in tutto 26 persone e diversi Paesi, non solo Usa e Russia, e che è stato coordinato dall’intelligence turca, è unanimemente giudicato il più importante concluso dalla fine della Guerra Fredda.

Ma Trump, lungi dal riconoscere il successo diplomatico dell’Amministrazione Biden, incalza: “Quando pubblicheranno – chiede in un post – i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti? Ci stanno dando dei soldi (per favore cancellate questa domanda, perché sono sicuro che la risposta è no)? Stiamo liberando assassini, killer o delinquenti? Sono solo curioso perché non facciamo mai buoni affari, ma soprattutto negli scambi di ostaggi. I nostri ‘negoziatori’ sono sempre un imbarazzo per noi!”.

“Ho riportato a casa molti ostaggi – prosegue Trump – e non ho dato un soldo al Paese avversario. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America. Definiscono lo scambio ‘complesso’, così nessuno può capire quanto sia grave!”.

Usa 2024: Harris, attesa per la nomination e il vice
Il voto virtuale dei delegati democratici si concluderà lunedì, quando la vicepresidente potrebbe anche avere già scoperto le carte su chi sarà il suo vice. Alcuni di coloro che vengono considerati ‘papabili’ si sono uniti alle critiche a Trump che ha ironizzato sull’identità razziale della sua rivale, che  “era indiana, poi è diventata nera”.

Dopo il senatore dell’Arizona Mark Kelly, che le aveva giudicate le parole “di un signore anziano e spaventato”, si sono fatti sentire fra gli altri il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg e il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, a sua volta oggetto della frustrazione dei democratici progressisti e dei gruppi pro-palestinesi, secondo i quali avere come vice un ebreo praticante come lui ridurrebbe le possibilità di vittoria di Harris in novembre.

I repubblicani sono invece divisi sulle parole di Trump sull’identità di Harris. Il suo vice JD Vance lo difende a spada tratta e, anzi, rilancia gli attacchi a Harris dal confine con il Messico, che è divenjuto “un paradiso dei contrabbandieri” per colpa della vice-presidente, cui Biden affidò l’immigrazione.

Molti repubblicani invitano a riportare l’attenzione sui contenuti della campagna, evitando temi spinosi e divisori come la razza e l’identità di genere, sui quali Trump rischia di perdere i consensi delle donne conservatrici e dei giovani.

L’ex presidente però appare incurante alle critiche.

Su Truth ha postato una foto della vice-presidente insieme alla madre e alla sua famiglia in abiti tradizionali indiani.

“Grazie Kamala per la bella foto che hai mandato anni fa… Il tuo calore, la tua amicizia ed il tuo amore per le tue origini indiane sono molto apprezzate”, ha scritto sarcastico, mostrando ancora una volta di non badare ai consigli e di condurre la campagna elettorale a modo suo, convinto che, sia quel che sia, la sua base non lo abbandonerà mai.