In Parlamento

Informativa di Crosetto su vertice Nato: Medioriente e Ucraina i temi caldi

01
Agosto 2024
Di Ilaria Donatio

Ha parlato per circa due ore e mezzo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in aula alla Camera, per l’informativa urgente del Governo sugli esiti del vertice Nato di Washington. 

Tanti i punti toccati: dalle spese italiane per la difesa all’impegno cruciale a favore dell’Ucraina, dal rischio escalation in Medioriente all’impegno del nostro Paese nei confronti del continente africano. Fino a una riflessione più generale sul ruolo assolto dalla Nato, soprattutto all’indomani del conflitto russo-ucraino che ha impresso un cambiamento importante alla difesa transatlantica.

La Nato di ieri e di oggi
“La Nato è stata per 75 anni il nostro ombrello di deterrenza in difesa, ha permesso di concentrarci sulla ripresa economica e sociale preoccupandoci di meno della sicurezza e della difesa”, ha spiegato il titolare della Difesa. La sua importanza è stata “riscoperta dopo gli eventi degli ultimi anni, e la vediamo soprattutto ora nel garantire la sicurezza degli alleati”.

Eppure, uno degli insegnamenti più significativi tratti dal conflitto Russia-Ucraina è che la “difesa transatlantica non è attualmente in grado di soddisfare la domanda” sia di “ripianare o ampliare le scorte”, che di “ammodernare gli strumenti militari e mantenere la superiorità tecnologica rispetto alle produzioni di Russia, Cina, Iran e Nord Corea”.

Da qui, sottolinea Crosetto, la necessità che “i Paesi alleati proseguano nel percorso di sviluppo delle capacità militari, uno sviluppo che non può prescindere dal rafforzamento della parte industriale della difesa”.

Spese per la difesa: impegno del 2% del Pil difficile entro il 2028
Sulle spese per la difesa, “abbiamo rassicurato i partner rinnovando l’impegno italiano – dichiarato nel vertice di Galles del 2014 e confermato annualmente dai vari Governi di diverso colore politico – per il raggiungimento del 2% del Pil, ma abbiamo ribadito: in maniera graduale e sostenibile. Questo obiettivo, però, difficilmente sarà raggiungibile nel 2028″. 

Intanto, seduta fiume nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera che hanno lavorato tutta la notte e sono ancora riunite per chiudere l’esame del ddl sicurezza. Nonostante i tempi contingentanti mancano ancora numerosi emendamenti e si procede a oltranza.

Fianco Sud: successo italiano macchiato da nomina Colomina
Il “successo italiano” nel promuovere una maggiore azione Nato sul fianco sud “è stato macchiato” dalla decisione del segretario generale uscente, Jens Stoltenberg, di nominare come rappresentante speciale lo spagnolo Javier Colomina. Decisione che ha di fatto ridotto drasticamente il potenziale della figura del rappresentante speciale del Sud perché è stata diluita all’interno di incarichi già assegnati a Colomina (che è l’attuale vice segretario della Nato per gli affari politici e la politica sicurezza nonché rappresentante speciale Nato per il Caucaso e Asia centrale). Ecco perché, ha spiegato il titolare della Difesa, “non mi interessa la nomina di un non italiano, ma contesto che, conferendo la nomina a funzionario già oberato di incarichi, Stoltenberg ha svuotato l’obiettivo politico che si voleva perseguire”. Non è dunque una questione di nomi e nazionalità.

L’auspicio, conslude su questo tema Crosetto, “è che con il nuovo segretario generale, Mark Rutte, ci sarà la possibilità di riconsiderare il ragionamento dietro la scelta del rappresentante per il Sud dell’Alleanza: il fronte Sud non è un tema italiano, ma un tema che riguarda l’Europa e il mondo”.

Ucraina, ingresso in Ue irreversibile ma graduale o si rischia escalation
Con riferimento alla sessione dedicata all’Ucraina del Consiglio Nato, gli interventi degli alleati sono stati principalmente accomunati dal riconoscimento della resistenza dell’Ucraina, dalla condanna dell’aggressione russa, dal crescente e solido sostegno internazionale a Kiev e dall’affermazione di un irreversibile percorso che condurrà l’Ucraina a una graduale adesione all’alleanza, complementare anche al suo ingresso nell’Unione europea. 

È stata riconosciuta “l’irreversibilità del percorso che condurrà l’Ucraina a una graduale adesione all’Alleanza, complementare anche al suo ingresso nell’Unione europea”. 

Integrazione, ha sottolineato Crosetto, “che potrà concretizzarsi quando le condizioni di sicurezza lo permettano e Kiev avrà soddisfatto i requisiti e i parametri necessari all’adesione: non possiamo permetterci di fare troppi passi avanti e troppo velocemente per non rischiare un’ulteriore escalation degli eventi. L’Italia ha confermato il fermo e immutato sostegno all’Ucraina sia nel breve termine sia nel sostenere le priorità di ripresa e ricostruzione nel medio e lungo periodo”.

Medioriente, situazione potenzialmente molto pericolosa: Unifil importante
In Medio Oriente e in particolare in Libano “si prospetta una situazione potenzialmente molto pericolosa”, che preoccupa il governo. L’attacco di Hezbollah nel Golan “che ha provocato morti e feriti, gran parte bambini e adolescenti, ha innalzato ulteriormente la tensione e rischia di provocare una tragica escalation degli eventi in Medioriente”.

Uno degli elementi che ora porta ad aumentare gli scontri è proprio la presenza in quella zona, molto vicina ad Israele, di luoghi da cui possono partire attacchi. Questo, riflette Crosetto, è segno del “fallimento di quello che doveva fare Unifil”. Eppure, in questo momento “la presenza di oltre 10mila militari della missione può essere uno degli elementi che consentano di evitare uno scontro diretto e rappresentare un elemento di pacificazione”.

“Bisogna rafforzare” l’esercito libanese, ha proseguito Crosetto, aggiungendo che ad oggi il personale italiano nel Paese “non è più a rischio che nei mesi scorsi”, anche se – ha ammesso – “i nostri soldati potrebbero rimanere coinvolti incidentalmente negli scontri tra le parti”, sempre “più frequenti e di crescente intensità”.

Africa, presenza in Niger dimostra l’impegno del governo
Ad oggi la strategia europea in Africa ha fallito a causa “di un approccio prioritariamente securitario” ha premesso Crosetto. Ma non è un caso che l’Italia “sia l’unica nazione a cui è richiesto e consentito” di rimanere in Niger. Il che “è assolutamente coerente” con i piani del governo italiano verso l’Africa e con il Piano Mattei.